Cultura

La Pro Loco di Ruvo: “Rafforzate le misure di sicurezza a causa del vento. La tradizione va difesa”

Nota dell’Associazione Pro Loco UNPLI APS di Ruvo di Puglia, in merito allo Scoppio delle Quarantane.

L’Associazione Pro Loco UNPLI APS di Ruvo di Puglia, in merito allo Scoppio delle Quarantane avvenuto nel giorno di Pasqua in Piazza Matteotti, ritiene doveroso esporre alcune considerazioni. Con questa nota, vuole intervenire nel dibattito che si sta generando sulle strutture allestite allo scopo di supportare le Quarantane delle quali si è dette conformare “un patibolo”, generare una piazza “in stile Teheran”, ecc…

In primis, è d’obbligo segnalare che i “patiboli” – come, del resto, ogni accadimento bellico e ogni azione lesiva delle vite e delle libertà delle persone – non possono (e non dovrebbro mai!) essere messi sullo stesso piano o in paragone diretto con il rituale Scoppio delle Quarantane, andato in scena ieri. Lo stabilire tali analogie rappresenterebbe una chiara e pericolosissima sottovalutazione del peso di ogni azione limitativa delle libertà personali, offensiva delle necessità vitali di ciascun individuo: dovrebbe dirsi atto di altrettanto profonda ignoranza e di assoluta non considerazione del reale portato di ogni azione veramente incidente sui vissuti personali di chi si misura con le vere storture della società contemporanea.

Fatta questa necessaria premessa, l’Associazione ritiene opportuno precisare che non si è voluta intraprendere alcuna spettacolarizzazione dell’evento, che non si è voluta applicare nessuna trasformazione di contenuti e modalità consolidate nel tempo.

Di quanto allestito in piazza Matteotti, si riconoscono tutti i limiti e le possibili similitudini del caso: le si ammette e ci si scusa se in qualche maniera possono aver urtato le sensibilità personali!

Le stesse devono dirsi derivare direttamente es esclusivamente dalle necessità di rafforzamento dei livelli di sicurezza a causa del forte vento che spirava sulla Piazza stessa.

Si è infatti ritenuta opportuna, per mere ragioni di sicurezza, l’adozione di travi in sostituzione una tantum dei consueti tralicci in ferro e il posizionamento delle pupattole a un’altezza inferiore rispetto alla consueta. Si è, invero, generata la percezione – assolutamente non voluta dagli organizzatori – di un “patibolo”, condizione ben lontana dal significato della stessa Quarantana e del rito dello scoppio medesimo. Ed è altrettanto vero che, stanti le condizioni meteorologiche della giornata pasquale, il rito non avrebbe potuto compiersi in altra maniera, volendo provare a garantire condizioni di assoluta sicurezza per gli esecutori e per tutti coloro che volevano assistervi.

Alla Pro Loco è dato il ruolo di “sentinella”, di memore “custode”delle tradizioni e del patrimonio materiale e immateriale di cui è dotata la nostra Città. E la nostra Associazione ritiene di aver pienamente assolto a tale ruolo nell’essere riuscita a garantire, pur nelle avverse condizioni meteo della giornata fortemente ventosa, che il tradizionale “rito” dello Scoppio delle Quarantane si compisse anche quest’anno.

Resta – al netto di una necessaria riconduzione del dibattito cittadino entro più giusti confini, scevri di inopportuni parallelismi e sillogismi con ben più ‘pesanti’ eventi e del riconoscimento di principi sui quali siamo tutti d’accordo, ma che nulla hanno a che fare con la Quarantana – una necessità di confronto, da farsi collettivamente, su ogni critica e interpretazione, lontana dal significato reale dello Scoppio del fantoccio; resta una necessità di revisione di ogni restrizione (alle volte incomprensibile) che, di anno in anno, sta generando sempre maggiori difficoltà organizzative nel mantenimento in vita di questa antica tradizione tipicamente ruvese!

L’Associazione Pro Loco continua a sostenere la promozione dei Riti della Settimana Santa e della Domenica di Pasqua; invita tutti ad un’azione sinergica, a più attivi coinvolgimenti e più direttepartecipazioni, rispettose dei caratteri tradizionali dei nostri riti. La città dovrebbe promuoversi, superando i criticismi, scetticismi, particolarismi e divisioni interne; dovrebbe rendersi propositiva… il rischio che qui si riconosce è quello di ledere e minare i nostri portati culturali più profondi, di distruggere quanta bellezza siamo stati in grado di esprimere e trasmettere nel tempo, di far del male alla nostra “Bella Ruvo di Puglia”!

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