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I “TERRIBLE BOYS”: “SIAMO ULTRAS, NON SIAMO DELINQUENTI. PRONTI A SCIOGLIERE IL GRUPPO”

Nota del gruppo organizzato “Terrible Boys”.
“In nome e per conto dei “Terrible boys”, mi duole affermare che ci fermiamo qui.
Con passione ed orgoglio abbiamo sempre sostenuto la locale squadra di basket TecnoSwitch Ruvo, non lesinando incessante e rumoroso tifo per i nostri colori, in tutte le partite interne e in quelle esterne quando ci è stato permesso.
Abbiamo sempre incitato i nostri meravigliosi ragazzi, che ci hanno ripagato con tante vittorie ed il primo posto in classifica.
Complimenti alla società, bravissima a metter su un roster di grandissimo livello, affamato di vittorie e tecnicamente fortissimo, guidato da un mister competente ed esperto, dando vita ad un mix di uomini di livello assoluto per la nostra categoria.
I meriti maggiori vanno al Presidentissimo Nicola Fracchiolla che anche quest’anno ha plasmato una squadra vincente che ci sta regalando enormi soddisfazioni.
Ciò che è avvenuto domenica scorsa ci ha davvero sconcertato!
Arrivati al palazzetto abbiamo trovato una situazione davvero esagerata ed ingiustificata per quanto concerne l’ordine pubblico:
a) Una decina circa di Carabinieri;
b) Personale in borghese, presumibilmente della Digos della Polizia di Stato;
c) Un paio di pattuglie della Polizia Locale;
d) Circa 15 agenti di polizia privata (security).
Dopo esser stati perquisiti, abbiamo constatato che i distributori automatici di bevande (tutte rigorosamente non alcoliche), erano disattivati, e delle telecamere fisse posizionate nei pressi della parte di gradinata che occupiamo solitamente, accompagnati da tamburi e bandiere.
Con questa accoglienza tutti i ragazzi del tifo organizzato si sono demotivati e sono tornati a casa oppure hanno occupato altri posti senza formare il gruppo del tifo solito.
I Terrible Boys non hanno mai usato violenza fisica o verbale, nei confronti degli avversari e dei loro tifosi.
Anche nel contestato episodio del match contro Caserta, qualcuno è entrato sul parquet (famiglie, donne e bambini), dopo che un giocatore avversario ha mostrato il dito medio ad un tranquillo nucleo familiare. In ogni caso, non è stato torto un capello a nessuno e la tifoseria locale non aveva alcun motivo per entrare in campo, atteso che la partita è stata vinta con un notevole scarto e che motivi per “fare ammuina” noi di Ruvo non ne avevamo, a differenza degli ospiti.
Giusto per completare il quadro, chissà perché il questore di Caserta ci vietò la trasferta, pur non essendoci precedenti di alcun tipo.
A livello di comunicazione Caserta ha molti santi in paradiso, hanno una storia cestistica di livello assoluto, che rispettiamo assolutamente, ma non stimiamo l’attuale società che ha montato un quadro falso e fuorviante: Ruvo è un comune pacifico, non violento ed ospitale.
I nostri cori, se volete rumorosi ed incessanti sono tutti rivolti ad incitare i nostri colori e MAI a denigrare o deridere gli avversari, mai abbiamo fatto cori razzisti.
Registriamo un attacco coordinato alla capolista:
a) far passare la nostra comunità come una comunità violenta rappresenta una grave offesa alla civiltà ed alla nostra cultura dell’accoglienza;
b) muovere tanti uomini delle forze dell’ordine, neanche fosse il derby INTER – MILAN, per assicurare l’ordine pubblico, quando poi mi dicono che nelle ore notturne c’è una sola pattuglia che controlla contemporaneamente Ruvo e Corato, ci sembra esagerato;
c) quanto è costato alla dirigenza della nostra amata squadra di basket tenere un esercito di circa 15 steward che presumiamo siano stati pagati dalla società?
Tanto premesso, per amore del basket ruvese, per amore verso la società che tanti sforzi ha fatto, e tanti ne fa, per allestire un team vincente che ci regala tante soddisfazioni, noi ci facciamo da parte, minacciati persino di DASPO, nei prossimi giorni ci riuniremo per discutere relativamente allo scioglimento del gruppo di giovani che si sgolava ogni domenica per sostenere i nostri beniamini.
Le istituzioni politiche locali dovrebbero intervenire presso la Federazione sportiva, presso gli organi di sicurezza ed ordine pubblico per ristabilire, con il buonsenso che la vicenda merita, la verità fattuale dell’episodio contestato”.
In rappresentanza Roberto Mastrorilli.

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