Religione

Anche nella parrocchie e chiese della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi avverrà la colletta nazionale pro terremotati

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, dopo il grave sisma che ha colpito il centro Italia lo scorso 24 agosto, ha indetto una colletta nazionale, che si terrà in tutte le Chiese italiane domenica 18 settembre 2016, in concomitanza con il 26° Congresso eucaristico nazionale (che si svolge a Genova).

Il giorno stesso della tragedia, per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali, la Presidenza della CEI aveva inoltre disposto l’immediato stanziamento di 1 milione di euro, tratti dai fondi otto per mille. Caritas Italiana, dal canto suo, in attesa di concordare interventi più organici anche a medio e lungo termine, ha reso immediatamente disponibili 100 mila euro per ciascuna delle due diocesi più colpite, diverse Caritas diocesane hanno stanziato immediatamente cifre significative.

In vista dell’appuntamento del 18 settembre e per le attività di animazione delle comunità locali sono disponibili sul sito www.caritasitaliana.it, questi materiali:
Spunti per preghiere/celebrazioni eucaristiche,
Dossier sul tema del rapporto uomo-ambiente,
fotogallery.

Anche la Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, come espresso dal Vescovo Mons. Domenico Cornacchia, partecipa all’iniziativa.
Le donazioni in denaro, quindi, possono essere fatte direttamente durante le Sante Messe in ciascuna parrocchia e chiesa della Diocesi, oppure tramite conto corrente postale o bonifico alla Caritas diocesana che, in tempi brevi, raccoglierà il tutto per trasmetterlo secondo le indicazioni di Caritas Italiana.

Di seguito i riferimenti:
conto corrente postale n. 11741709
iban IT68W 07601 04000 0000 11741709 – Poste Italiane
conto corrente bancario IT04Q 03431 41560 0000 00517180 – Carige Italia
intestati a Curia Vescovile Molfetta – causale “Colletta terremoto centro Italia”.
La Diocesi provvederà a mettere insieme la colletta e inviarla a Caritas italiana.

Quanto alla rete Caritas sono state specificate alcune modalità di intervento: si è chiarito che: «non sono previste, né necessarie, raccolte di viveri, vestiario, suppellettili o altri beni materiali»; in secondo luogo, relativamente alla disponibilità manifestata da numerosi volontari (singoli o organizzati) di recarsi nei territori colpiti, si è ribadito che «al momento non è possibile, sia perché le vie di comunicazione sono ancora precarie, sia perché a livello organizzativo appesantirebbero il lavoro delle Chiese locali e di quanti sul territorio sono all’opera». Le disponibilità sono comunque preziose per il lavoro di accompagnamento che verrà programmato per i tempi medio-lunghi.

Per quanto riguarda i gemellaggi (importante segno di partecipazione e comunione, nonché metodo di lavoro affinato dalla rete Caritas dal terremoto del Friuli in poi), si è specificato che si valuterà come attivarli, perché «ogni catastrofe ha specifiche peculiarità. In questo caso occorre tener conto sia della conformazione dei territori, sia della frammentazione delle comunità, sia della presenza, nei luoghi colpiti, di cittadini non residenti che tornavano nei luoghi di origine e di semplici turisti».

Nel solco tracciato da sempre, si ribadiscono per l’azione Caritas dopo i terremoti alcune priorità: vicinanza e ascolto rivolti alle fasce più vulnerabili della popolazione (anziani, minori, malati, poveri); promozione di azioni e servizi sociali ed educativi, rivolti ai soggetti vulnerabili; supporto all’azione di ricostruzione, soprattutto per quanto riguarda infrastrutture di interesse collettivo (centri di comunità, centri socio-assistenziali, strutture di accoglienza, scuole, ecc); contributo al rilancio socio-economico e delle opportunità di lavoro, finanziando progetti di microimprenditoria, cooperativistici, di agricoltura sociale, ecc.

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