Ruvo di Puglia e l’Agenda Urbana Europea: «Creatività e innovazione generano inclusione»
E’ un vulcano Annibale D’Elia, dell’Associazione del Comune di Milano “INnovare X INcludere”, esperto di politiche per l’innovazione della scuola “minerviniana” e uno dei creatori del programma “Bollenti Spiriti”, punto di riferimento delle politiche giovanili europee. Più mite Christian Iaione, esperto di governance dei beni comuni, ex ricercatore e docente alla Luiss, ora alla Unimarconi e fondatore di LabGov – LABoratorio per la GOVernance dei beni comuni.
Entrambi sono stati relatori al convegno “Relazioni. Ecosistema città, governance diffusa, comunità creative”, organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Ruvo di Puglia e svoltosi, ieri, nella gremita Sala Conferenze di Palazzo Caputi. A seguire, un rito conviviale, con fuoco e musica, presso l’ex Biblioteca Comunale di via Largo Le Croci, spazio urbano da rigenerare.
D’Elia e Iaione hanno un pallino fisso: contribuire a creare e a «insegnare» un ecosistema urbano dove cittadini ed istituzioni co-governino, gestiscano i commons, i beni comuni. E questo sistema urbano di autogoverno lo si realizza imparando anche dagli inevitabili fallimenti, perché si sa che il successo si raggiunge non ri-commettendo il 99% degli errori. E una comunità cittadina ha “successo” quando adotta politiche innovative che includono tutti coloro che ne fanno parte, senza lasciare ai margini coloro che arrancano.
D’altronde è quello che vuole l’Agenda Urbana Europea, istituita dal Patto di Amsterdam, approvato lo scorso maggio, che impone una stretta collaborazione tra istituzioni e cittadini per una migliore qualità della vita urbana.
I Paesi Ue sono chiamati a porre in essere politiche integrate urbane per sfruttare, con efficienza, i finanziamenti europei, per ridurre il divario tra centri e periferie anche se le periferie, secondo Annibale D’Elia, non esistono perché «il centro è dove si vive e ogni piccolo luogo vissuto diventa il centro del mondo».
Le città sono anche il campo in cui sperimentare politiche di inclusione, come sta facendo Christian Iaione con i suoi studenti romani, coinvolti in un progetto di integrazione di due famiglie rom, che abitano in un ex distributore di benzina, a Centocelle. Perché è necessario ricordarsi che nelle città in cui ci sono stati processi di integrazione, ci sono stati anche ritorni economici e riduzione dei debiti pubblici, temi tanto cari a chi contrasta o è intimorito dall’accoglienza dei migranti e rom.
Ma, in scala locale, si possono fare diversi esempi di partecipazione sociale.
“Luci e Suoni d’Artista” è stato un laboratorio collettivo che ha coinvolto una pluralità di cittadini, in cui i ruvesi si sono sentiti “city makers”, creatori della propria città. Si possono, tuttavia, fare altri esempi di coinvolgimento: gli incontri con i residenti del Centro Storico per una maggiore vivibilità degli stessi con “Fuori dal Comune”; la rete di RuvoSolidale; la partecipazione, come partner, ad una rete di associazioni del terzo settore che si sta candidando, con un progetto, a un bando nazionale per combattere la povertà educativa sul territorio, «creando, così, una sinergia tra la scuola e la città» come sottolineato dall’assessora Monica Filograno; i prossimi incontri con la cittadinanza relativi alle osservazioni sul PUG, anche se le decisioni finali saranno assunte in seno al Consiglio Comunale, come annunciato dal sindaco Pasquale Chieco.
Tutti esempi, come sottolineato dal primo cittadino, di «democrazia rappresentativa che realizza la democrazia partecipativa».
