Cultura

“’NZIA-MÉ”: LA NUOVA RACCOLTA DI POESIE IN VERNACOLO DEL MAESTRO PIETRO STRAGAPEDE

Sabato 23 novembre, presso la sala conferenze della Pinacoteca Comunale, il maestro Pietro Stragapede presenterà la sua ultima raccolta di poesie in dialetto dal titolo “’Nzia-mé”.

Il poeta ruvese, insegnante per 40 anni presso la scuola primaria “G. Bovio” di Ruvo di Puglia, e ora in pensione, ha composto numerose drammatizzazioni in vernacolo per bambini, tra cui un libro di filastrocche “Felastruocche tra vinde e saule“. Sue le raccolte di poesie in dialetto: “Pone e alèive”, “Pone e pemedore”, “Pone e cepuodde”, “Pone assutte”, “La collane de fofe de cuzzue ,“Ten u rìzze la lìune”, per la quale è stato fregiato di un riconoscimento nell’ultima edizione del concorso nella sezione A “Poesia adita”, oltre che “La Semmona Sande a Rìuve”, che in sei componimenti poetici ha racchiuso la religiosità, la devozione, il sentimento dei ruvesi durante i riti della Settimana Santa.

L’ultima raccolta “’Nzia-mé ”, che tradotto in italiano significa: “Non sia mai che”, oppure “Non accada mai che” è un invito che rende omaggio all’incisività e all’immediatezza del nostro dialetto. La sua struttura, costituita da due sillabe, staccate ma fuse insieme, serve a trasmettere il messaggio benaugurante affinché siano distanti da noi le malvagità della vita, in modo breve ed essenziale e carico di una forza espressiva che solo il dialetto è in grado di offrire.

Il vernacolo di Ruvo di Puglia diviene, di tal guisa, un’arma non violenta e vigorosissima per opporsi agli attentati all’infanzia, al gioco e alla formazione dei bambini, alla natura e alla cultura, alla pace e alla prospettiva di luce. E così “‘nzia mé nu uagnaune sénza pallone/ ‘nzia mé na meniénne ca pérde u attone) n’zia mé u arcobaléne senza cheliure/’nzia mé na scernote tott-alla schiure”.

‘Nzia-mé” che il nostro dialetto scompaia, diventeremmo tutti più poveri e la nostra identità finirebbe per sbiadirsi prima di annullarsi dopo. Il dialetto, quale lingua delle emozioni e delle tradizioni, funge da collante per tutto il nostro territorio.

Ciò che caratterizza la poesia del maestro Pietro Stragapede è, senza dubbio alcuno, il vernacolo e “la tradizione”, che introduce un mondo ampio di umanità  di profonda consonanza con l’avvicendarsi delle stagioni e di fenomeni nei tempi e nei luoghi.

Le qualità della scrittura del poeta ruvese, ricca di cultura popolare e contadina, oltre che di cultura letteraria stratificata, sono confermate in quest’ultima racconta che sarà presentata sabato 23 novembre 2019 presso Palazzo Caputi.

 

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