Religione

MONS. CORNACCHIA: "Ricordando un padre e un amico"

L’editoriale di “Luce e Vita” è firmato da Mons. Cornacchia che ricorda così Mons. Luigi Martella.

“Siamo in molti a non capacitarci che sia trascorso un anno dalla tua dipartita da noi, carissimo mons. Luigi, anzi amatissimo don Gino.
Ti abbiamo conosciuto in molte circostanze e in molteplici aspetti della tua personalità. 
Io personalmente ti sono stato vicino, ti ho accolto come collega, in qualità di padre spirituale, al Seminario Regionale, qui a Molfetta nel 1994. Ero infatti giunto 1’anno prima di te e sei andato via prima di me. 
Mi viene in mente un’immagine per esprimere la mole di ricordi che albergano nel mio cuore, come penso anche nel cuore dei fedeli che tu hai guidato ed amato. Penso ad una montagna. 
È bella da vicino, quando ci inchiniamo a sentirne il profumo dei fiori e dell’erba. In alta quota, della montagna, vediamo solo uno spicchio della sua realtà immensa e sovrastante. 
Quando cominciamo la discesa però, i particolari si diradano, sfumano, svaniscono. Solo allora si comincia a godere uno spettacolo ancora più affascinane e carino. Si gode la visione dell’insieme, dell’unità, della totalità, che non annulla il piccolo, il particolare, ma lo abbraccia, lo avvolge in uno sguardo molto più ampio e comprensivo. 
Allontanandoci da quel 6 luglio 2015, anche se i particolari non saranno vivi come al tempo in cui tu eri con noi, la totalità gigantesca della tua personalità assumerà la bellezza di una cima montuosa, imperiosa, solenne ed attraente! 
Caro Don Gino, ti dico grazie, a nome mio e dell’intera Comunità diocesana. Grazie delle tue parole, del tuo esempio e, soprattutto del tuo silenzio! Immagina quanti pensieri affiorano nella mia mente quando accendo le luci, apro le porte, le finestre della medesima casa in cui tu hai dimorato per circa quindici anni!
Vorremmo ancora metterci in ascolto, soprattutto dei tuoi sguardi silenziosi, ma carichi di comprensione e di celata sofferenza! Insieme, continuiamo a volerci bene, a leggere i segni dei tempi, affinché il Buon Dio ci ispiri ciò che edifica, sostiene ed incoraggia il carissimo popolo a noi affidato dalla sua infinita Bontà. 
Caro don Gino, veglia su di noi!” 

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