Religione

L'EDITORIALE DI "LUCE E VITA": "Un passaggio di testimone"

Pubblichiamo l’editoriale di “Luce e Vita” di questa settimana a firma di Susanna M. de Candia
“Caro don Gino,
tra pochi giorni saremmo stati chiamati a festeggiare i tuoi 15 anni di servizio presso la nostra diocesi (e anche il tuo 68° compleanno, il 9 marzo), ma i progetti umani non sempre coincidono con quelli divini. Adesso, tuttavia, non è il caso di questionare, tutto accade per un volere ben preciso, che non sta a noi contestare, per quanto a volte si manifesti troppo repentino e doloroso.
Noi comunque non vogliamo dimenticarti. Saremo onesti: è vero che in questo momento siamo particolarmente presi dall’ingresso del nuovo Pastore, ma puoi stare tranquillo, perché c’è spazio per tutti tra noi. Quando qualcuno viene a mancare, continua in qualche modo ad essere presente. Tuttavia, è compito di chi resta far in modo che questa presenza sia visibile. Per questo ci auguriamo che alcuni segni che, come Chiesa, abbiamo provato a dare ti siano graditi.
Per l’occasione dell’anniversario che non vivremo, ma che non intendiamo far passare in silenzio, abbiamo scelto questa foto che ti ritrae con il Vescovo Domenico e un giovanissimo ministrante, per due motivi fondamentali. Anzitutto perché siamo convinti che in qualche modo stai vegliando, con don Mimmo Amato, sulla nostra Chiesa locale che ora si appresta a vivere un periodo di cambiamenti e di nuovi equilibri. In secondo luogo perché siamo certi che accompagnerai Mons. Cornacchia, al quale cedi il testimone della fede, nei primi passi qui da noi, così da sostenerlo nel compito per cui è stato scelto. Sappiamo che la nostra realtà non gli è estranea, ma con il supporto di qualcuno che in precedenza ha solcato la stessa strada tutto diventa un po’ più semplice. Sono tempi difficili questi, lo sai anche tu, ma noi continueremo a credere e a esortare, ciascuno con le proprie forze e i propri talenti, quanti incontriamo nel nostro percorso di vita quotidiano e ci faremo «partecipi di un impegno, di portare cioè la determinazione e il coraggio di chi ha scelto di non rassegnarsi a pensare che tutto questo sia normale e inevitabile» come esortasti nel discorso di inizio anno scolastico 2014-15.

Ciao don Gino!”

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