Cronaca

La soccorritrice Enza De Venuto:"La mamma con la figlia? Interiorizzato quello che hanno raccontato. Siamo distrutte."

Angeli del soccorso. Loro, i volontari che offrono sempre sostegno a operatori medici e sanitari ,Vigili del Fuoco e altre Forze dell’Ordine in ogni emergenza, in ogni situazione difficile.

Così è stato anche quel 12 luglio, quando la campagna pugliese, tra Corato e Andria, è stata lo scenario del disastro ferroviario sulla linea Bari Nord.

Sole che picchia inesorabile, caldo cocente, lamiere contorte dal quale si estraggono delicatamente i corpi straziati dei feriti e delle povere vittime.

Tutti coloro che fanno parte della macchina dei soccorsi sono professionisti che, in tali circostanze, operano con lucidità perché è necessario, indispensabile. I sentimenti, le sensazioni si manifesteranno dopo.

 Ma quel giorno non è stato così. Due operatrici del Ser di Corato, Marianna Tarantini di Corato ed Enza De Venuto di Ruvo di Puglia, prodigatesi nei soccorsi hanno fatto propria e resa concreta un’immagine non esistente nella realtà.

Hanno narrato di aver visto coi propri occhi una mamma che stringeva tra le braccia la figlioletta di due anni. Morte.

Marianna Tarantini, all’Huffington Post, ha dichiarato «Erano contro un ulivo, la mamma con il suo corpo proteggeva la bimba piccola ed erano in posizione fetale. Sono le prime che ho trovato, in mezzo a teste, braccia, mezzi busti sparsi ovunque sotto gli ulivi».

A un cronista di Repubblica TV, hanno raccontato “Non si può raccontare quella scena. Solo chi è mamma, chi è genitore può capire in quel momento cosa si è provato”. Quando poi si chiede loro dove ci sia stato il ritrovamento, esse dichiarano di non saperlo dire ma poi aggiungono. “Era a terra vicino a un ulivo. La mamma era sul fianco destro, scusate volevo dire sinistro”. “Adesso stiamo realizzando cosa è successo”.

Il fatto è che tra l’elenco delle vittime stilato dal Prof. Francesco Introna dell’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, non figura una bimba di due anni e mezzo: la vittima più giovane è il nostro concittadino Antonio Summo, di quindici anni.

Cosa è successo, allora? E perché?

Lo spiega, affranta, l’operatrice Enza De Venuto ad Antonio Loconte de “La Stampa”

«Io e la collega siamo state tra le prime ad essere arrivate sul posto, essendo partite da Corato. Mentre attraversavamo i binari, grazie a una scala messa a disposizione dai Vigili del Fuoco, ci invitavano a non procedere, perché stavano coprendo una mamma e una figlia trovate abbracciate. È vero, ci siamo fidate in maniera ingenua di chi ce lo raccontava. Erano in tanti, tutti con la stessa versione. Ci abbiamo creduto, non avremmo dovuto. Siamo rimaste colpite da quella scena e l’abbiamo fatta nostra, raccontandola davanti alle telecamere».

Da quel che dichiara la signora De Venuto, hanno creduto a quanto riferito dai Vigili del Fuoco ma molto probabilmente la concitazione, lo shock per quello che appariva davanti ai loro occhi, avrà forse fatto travisare le loro parole.

Azzardo l’ipotesi – ed è solo un’ipotesi – che forse quello che i Vigili stavano coprendo era il corpo della povera Patty, madre di una bimba di tre anni che era a casa col padre. Forse Patty aveva in borsa una foto della sua piccola, forse la stringeva. I Vigili del Fuoco avranno mormorato qualcosa, commossi, su questa circostanza e Marianna ed Enza, anche loro sconvolte, avranno frainteso.

Certo, c’è il particolare del ritrovamento accanto a un ulivo, dove mamma e figlia sarebbero state ritrovate in posizione fetale…ma, probabilmente, un meccanismo psicologico di difesa avrà indotto loro a ingentilire, in qualche modo, l’orrore che si mostrava ai loro occhi.

Purtroppo sono piombate, addosso a loro, accuse pesanti di sciacallaggio mediatico, di macabro protagonismo, di un inqualificabile “quarto d’ora di notorietà”.

«Non voglio neppure uscire di casa – dichiara ancora Enza De Venuto al giornalista Antonio Loconte– Ricevo insulti e telefonate, qualcuno vorrebbe fossero presi provvedimenti disciplinari nei nostri confronti. Sto malissimo, mi creda. Non ha idea di come ci si possa sentire».

Ingenuità, leggerezza, meccanismi psicologici di difesa…gli operatori del soccorso, come tutti coloro che partecipano attivamente e si prodigano in queste difficilissime situazioni, sono sì professionisti ma sono anche persone con sentimenti e fragilità.

E, a volte, in tali situazioni, dove la lucidità e il sangue freddo devono regnare sovrani, emergono.

E non bisogna dimenticare il grande contributo che Enza e Marianna hanno dato alla macchina dei soccorsi. Questo deve bastare a perdonare la loro leggerezza.

(Fonti Lo Stradone e Repubblica TV)

Un pensiero su “La soccorritrice Enza De Venuto:"La mamma con la figlia? Interiorizzato quello che hanno raccontato. Siamo distrutte."

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza online. Accettando l'accettazione dei cookie in conformità con la nostra politica sui cookie.

Privacy Settings saved!
Impostazioni

Quando visiti un sito Web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookies. Controlla qui i tuoi servizi di cookie personali.

Questi cookie sono necessari per il funzionamento del sito Web e non possono essere disattivati nei nostri sistemi.

In order to use this website we use the following technically required cookies
  • wordpress_test_cookie
  • wordpress_logged_in_
  • wordpress_sec

Rifiuta tutti i Servizi
Accetta tutti i Servizi
error: Content is protected !!