Ruvesi

IL PRESEPE SOSPESO DEL QUARTIERE DI FAMIGLIA. ESEMPIO DI FEDE E SENSO DI COMUNITA’

Si inaugurerà questa sera, 5 dicembre alle ore 20, il presepe sospeso realizzato dal “Quartiere di Famiglia“. Trattasi di istallazioni poste ai balconi di via Adua, via de Lampis e via Luca Cuvilli, che ricostruiscono la storia di Betlemme.

L’iniziativa, partita direttamente dagli abitanti del quartiere, rinominatosi per l’appunto “di famiglia”, ha le sue radici nel marzo 2020, primo lockdown. Ricordiamo tutti quando, alle 18, mano sul cuore, si cantava l’inno d’Italia, Azzurro, Volare costituendo un vero senso di comunità e di vicinanza in un momento di assoluto isolamento e paura. Anche gli abitanti dei dintorni di via Adua portarono avanti l’iniziativa musicale, proponendo anche la recitazione del Rosario. Tutto ciò fino alla cena di quartiere organizzata nell’estate seguente, quando la normalità sembrava essere stata riconquistata.

“E’ stato un momento di condivisione di paure, di preghiere – dice la referente Cinzia Berardi – Abbiamo avuto modo di conoscere chi abitava nella porta accanto, riscoprendo la bellezza delle relazioni con gli altri“.

Poi, con l’arrivo dell’autunno, il nuovo lockdown. A Natale del 2020, dai balconi del quartiere si organizzò una tombolata. I residenti più giovani crearono una piattaforma su cui giocare; i più tecnologici utilizzarono la tombola digitale e i più anziani erano sui balconi. In mano, i mestoli da scuotere sulle inferiate in caso di vittoria. Solo i più piccoli erano per strada: il loro compito era quello di riempire i cesti, pendenti dai balconi, con i premi vinti.

“L’idea di realizzare il presepe sospeso, in realtà, era in mente già l’anno scorso ma non rientravamo coi tempi” spiega Cinzia. Quest’anno invece, tutto è andato in porto, specie grazie all’interazione e alla cooperazione che si è solidificata nel giro di un anno tra gli abitanti del quartiere.

“Mio padre, avente un’azienda di imballaggi, ci ha dato i pannelli di legno già trattati e Stefania Ciliberti, nel suo garage, ha disegnato le varie sagome. Gli uomini del quartiere si sono ritrovati a ritagliare il tutto con gli attrezzi da lavoro: è stato un bel passatempo. Poi si è andati di casa in casa per poter affiggere le figure alle nostre finestre”.

Perché affisse proprio sui balconi?, chiediamo. “Per esprimere la relazione che c’è tra tutti noi del quartiere –  spiega la referente – Alla base dell’idea c’è proprio la complicità e, soprattutto, la fede: tutte le relazioni sono belle quando c’è Gesù che nasce“.

Conclude: “Questo presepe del Quartiere di Famiglia, è solo un punto di partenza; è un progetto che arricchiremo anno per anno. Non vogliamo avere nessun primato ma solo essere d’esempio per tutti gli altri quartieri. Ultimamente sui social si leggono tante polemiche futili sulla nostra città e sulla sua organizzazione. Se solo ogni quartiere prendesse a cuore quello in cui vive non sarebbe così. Ognuno fa del suo meglio per lì dove risiede. Bisogna farlo per tutti, incentivando, così, le relazioni e il coinvolgimento di tutti, dai bambini agli anziani e, soprattutto, incrementando il senso di comunità“.

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