Enogastronomia

DINO SAULLE: “CANCELLAZIONE DELLE IMPOSIZIONI FISCALI E RISTOBOND”

“Un quinto dei locali slow food rischia seriamente di non riaprire bottega”, la denuncia è delle presidente Fipe ristoratori Bari/Bat, Dino Saulle, un grido d’allarme che ogni giorno nei ristoratori si fa sempre più concreto e forte. La burocrazia legata al mondo bancario nella concessione dei 25.000,00 €, l’incognita derivante dalla non certezza nella data di riapertura e nelle disposizioni da attuare rende incerto il futuro. L’ottimismo c’è ed è vivo, nella filiera che tiene a cuore la cura del palato dei propri clienti.

I ristoratori hanno chiesto e ottenuto la possibilità di lavorare per asporto, come avviene in tutta Europa. Ma la spesa varrà l’impresa? “Bisogna provarci – spiega Dino Saulle – per smuovere la nostra economia nel pieno rispetto delle restrizioni. Magari così facendo rimettiamo in moto un sistema al momento bloccato e che mette in grossa difficoltà anche i nostri dipendenti che non hanno percepito un euro di cassa integrazione fino a questo momento”.
Servirebbe anche un indennizzo con delle risorse vere, a fondo perduto per le imprese, parametrate alla perdita di fatturato e ai costi da sostenere per mettere in sicurezza gli ambienti, i collaboratori e i clienti: “Serve anche una moratoria sugli affitti, una compensazione per il periodo di chiusura e per il periodo di ripartenza. Così come è necessaria la cancellazione delle imposizioni fiscali come Imu, Tari, affitto suolo pubblico e altre imposte fino alla fine del periodo di crisi e sospensione pagamento delle utenze. Non è possibile pagare queste tasse con i locali chiusi”.

Prolungamento degli ammortizzatori sociali fino alla fine della pandemia e a chi mantiene parte del livello occupazionale degli sgravi fiscali e, in vista dell’estate, sarebbe importante la concessione di spazi all’aperto più ampi nel periodo di convivenza con il virus, per favorire il distanziamento sociale e permettere agli esercizi di lavorare.
E’ del presidente FIPE Dino Saulle l’idea di proporre i “ristobond” anche in Puglia: “Sono buoni di acquisto, il cui valore nominale aumenta fino al 25%. Il cliente sostiene il suo ristorante preferito e compra un’obbligazione che spenderà, quando sarà possibile, con un valore maggiorato fino al 25%. Funzionano molto bene nei paesi anglosassoni da noi forse potrebbero incontreranno più resistenza. Possono servire a rimettere in contatto i ristoratori con la propria clientela ed è un primo passo e a portare liquidità nelle nostre tasche.
Tutto serve per tamponare il dramma sociale: “Stiamo vivendo un periodo drammatico e dobbiamo provarle tutte. Certamente non si ha la presunzione di ribaltare la situazione, cerchiamo anzitutto di dare un segnale di speranza ricostruendo una relazione fiduciaria tra i ristoratori e i propri clienti e se poi arrivano un po’ di risorse non potranno che fare bene”.

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