Amministrative

Un caldo confronto tra i candidati sindaco in Piazza Menotti Garibaldi

Si è tenuto nella serata di martedì 21 settembre il confronto tra i candidati sindaco ruvesi a cura del Coordinamento Azione Cattolica cittadina di Ruvo e Acli. Moderato da Tommaso Amato, responsabile adulti diocesano di Azione Cattolica, non si son fatti mancare i toni alti e tensioni tra il numerosissimo pubblico.

Tre domande per cinque minuti ciascuno più due finali per spronare il pubblico a votare per sé.

Presenti tutti i candidati ma, dopo le brevi presentazioni di sé, il candidato Biagio Mastrorilli è dovuto andare via, ringraziando e scusandosi con gli organizzatori e gli altri candidati, per un comizio già programmato.

Tre i temi toccati: lavoro, giovani e sostenibilità della città, temi cari al circolo Acli.

Lavoro

La prima domanda, sottoposta da Silvia Bonsi, presidente del circolo Acli di Ruvo, ha toccato il tema lavoro, il quale dice “ce n’è, anche tanto, ma molto sottopagato”. “Occorre ridare dignità al lavoro” e chiede ai candidati come hanno in programma di farlo. Inoltre la domanda di Bonisi, ne implica un’altra, e cioè capire come i candidati abbiano intenzione di rendere Ruvo più inclusiva per quanto riguarda gli stranieri e coloro che il mercato del lavoro, ultimamente, ha lasciato ai margini.

È così i primi cinque minuti di risposta sono del candidato Santi Zizzo. Conferma quanto detto dalla presente e dice: “Nel mio programma ci sono tre pietre miliari: salute, vivibilità e lavoro, tutte e tre connesse tra loro. Occorre riconoscere il giusto consenso, che sia uomo, donna, straniero. E non devono esserci deleghe sennò verrebbe meno il senso civile – e aggiunge come, nel suo programma, ci sia l’intenzione di creare una task force che si metta al servizio dell’imprenditore e non lo faccia suo nemico. “La politica dell’affiancamento va rifondata – dice- e questo deve partire dalla formazione e collaborazione per una comunità coesa”.

La seconda risposta è del candidato Domenico Berardi. Da imprenditore di rivolge agli stessi e dice: “Chi sottopaga non è un vero imprenditore”. Afferma che il trovare lavoro non è un dovere di un’amministrazione bensì dell’impresa ma, a proposito della prima, dice: “Ci sono state serie di amministrazioni disastrose perché attente alle cordate di compagnia“. Parte un applauso tra il pubblico ma dice di non volerlo: “Solo il 5 ottobre lì accetterò perché solo allora avrete capito cosa voglio dire”. Domanda troppo impegnativa per un tempo troppo limitato.

La risposta di Pasquale Chieco giunge invece dalla sua professione di giuslavorista. Riprende la stessa affermazione di Berardi ma aggiunge: “Il comune non può creare lavoro o fare impresa ma può creare un sistema“. Parla della zona industriale con i permessi per il diritto di proprietà, permettendo di fare impresa in un luogo proprio.
Poi la zona PIP finalmente libera che, da ora in poi, permetterà a nuove imprese di stabilirsi nel territorio cittadino. “Continuiamo a parlare di fatti -dice- Due anni fa abbiamo stipulato una convenzione con Ruvo e Città Futura, società che gestisce la domanda e offerte di lavoro su Bari e ora verrà nella nostra città. Questa analizzerà le imprese ruvesi e in base al fabbisogno della città porrà offerte di lavoro. Ci saranno bandi selezionati per start up per piccole imprese e poi un opificio industriale come incubatore di imprese dove i giovani con risorse innovative e creative potranno svolgere la loro start up gratuitamente per due anni”.

Luciano Lorusso controbatte leggendo alcuni punti del programma di Chieco che secondo lui non sono il necessario per portare lavoro a Ruvo e favorire il fattore giovanile. Parla di responsabilità mancate e di responsabilità da prendere per i prossimi cinque anni nell’ambito del lavoro.

Giovani

A porre la nuova domanda ai candidati è un giovane ruvese, Francesco Ursi, socio AC parrocchia San Domenico. Questa volta il tema verte sui giovani come lui, descritti in questa campagna elettorale come “problematica da risolvere”. E così chiede ai candidati presenti come pensano di favorire il talento giovanile ruvese, parlando di spazi dedicati a questi, oltre che di lavoro.

La prima risposta è di Berardi. “Non ci sono fatti, ma teorie” dice e invita l’Azione Cattolica a portare i suoi giovani presso il suo stabilimento per mostrare come fare impresa.

“Non è tollerabile che il lavoro sia sfruttato” risponde Chieco. I toni, però, poi si scaldano quando parla del reddito di cittadinanza il quale, per Chieco, non è causa di mancanza di lavoro. “Va migliorato certo, e ve lo dicono tutti i sindaci sia di destra che di sinistra -dice e aggiunge tra gli applausi- Quando non si hanno le risorse, essere dietro la scrivanie è pesantissimo e doloroso; il reddito di cittadinanza, invece, ha aiutato gli amministratori a liberarsi dalla continua domanda di lavoro -e punzecchia- Chi dice il contrario ha la lega in coalizione che lo ha approvato“. E poi luoghi di aggregazione. “I giovani non sono un problema ma una risorsa” e parla di tutti i progetti attuati e in atto: da ‘Na murg d’idée a Luci e Suoni d’Artista. “Bisogna fare comunità e questa è la volontà che abbiamo“.

É Lorusso che prende subito dopo la parola e lo fa dando motivo di concitazione al pubblico. Controbatte alla frecciata di Chieco sulla Lega con toni alti. Cresce la tensione quando una voce tra l’accalcata folla manifesta un tale disappunto da costringere il moderatore a invitare la calma e i candidati a non incitare il pubblico. A tal punto anche i toni di Lorusso si placano e ritorna alla domanda iniziale parlando di diversi festival in programma organizzati da e per i giovani, laboratori linguistici, e poi le varie iniziative per lo sport e la prospettiva di lasciare spazio a tutte le attività musicali.

Santi Zizzo, invece, accentua l’importanza dei luoghi scolastici come luoghi di crescita. “Credo negli enti educativi -dice- Scuole, oratori. Non ci vogliono soldi ma collaborazione anche da parte dei genitori“.

Sostenibilità

La terza domanda è posta direttamente dal moderatore Amato. Ripreso un passaggio dell’enciclica di Papa Francesco, si chiede ai candidati quali siano le loro iniziative in programma per incentivare una migliore vivibiltà e sostenibilità del paese.

Il primo a rispondere è Pasquale Chieco che parla delle azioni svolte e previste per la mobilità sostenibile. Cita, poi, altre azioni ulteriori messe in campo, il PUG ad esempio, alla quale citazione hanno risposto ululati di disapprovazione dal pubblico. “Basta disegni di nuovi palazzi in periferia, occorre rimettere a posto il centro storico. Poi, a voci sempre più inferocite provenienti dal fondo promette: “Noi andiamo avanti”

É il turno di Lorusso che riprende il PUG di Chieco, solo dopo aver fatto richiesta di farsi disinfettare il microfono: “Solidarietà a ingegneri e architetti che hanno dato sangue al PUG e poi sono stati schiaffeggiati dall’amministrazione“. Parla ed elogia l’enciclica di Francesco, per lui “un monito ai potenti” e poi dell’ambiente, esortando alla necessità di politiche in suo favore visti i dati negativi circa le risorse in esaurimento.

Prossimo alla risposta è Santi Zizzo per il quale la qualità dell’ambiente è un bene di tutti e sostiene come a Ruvo non ci sia considerazione di questo fattore. Parla anche dell’assistenza domiciliare e, in merito alla vivibilità, dice che debba partire dalla partecipazione comune. Da rappresentante del sindacato nazionale di odontoiatri, sostiene la sua battaglia per l’istituzione di un odontoiatra di famiglia “perché tutti devono avere diritto a un sorriso“. Per Zizzo, partire dalla salute per ampliare il discorso della vivibilità non può essere un progetto se non ne si ha una visione generale. “Deve partire una rivoluzione dal basso -conclude- far sentire l’idea di un cambiamento altrimenti è inutile lamentarsi“.

A concludere il capitolo vivibilità è Domenico Berardi. Parte da una frase di Chieco per il quale i giovani non riescono nel lavoro per via del misero stipendio. Per l’imprenditore ruvese si è trattato di “scelleratezza”: “Se il sindaco ha studiato sui libri -dice- l’artigiano sulla pelle”. Racconta la storia della sua azienda, dell’esproprio di alcuni suoi terreni e delle somme pagate per riaverli. Lo fa scontrandosi con alcuni membri dell’amministrazione Chieco. “Se avrò l’opportunità di essere sindaco, la prima cosa che devo combattere sono i contenziosi – e rivolto al lavoro di Chieco dice – avete creato danni, spese legali, espropri. La mentalità comunista dell’esproprio la dovete cancellare e il comune deva avvicinare le parti e non creare le premesse per entrare eternamente in causa“. Infine, aggiunge: “Per non immischiarmi in una o nell’altra tendenza, ho deciso di creare una lista civica, perciò se avete voglia di cambiamento non votate per l’avvocato (ndr Pasquale Chieco) o per il medico (ndr Luciano Lorusso), ma per chi respira la città di Ruvo“.

Appelli alla cittadinanza

La parte conclusiva della serata giunge con gli appelli che i candidati rivolgono ai presenti in vista del 3 e 4 ottobre.

Inizia Luciano Lorusso: “Noi governeremo con l’unico modo che conosciamo con le persone e dunque con l’ascolto, partecipazione, dialogo e confronto. Faremo governare la città dai ruvesi e il 3 e 4 ottobre andrete a eleggere 25mila sindaci”.

Segue Santi Zizzo: “Auguro a tutti di votare con consapevolezza. Nel vostro animo ci sono già delle idee e io le rispetto tutte perché fanno parte del vostro vissuto. Abbiamo poche risorse e solo lavorando insieme possiamo diventare il centro di riferimento che tutti vorranno imitare. Buon voto e buona vita.”

Prossimo è Domenico Berardi. Si scusa per i toni severi utilizzati e rivolto all’Acli ribadisce: “Vorrei un appuntamento con i giovani per parlare con loro. Voglio vedere se l’Azione Cattolica vuole farsi davvero carico di trasmettere un progetto reale, sostenibile e con un finanziamento virtuale. Nessuno sa cos’è; lo dirò quando mi dare l’appuntamento”.

Conclude Pasquale Chieco che invita a sostenere la sua candidatura per i motivi scritti nel programma e nel rendiconto. “Siamo corretti; trovate tutto lì: non chiacchiere ma fatti con una serie di elementi concreti. Inoltre, è la prima volta che un sindaco si ricandida; è sinonimo di resistenza, e farlo dopo un anno e mezzo di pandemia è una cosa difficile” e conclude ringraziando l’Azione Cattolica per l’opportunità del confronto.

“Ai cittadini ora, il compito della scelta”, conclude Amato.

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