Attualità

Asili nido sempre più in bilico: la situazione dal Nord al Sud Italia

Nonostante sia uno degli obiettivi più importanti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, al momento il piano di ampliamento degli asili nido appare irrealizzabile. Complice la burocrazia, le continue proroghe e le mille contraddizioni, la creazione di 264.480 posti entro il 2025 sembra un progetto utopistico, soprattutto perché a mancare sono anche gli educatori.

I dati

4,6 miliardi di euro è la cifra destinata all’ampliamento degli asili nido in Italia. Una cifra molto alta, che forse però non basterà a colmare il gap con le altre nazioni europee, molto più avanti per quanto riguarda la frequenza dei servizi educativi per i bambini sotto i tre anni. Secondo i dati Istat, se infatti la media europea è del 36,6%, quella italiana è del 27,5%, in leggero aumento rispetto al 2021, ma solo a causa della denatalità. Anche in questo caso, però, ci sono numerose differenze tra Nord e Sud Italia. Come riportato da Openpolis, infatti, mentre nel Centro Italia ci sono 36 posti ogni 100 bambini e nel Nord 35, nel Mezzogiorno il numero scende vertiginosamente, arrivando a 15,2 ogni 100.

Tra le regioni del Sud, particolare la situazione della Puglia, spaccata in due: se infatti tra Lecce e Brindisi i numeri sono migliori, nel resto della regione la disponibilità di posti negli asili nido è esigua. Tra le province più in difficoltà, Taranto (14 posti ogni 100 bambini), Barletta-Andria-Trani (14 su 100) e Foggia (16 su 100).

Inoltre, alla già difficile situazione di partenza si sono aggiunti poi ritardi, proroghe e cavilli burocratici, che hanno colpito e penalizzato ancora una volta le regioni del Sud Italia, più in difficoltà rispetto a quelle del Nord nel rispettare le scadenze. Ciò ha fatto sì che le regioni con meno candidature andate a buon fine siano state proprio tre regioni meridionali, ovvero Basilicata, Molise e Sicilia. Eppure, l’obiettivo del PNRR era proprio colmare il divario Nord-Sud, destinando il 40% delle risorse al Mezzogiorno.

Mancano gli educatori

Alle problematiche già elencate, se ne aggiunge però un’altra: anche se il piano di ampliamento degli asili nido dovesse andare a buon fine, non ci sarebbero comunque gli educatori per farli funzionare. Secondo l’Istat, infatti, per poter inaugurare tutti i nuovi asili ne servirebbero 32 mila in più.

Un numero molto alto, raggiungibile però attraverso un maggior dialogo e una maggiore collaborazione tra atenei, amministrazioni regionali ed enti locali. Nonostante per diventare educatore negli asili nido basti una laurea triennale in scienze dell’educazione, conseguibile anche online, sono ancora pochi coloro che scelgono questa strada, sono ancora pochi coloro che scelgono questa strada. Eppure, visto l’enorme bisogno di esperti e vista l’ondata di pensionamenti dei prossimi anni, conseguire una laurea in questo settore offre oggi moltissime possibilità lavorative.

L’università online, in particolare, permette di risparmiare tempo e denaro, grazie alle lezioni fruibili direttamente da casa, senza quindi la necessità di spostarsi e di spendere soldi per i trasporti o per gli affitti. In più, la possibilità di iscriversi in qualunque periodo dell’anno, di farsi seguire da un tutor durante il percorso di studi e di ascoltare le lezioni in qualsiasi momento, rende l’università online ancora più flessibile, personalizzabile e accessibile a tutti.

Bambini del Nord e bambini del Sud

Secondo l’ultimo rapporto Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, un bambino del Nord Italia ha un’istruzione maggiore e un’aspettativa di vita più elevata rispetto a un bambino del Sud. Un dato preoccupante, che dimostra come l’indebolimento delle politiche scolastiche abbia incrementato ulteriormente il divario Nord-Sud.

Un divario fatto di infrastrutture fatiscenti, pochi investimenti, attività extrascolastiche inesistenti, nessuna attività sportiva e meno ore complessive di scuola: per questo motivo creare un sistema educativo che fornisca opportunità paritarie per tutti i bambini, indipendentemente dalla regione in cui vivono, è sempre più fondamentale.

 

 

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