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TACCONI E L’ARTE DI PARARE, MERCOLEDI’ A RUVO DI PUGLIA PER IL 20° ANNIVERSARIO DELLO JUVENTUS CLUB “ANDREA FORTUNATO”

17 dicembre dedicato ai giovani e ai festeggiamenti per il 20° anniversario dello Juventus Club “Andrea Fortunato” con la presenza dell’ex portiere della Juventus Stefano Tacconi.

La figura del Cav. Michele Pellicani sarà centrale: il suo ruolo decisivo per la crescita di numerosi ragazzi in campo calcistico e non, per la crescita del calcio giovanile a Ruvo di Puglia, per la sua grande capacità di ideare e organizzare eventi. Lo Sport sotto l’albero continua nel suo nome attraverso l’opera di Rocco Pellicani e taglia il nastro della 19^ edizione.

Patrocinato da Comune di Ruvo di Puglia, da Confcommercio Ruvo di Puglia e dall’Asi, all’interno si terranno tanti eventi sportivi che si concluderanno con il Gran Galà del 30 dicembre.

Mercoledì 17 dicembre si comincia alle ore 15.30 con il 4° Memorial “Cav. Michele Pellicani”, un triangolare di calcio under14 con ASD Di Domenico, Real Olimpia Terlizzi, Molfetta Giovanile presso la Stadio Comunale. Alle ore 18.00 ci si sposterà presso l’auditorium del Liceo Scientifico “O. Tedone” per la presentazione del libro “L’Arte di parare” con la presenza di Stefano Tacconi.

Sarà un modo per celebrare il 20° anniversario della nascita dello Juventus Club “Andrea Fortunato”.

Nella vita di Stefano Tacconi c’è un primo e un secondo tempo, con una data spartiacque che è quella del 23 aprile 2022. Nel primo tempo è stato uno dei giocatori più rappresentativi di un calcio mitico, quando la Serie A era davvero “il campionato più bello del mondo”, punto di arrivo per i veri fuoriclasse. Con il suo coraggio e la sua guasconeria, tra il 1983 e il 1992 Tacconi è stato portiere e giocatore simbolo della Juventus, capace di raccogliere l’eredità di un totem come Dino Zoff, condividendo lo spogliatoio, tra gli altri e nel corso delle stagioni, con “Le Roi” Platini, Gaetano Scirea, Marco Tardelli, Gianluca Vialli. Una carriera straordinaria che lo ha visto vincere, fra i diversi titoli, due Scudetti, la Coppa dei Campioni allo stadio Heysel e, da protagonista assoluto, la Coppa Intercontinentale del 1985 contro l’Argentinos Juniors. Il secondo tempo inizia il giorno in cui, poco dopo aver preso parte a un evento di beneficenza, viene colpito improvvisamente da un aneurisma cerebrale dal quale si salva grazie al provvidenziale intervento di suo figlio Andrea. Da lì, e solo dopo essere uscito dal coma, comincia una nuova fase, di speranze, di paure e di fede, di nuovi compagni e di medici e fisioterapisti come tostissimi allenatori. Di ospedali, da Asti ad Alessandria, da Milano a San Giovanni Rotondo, trasferte di una geografia totalmente nuova. Una fase inattesa fatta di tanta sofferenza, di tantissima volontà e anche dell’ironia che a Stefano non è mai mancata, in campo e fuori. L’arte di parare è il racconto sincero, commovente e divertente di una vita coraggiosa, sfrontata, assaporata fino in fondo, tanto nei giorni di gloria quanto nelle avversità.

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