Attualità

RIFIUTI, IL CONSIGLIO DI STATO DA’ RAGIONE AI GESTORI DEGLI IMPIANTI. FORTI RICADUTE ECONOMICHE SUI COMUNI

Grosse ricadute economiche sui Comuni riguardante la gestione dei rifiuti dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che chiude la partita in favore dei gestori.

AGER aveva promosso l’applicazione della disciplina degli “impianti minimi”, cioè quelli ritenuti essenziali ai fini della chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti in Puglia al fine di rendere operativo un meccanismo di calmierazione delle tariffe di conferimento al cancello basato sulla normativa regolatoria di settore.

Tale impostazione era stata fatta propria anche dalla Regione Puglia. Gli atti di AGER e di Regione Puglia, nonché la stessa deliberazione di ARERA 363/2021 sono stati fatti oggetto di impugnativa da parte dei gestori degli impianti, che hanno avviato un contenzioso, in primo grado, presso il TAR Lombardia e, in secondo grado, presso il consiglio di Stato, avente ad oggetto proprio l’applicazione della disciplina degli impianti essenziali alla chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti, c.d. “impianti minimi”. Gli esiti di tale contenzioso si sono consolidati nella circostanza che ha visto il Consiglio di Stato pronunciarsi con sentenza n.10550 del 6 dicembre 2023 nel senso opposto a quello auspicato da AGER in materia, e che avrebbe permesso di determinare le tariffe al cancello degli impianti essenziali al ciclo dei rifiuti pugliese secondo il metodo determinato da ARERA. Il Consiglio di Stato, nel merito, ha ritenuto che l’impianto definito da ARERA nella delibera 363/2021 fosse carente dei poteri di disporre alle Regioni la facoltà di individuare gli impianti essenziali per la chiusura del ciclo e che questa fosse materia su cui solo il Legislatore avesse competenza ad esprimersi.

Il Consiglio di Stato ha stabilendo che non è potere delle regioni violere le norme sula libera concorrenza per far fronte alle criticità nella gestione dei rifiuti. Per l’anno 2021 bisognerà integrare il 41,8% e per il 2022 l’11,6%.

Negli atti di prossima adozione è contenuta la revisione dei valori tariffari di conferimento che, con le dovute differenze che si riscontrano per ogni singolo impianto, non può che vedere l’applicazione del meccanismo di adeguamento alla variazione dell’indice ISTAT sopra riportato, giungendo così a un significativo aumento delle tariffe di conferimento.

Nella nota informativa, AGER ha detto di essere pienamente consapevole che “tale revisione produce di fatto un significativo aumento dei costi a carico delle comunità coinvolte, ma è altrettanto consapevole del fatto che, a seguito della pronuncia del Consiglio di Stato in materia, non vi è alternativa legittimamente perseguibile diversa dall’applicazione delle clausole contrattuali a suo tempo stipulate con le società che gestiscono gli impianti”.

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