Cultura

Pino Minafra & la Banda, le musiche rare della Settimana Santa commuovono e incantano

Chi segue le processioni della Settimana Santa molfettese conoscerà e apprezzerà, per il suo pathos, “Tramonto tragico”, la marcia funebre composta dal Maestro Angelo Inglese per onorare i musicisti Giuseppe Breglia, Sebastiano Rotondella e Mauro Altizio, vittime in un incidente stradale mentre, con gli altri membri del complesso bandistico “Città di Molfetta”, si stavano recando a Manfredonia,alla festa della Madonna del Carmine. Era il 4 luglio 1945.

Il Maestro Inglese, direttore del complesso bandistico, nello stesso anno scrisse il componimento e più di settant’anni dopo, nella Cattedrale di Ruvo di Puglia, suo nipote, il Maestro Angelo Inglese jr., lo ha riproposto dirigendo la Banda di Ruvo di Puglia, nell’ambito del Concerto di Pasqua che ha concluso, domenica scorsa, la settima edizione del “Festival Internazionale Wanda Landowska – Pianofestival”, affidato alla direzione artistica della Maestra Margherita Porfido.

Il Concerto, nel programma di “Ruvo a Primavera 2018”, è stato organizzato dall’Associazione “Terra Gialla”, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del  Comune di Ruvo di Puglia, di Bärenreiter e della Pro Loco di Ruvo di Puglia, in collaborazione con l’Associazione culturale e musicale “Angelo Inglese”.

Nel Concerto, la cui guida all’ascolto è stata affidata alla Maestra Fiorella Sassanelli, è stato presentato il progetto speciale “Musiche rare della Settimana Santa – tradizione e innovazione”, firmato da Pino Minafra & La Banda. Un progetto che è lo scrigno di preziose quanto poco conosciute – almeno dalla stragrande maggioranza dei ruvesi – marce funebri del ricco repertorio musicale della Settimana Santa, dirette dai Maestri Michele Di Puppo e Angelo Inglese jr.

La sofferenza della Madre per il proprio Figlio, una sofferenza che  si intreccia alle lacrime, ai drammi, alle lotte ma anche all’amore, al coraggio presenti nel nostro quotidiano, ha trovato sublime espressione, attraverso le trentanove voci degli strumenti a fiato e a percussione,  in “A mia madre” del Maestro Antonio Cece; “Dolore inconsolabile” del Maestro Alessandro Amenduni; “Requiescat in Pace”del Maestro Luigi Cirenei, l’“Eterno riposo” del Maestro Antonio Amenduni.

L’innovazione nella tradizione, la consueta concessione alla follia in “stile Minafra”, invece,  si è incarnata nella rivisitazione di “Su l’onda d’amore”, tratta da “Doux Dèsirs” (Dodicilune) di Ihab Radwan e Michel Godard, ospiti dell’International Talos Festival 2017, dove l’oud e il serpentone hanno trovato un originale e sofisticato corrispettivo nel tubo “suonato” da Pino Minafra e nel sax soprano di Nicola Pisani, accompagnati entrambi dalla Banda, la cui «memoria è affidata a noi, alla nostra sensibilità, alla nostra volontà di mantenere vive le tradizioni e il nostro ricco patrimonio culturale», ha commentato lo stesso Minafra in chiusura del concerto, applaudito perché appuntamento tanto atteso quanto amato.

E la grandezza e la preziosità della banda trovano risalto nelle parole di Pietro Mascagni e Riccardo Muti che Minafra ama ricordare quale humus della sua e loro formazione artistica.

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