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“MEZZA PAGNOTTA”: DALLA MURGIA AL DESERTO DELL’EGITTO

Laudato sii o Signore per nostra sorella Murgia. Per i suoi infiniti orizzonti silenziosi e per i polmoni verdi. Per ogni grumo di terra e di roccia selvaggia. Per ogni ciuffo d’erba e per le boccate di quiete scippate al fracasso urbano.

Che paesaggio! Aspro. Talmente difficile da far rizzare i capelli in testa anche al più volenteroso degli avanguardisti.
Eh… ma ci sono le eccezioni! Perché c’è chi di quella terra non vuole mica alterarne il DNA, sconvolgerla, ammazzarla, piegarla al suo volere. Rispettandone i cicli e il carattere rude e generoso insieme, c’è chi lassù, tra quei sassi e la sua desolazione, difficile a credersi, ha scoperto l’America e i suoi inesauribili tesori vegetali.

Chi sono costoro? Due instancabili “formiche della Murgia”, due fratelli, Francesco e Vincenzo Montaruli, che, simmetrici al millimetro pure nelle idee culinarie, sotto la fuorviante insegna di “Mezza Pagnotta“, impiattano nel loro risto altro che scialbi panini da cash and carry, ma le delizie mediterranee di sua maestà la Murgia. E del foraging ne hanno fatto il loro karma.

L’eco dei pionieri di terra nostra è giunto forte e chiaro fino al CIHEAM (Mediterranean Agronomic Institute) di Bari che, nell’ambito di NEMO (un programma di cooperazione finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e che si pone tra gli obiettivi l’assistenza, la ricomposizione e lo sviluppo socio-economico delle Comunità costiere del Mediterraneo) ha spedito fuori dai confini nazionali, in Egitto a Matrouh, quali inviati speciali di Puglia, la formica rossa Francesco, nonché Vincenzo Montaruli, internazionalizzando la cucina etnobotanica della loro “Mezza Pagnotta”.

Con l’obiettivo di incrementare anche i dialoghi in cucina, i due “chef ruvesi delle erbe”, insieme al leccese Carlo Esposito, cuoco dei tesori del mare, sono stati coinvolti nell’evento “Magdy Restaurant” per promuovere alcune specie di pesce di Matrouh sottovalutate dai consumatori.

La squadra di chef italiani, coadiuvata dal collega egiziano, Farag El Awary, ha elaborato per l’Iftar (pasto serale che interrompe il digiuno quotidiano durante il mese islamico del Ramadan) di circa 40 persone tra cui rappresentanti di Ministeri e autorità locali beduine, ricette innovative usando il pescato e le erbe locali del deserto come spezie.

Già, perché in mancanza della Murgia, i Montaruli mica perdono il vizio e per il foraging si spostano nel deserto. Lunghe passeggiate per raccogliere erbe come la salicornia (asparago di mare), che, agli occhi dei commensali, incredibilmente si sono trasformate da semplice erbaccia per cammelli a regine del piatto.

Un’altra bella esperienza per i nostri di Mezza Pagnotta che si aggiunge alle due precedenti in Tunisia e in Libano vissute nel 2017 e anche Ruvo di Puglia si fa grande.

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