Cultura

Maria e Tonino, storia di un grande amore in “Verranno i giorni della pace” di Amalia Mancini

Il 1943 è un anno di guerra e un anno d’amore. Il 4 marzo 1943 nasce un ragazzino di nome Gesù Bambino da una ragazzina amata da un soldato americano. Questo amore è cantato da Lucio Dalla. Il 2 dicembre 1943 Maria e Tonino, un’apprendista sarta e un marinaio, tremanti per i bombardamenti che flagellano Bari, si amano perché quando tutto intorno regna sovrana la morte – la prima morte chimica per iprite – si cerca disperatamente di aggrapparsi all’amore, alla vita. Questo amore è narrato da Amalia Mancini ne “Verranno i giorni della pace” (edizioni Gelsorosso), presentato ieri nel quarto appuntamento di “Evoluzioni Libri”.

Con l’autrice hanno conversato la professoressa Liliana Bruni, particolarmente commossa da questa storia che le ha fatto vibrare il cuore anche per i legami familiari con la città di Bari, e il professore Vito Antonio Leuzzi, storico e direttore dell’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, che ha tracciato un quadro storico e sociale entro cui si muovono Maria e Tonino e tutti coloro che gravitano intorno a essi.

Tante piccole storie che vanno a comporre la grande storia, raccontata spesso dai vincitori, ma che deve avvalersi anche del contributo dei piccoli, delle tante Maria e dei tanti Tonino che hanno vissuto la paura, hanno fatto i conti con le restrizioni alimentari. Ma accanto a questa storia di guerra corre una storia di solidarietà tra donne, di amicizia, di amore tanto che originariamente il romanzo si sarebbe dovuto intitolare “L’amore ai tempi della guerra”. Come ha sottolineato la professoressa Bruni, si è portati a mano nella Bari di via Crisanzio, nella Bari popolare dove dalle finestre provengono le canzoni del Trio Lescano, sulle frequenze di RadioBari. Testimonianze individuali, visioni personali della Grande Storia che la professoressa Mancini ha ricostruito anche attraverso le testimonianze raccolte da chi ha vissuto tali esperienze, dai giornali d’epoca, dai libri e dal web.

Il professor Leuzzi definisce “Verranno i giorni della pace” un percorso di memorie costellato da episodi di violenza sulle donne, mancato riconoscimento dei diritti dei lavoratori, sfruttamento di giovani apprendisti (la storia di Maria è emblematica). Un storia in cui i personaggi sono bozzoli che attendono di divenire farfalle grazie alle lotte sociali che, decenni dopo la fine della guerra, porterà alla istituzione della scuola dell’obbligo, sottraendo, almeno sulla carta, i bambini dal lavoro. Porterà alla liberazione. Parole significative, come puntualizzato dall’assessora Monica Filograno, soprattutto per la presenza di ragazzini di scuola media. Gli stessi ragazzi a cui la professoressa Mancini ha dedicato una poesia che apre il libro. Una poesia di pace e speranza.

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