Agricoltura

L'olio extravergine di oliva pugliese costoso e raro. Si temono frodi

Caccia all’olio extravergine di oliva pugliese, merce rara e preziosa nella campagna 2016/2017 per effetto del crollo del 40% della nuova produzione.
I prezzi alla borsa merci di Bari, la più rappresentativa a livello nazionale, sono in significativo aumento – rileva Coldiretti Puglia – con un balzo del 54% dai 3,70 euro al chilo della scorsa campagna ai 5,70 euro segnati oggi.
La penuria di olio pugliese fa crescere anche i rischi di frode ed inganni in una situazione in cui c’è più olio spagnolo che italiano nelle bottiglie riempite a livello nazionale che in 2 casi su 3 contengono prodotto straniero proveniente per oltre il 60% dalla Spagna, il 25% dalla Grecia ma per quasi il 10% da un paese extracomunitario come la Tunisia.
Per questo Coldiretti Puglia ha donato una bottiglia di olio extravergine al Presidente della Regione Emiliano, al Presidente del Consiglio regionale Loizzo, ad Assessori e consiglieri regionali, impegnati in Consiglio regionale, per far assaggiare l’EVO novello e chiedere un impegno condiviso per promuovere il consumo di olio pugliese attraverso campagne di comuniaczione ad hoc e contro frodi e sofisticazioni. Il consiglio di Coldiretti è quello di guardare con più attenzione le etichette ed acquistare oli extravergine ottenuti al 100 per 100 da olive italiane, quelli a denominazione di origine DOP o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica.
Il flusso ininterrotto di prodotti agricoli che ogni giorno dall’estero attraversano le frontiere serve a riempiere barattoli, scatole e bottiglie da vendere sul mercato come ‘Made in Italy’. In Puglia le importazioni complessive di oli di oliva ammontano in media a circa 87.000 tonnellate, di contro le esportazioni si aggirano sulle 38.000 tonnellate.
“Ecco spiegato come mai – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – nel corso dell’ultimo decennio le importazioni complessive di oli di oliva in Puglia siano cresciute rapidamente, nonostante la Puglia sia la regione più olivicola d’Europa. Gli oli stranieri vengono importati principalmente da Spagna, Grecia e Tunisia, acquistati a prezzi più bassi rispetto al prodotto regionale e utilizzati dagli imbottigliatori per ‘costruire’ blend con oli regionali. Di fronte al moltiplicarsi di frodi, con le indagini che hanno coinvolto anche grandi gruppi per olio di bassa qualità venduto come extravergine o quello straniero spacciato per italiano, bisogna stringere le maglie della legislazione per difendere un prodotto simbolo del Made in Italy e della dieta mediterranea e togliere il segreto sulle importazioni di materie prime alimentari dall’estero perché sapere chi sono gli importatori e quali alimenti importano rappresenta un elemento di trasparenza e indubbio vantaggio per i consumatori e per la tutela del ‘made in Italy’ agroalimentare”.
“Per questo va applicata alla lettera la ‘legge salva-olio’ – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – la n. 9 del 2013 ed è necessaria l’accelerazione dell’iter del disegno di legge che reca le “nuove norme in materia di reati agroalimentari”, elaborato dalla commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, magistrato e presidente del comitato scientifico dell’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. a supporto dell’attività degli organismi di controllo che hanno uno strumento in più per contrastare frodi e sofisticazioni. Dall’introduzione in etichetta del termine minimo di conservazione di 18 mesi dalla data di imbottigliamento, al riconoscimento di nuovi parametri e metodi di controllo qualitativo, dalle sanzioni in caso di scorretta presentazione degli oli di oliva nei pubblici esercizi all’estensione del reato di contraffazione di indicazioni geografiche a chi fornisce in etichetta informazioni non veritiere sull’origine, dall’introduzione di sanzioni aggiuntive come l’interdizione da attività pubblicitarie per spot ingannevoli, al rafforzamento dei metodi investigativi con le intercettazioni, fino al diritto di accesso ai dati sulle importazioni aziendali, sono solo alcune delle misure previste dal provvedimento”.
La PLV (Produzione Lorda Vendibile) del comparto olivicolo-oleario è pari al 20% della totale PLV del settore agricolo, per un valore di 600 milioni di euro, così come il comparto partecipa alla composizione del Prodotto Interno Lordo dell’intera ricchezza regionale per il 3%.
Gli oli di oliva stranieri – precisa la Coldiretti – percorrono centinaia di chilometri in nave e/o in autobotti che non solo contribuiscono all’emissione di CO2 nell’atmosfera, ma proprio per le condizioni di trasporto si degradano. Gli oli di importazione vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etich

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