Sport

Lo sportivo della settimana: intervista a Justin Crosgile

Nasce oggi un nuovo appuntamento in casa “Ruvesi.it”. Ogni settimana vi racconteremo la storia di un atleta distintosi per meriti sportivi nel corso del weekend appena terminato.

Questo percorso parte da un incontro con Justin Crosigile, combo guard statunitense classe ’91 in forza alla Tecnoswitch Ruvo, autore domenica scorsa di un canestro a poco meno di venti secondi dal termine del match contro il Geofarma Mola. Un palleggio-arresto-tiro che ha segnato la fine della serie da incubo di sette sconfitte consecutive per la squadra ruvese e ha permesso a Justin di festeggiare al meglio il proprio ventiseiesimo compleanno segnando esattamente 26 punti.
Dopo una prestigiosa esperienza universitaria a UTEP e una buona parentesi nella seconda serie spagnola, Justin è approdato a Ruvo da circa tre settimane e ha avuto immediatamente un grande impatto con il nuovo campionato, mantenendo nelle due gare fin ora disputate una media di 27 punti a gara.
Ecco, dunque, la breve intervista concessaci dallo sportivo della settimana:

Innanzitutto congratulazioni per il tuo tiro decisivo e auguri di buon compleanno, anche se in ritardo. Quali sono le tue prime impressioni e sensazioni dopo queste tre settimane trascorse fin qui a Ruvo?

E’ un bel posto, un piccolo paese, ma le persone che ci circondano sono eccezionali. Abbiamo una buona organizzazione qui: il direttore sportivo, lo staff tecnico, i tifosi. Tutti sono estremamente disponibili e buoni con noi. Anche il clima sta migliorando: un’esperienza davvero positiva fin qui.

Dopo esserti laureato negli USA sei approdato in Europa. Son passati circa due anni da quando sei qui, dunque hai accumulato abbastanza esperienza di pallacanestro europea per poter comparare i due diversi modi di giocare: quali sono le maggiori differenze tra il basket statunitense e quello europeo?

Il basket europeo è leggermente più incentrato sui fondamentali, sulla chimica di squadra e c’è molta meno propensione al gioco uno contro uno. Qui viene prediletta la conoscenza dei fondamentali del gioco, ad esempio è un po’ differente la regola legata alla violazione di passi. Sono entrambi bei modi di intendere la pallacanestro, anche oltreoceano c’è una grande competitività.
Io in ogni caso credo che l’elemento più importante sia la distanza dalle nostre famiglie, che è una cosa fantastica perché ci permette di crescere da soli e entrare a contatto con altre culture e nuovi stili di vita: come non amare, ad esempio, il cibo italiano!

Ho osservato la personalità e la freddezza con la quale prendi le decisioni in campo, caratteristiche proprie di tanti giocatori che a fine carriera hanno deciso di diventare coach. Alla luce delle tue esperienze – tanto quella europea quanto quella collegiale- ti piacerebbe intraprendere una carriera da allenatore al termine della tua carriera?

Forse, penso di sì. Io voglio sentire il contatto con questo gioco: dopo tanti anni passati sui campi non voglio che il mio rapporto con questo sport si dissolva. Se dovessi pensare a me senza la pallacanestro mi intristirei. Dunque se a fine carriera mi si presentasse la chance di avere una carriera in panchina, la accetterei. So che ci vuole molto lavoro, ore spese nello studio di video e statistiche e notti insonni ma se dovessi avere la possibilità di farlo, lo farei: è una sensazione meravigliosa, appagante. Sarebbe un’opportunità eccezionale.

Ringraziamo Justin Crosgile per la disponibilità, augurandogli di continuare ad avere un simile impatto con la maglia della Tecnoswitch.
Continuate a seguirci per conoscere i prossimi “sportivi della settimana”!

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