LA VIA DEI PRESEPI: CHIESA DI SAN DOMENICO
Sulla scia di quanto promosso dalla Pro Loco di Ruvo di Puglia, ruvesi.it in collaborazione con “Kairos – Il Senso Sacro delle Cose” in Corso Piave, 15, hanno deciso di percorrere la via dei Presepi e ospitare le descrizioni e le foto di quanto realizzato nelle Chiese di Ruvo di Puglia. Cominciamo dalla Chiesa di San Domenico.
La rappresentazione della natività del Redentore quest’anno è inserita nello scenario geografico della Palestina.
Il racconto evangelico di Matteo recita così:“E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele” (Mt 2,6).
Già nel Libro di Michea tra il VII e VI a.c. il profeta annunciava: “E tu, Betlemme di Efrata così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele”.
Betlemme a circa 10 Km a sud di Gerusalemme era una piccola borgata ma sin da allora nobile, perché aveva dato i natali al re Davide.
La Sacra Famiglia durante il parto della Vergine si trovavano a Betlemme per ottemperare ad un decreto di Cesare Augusto, l’imperatore aveva ordinato che si censisse l’intera popolazione dell’Impero Romano, Giuseppe infatti era originario della cittadina, essendo lui della casa e della famiglia di Davide.
Luca 2,7, racconta : la Vergine “Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo”.
Il parto non avvenne in una locanda, così come riportato dall’evangelista, allora dove avvenne?
Presumibilmente l’evento della nascita di Cristo avvenne in una grotta, si ma dove? Non è possibile sapere esattamente se la grotta fosse una delle infinite cavità naturali, che si trovano nei pressi di Betlemme, o un antro adibito a stalla in una qualche locanda. Comunque, la tradizione che risale alla prima metà del II sec., è esplicita : si tratta di una grotta-stalla.
La nostra rappresentazione infatti si rifà all’ipotesi più probabile, ovverosia un antro di una imprecisata abitazione adibito a stalla.
Che cosa ci vuole raccontare il nostro presepe?
I vari personaggi della scena svolgono le loro attività di tutti i giorni, non sanno ancora che cosa sta per succedere in quella grotta dove al momento ci sono una giovane donna e il suo sposo.
Il paesaggio che ammiriamo dove il Figlio di Dio è venuto a nascere è caratteristico e riproduce nella semplicità le forme tipiche dell’abitato palestinese Anche noi viviamo la nostra quotidianità e, al contempo, siamo in attesa del Natale. Ma di quale Natale?
Che sia questo un Natale di pace per tutta l’umanità.
Simone Salvatorelli