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LA LAUREA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS: IL RACCONTO DEL RUVESE VINCENZO COLAPRICE

La laurea ai tempi del Coronavirus: il ruvese Vincenzo Colaprice proclamato dottore magistrale in Scienze storiche, con 110 e lode, via web, nella propria camera a Trento.

L’emergenza Coronavirus ha stoppato le attività delle università ma non quelle delle discussioni delle tesi. Il Covid-19 non ha fermato, di certo, la cultura e il conseguimento dei propri obiettivi.

Laurearsi senza la formalità delle sedute di laurea così come avvengono tradizionalmente – commenta Vincenzo – è stato strano. Da un certo punto di vista meno stressante. Tutto si è concluso nel giro di mezz’ora e non ci sono state preoccupazioni particolari rispetto a ritardi, tesi da stampare, abbigliamento ecc. Spero di rivedere presto i miei relatori non appena sarà finita l’emergenza. Raggiungere Trento sarebbe stato complicato per molti miei amici e parenti, per cui la modalità dello streaming mi ha permesso di averli tutti vicini. Forse è questo l’unico vantaggio che ho riscontrato“.

Vincenzo, inoltre, è uno dei tanti studenti fuori sede che ha preferito non tornare a casa per senso di responsabilità. Ci scrive: “Sono rimasto a Trento. Per me era impensabile tornare giù soprattutto perché fino ad un paio di settimane fa non avevo alcuna certezza sulle modalità di svolgimento delle sedute di laurea. La sola città di Trento ad oggi registra più di 300 casi di contagio, sebbene i pazienti gravi siano pochissimi. Sarebbe stato da irresponsabili tornare a casa“.

Finora – continua – la mia quarantena è trascorsa lavorando alla tesi mattina e sera. Ora invece mi trovo ad avere davanti molto tempo libero. Cucino, leggo, guardo serie e film. E poi c’è la politica che comunque mi tiene impegnato“.

Rispetto all’emergenza che stiamo vivendo – aggiunge il ruvese – mi sento di dire che bisogna mantenere la calma e la lucidità. Siamo tutti immersi in questa battaglia disperata con il virus ma allo stesso tempo dobbiamo essere attenti a difenderci, seguendo tutte le indicazioni che ci vengono fornite. Tante cose cambieranno quando finirà questa emergenza e già stanno cambiando nell’economia e nella società. Mi auguro che la politica segni un cambio di rotta. Questa esperienza ha dimostrato quanto sia fondamentale per noi un sistema sanitario pubblico, dopo anni di tagli e chiusure di ospedali. Spero davvero che si ritorni ad avere investimenti pubblici nella sanità, nei trasporti, nel lavoro e nell’istruzione. Sarà l’unico modo per farcela“.

Conclude infine: “Sto attendendo la pubblicazione dei bandi di dottorato, molti dei quali sono bloccati dalla situazione attuale. Spero di iscrivermi ad un dottorato in storia contemporanea, ma allo stesso tempo ho tutte le carte in regola per un eventuale concorso per l’insegnamento nelle scuole. Bisognerà attendere la fine dell’emergenza per scoprire cosa succederà“.

Ad Maiora, Vincenzo!

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