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LA BE BOARD AFFRONTA OSTUNI PER LA SECONDA GARA INTERNA CONSECUTIVA

Per il terzo sabato consecutivo, la Be Board Ruvo scende in campo alle ore 16.00 dinnanzi al proprio pubblico.

In un Palasport inebriato dagli odori culinari provenienti da altre parti della città, i ruvesi di mister Tedone attendono Ostuni e vogliono continuare la propria personale “sagra” di vittorie, cominciata con quella interna sul Cus Molise.

Malgrado la rosa corta, i tanti acciacchi fatti registrare in questo avvio di stagione, la Be Board Ruvo ha un buon bottino punti da incrementare, specie nelle gare interne.

“In casa è sempre fondamentale vincere”  ha affermato il vice-allenatore Beppe Campanale, tornato a Ruvo di Puglia dopo l’esperienza canosina della scorsa stagione.

Lo staff tecnico ruvese è ben affiatato e sa che occorre non mollare mai la guardia per provare a raggiungere il prima possibile l’obiettivo salvezza: “Abbiamo la possibilità di migliorare giornata dopo giornata, gara dopo gara, e dobbiamo dimostrarlo”.

Della stessa idea, e non potrebbe essere diversamente, l’head coach Rocco Tedone che inquadra la gara interna con Ostuni: “

“Quella contro il Cus Molise è stata una vittoria importante, e spero lo sarà altrettanto quella di domani. Molti club hanno investito tanto, noi non siamo tra quelli. Ma sarà il campo a fare da giudice”

Dopo le vittorie contro Futsal Capurso e Cus Molise e il pareggio con lo Shaolin Soccer Potenza, il Futsal Ruvo cerca il quarto risultato utile consecutivo per confermarsi in zona play off. Al PalaColombo arriva la matricola Olympique Ostuni: “Quella contro il Cus Molise è stata una vittoria importante e spero lo sarà altrettanto quella di domani. Tutte le gare che abbiamo disputato sin qui, eccetto quella contro il Manfredonia, ce le siamo giocate fino alla fine. Non ci saranno partite semplici. Vedo un campionato molto equilibrato, non esistono formazioni più deboli rispetto alle altre. Ogni weekend ci saranno sorprese. Sono molti i club che hanno investito tanto, e noi non siamo tra quelli. Ciò non significa che siamo più deboli, sarà sempre il campo a fare da giudice”.

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