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Gli Angeli naufraghi sui passi di San Francesco

Dal 31 dicembre al 6 gennaio, la Mostra icono-fotografica “Mediterraneo senza spettatori – Naufragi con Angeli”, dopo Riace, Aliano e Matera, ha fatto tappa nella mistica e mite Assisi, sulle orme di San Francesco o Francesco, familiarmente chiamato da Nicola Cesareo, presidente della Fondazione “Angelo Cesareo”, organizzatrice dell’evento.

La mostra di Assisi è stata preceduta da una conferenza stampa svoltasi il 19 dicembre scorso.

Nicola Cesareo ha scritto otto pagine di diario su quelle giornate, di cui qui è proposto un sunto. Il titolo è “Sui passi di San Francesco: il Tau degli Angeli”.

Un gruppo, composto da Nicola, Vincenzo e Rosanna, parte qualche giorno dopo Natale, alla volta di Assisi. Li accoglie la pioggia. Subito i tre si recano alla Cittadella dove incontrano Anna Nabot, responsabile della Galleria della ”Cittadella”, con cui concordano la configurazione della mostra che, a differenza delle altre, sarà disseminata, con studiata casualità, nei luoghi vissuti da Francesco, seguendo un percorso a forma di Tau. Rivotorto, Gubbio, Cortona e La Verna saranno i luoghi francescani degli Angeli.

Le icone poggeranno su reti di pescatori e sacchi grezzi, insieme a stralci del “Cantico delle Creature”: ogni luogo avrà un’icona simbolo. Oltre alle icone, saranno disseminate le foto di Donato Anselmi, Domenico Mastandrea e Marco Volpe dell’Associazione “Angelo Cesareo”.

Il giorno dopo, si recano al Santuario di Rivotorto dove sorse la prima comunità francescana. Le icone sono allestite nella cappella del Santo: sono state realizzate dagli alunni di scuola elementare della Maestra Gabriella. L’immagine simbolo è l’angelo dalle ali di acqua che si chiede il perché delle sofferenze patite dai migranti durante i viaggi dagli esiti spesso fatali.

All’Eremo delle Carceri, sulle pendici del Monte Subasio, il gruppo dispone un grappolo di icone nel pertugio del costone di roccia sotto cui si trova la statua del Santo intento a rimirare, in dialogo mistico, il Cielo. Le icone, illuminate da una lanterna, raffigurano l’aria e le nuvole. Un angelo-falena che attraversa il Mediterraneo e un angelo seduto sulla riva, da cui soffia il vento, pongono a Dio lo stesso angoscioso interrogativo sulla condizione dei migranti, con cui si dovrebbe entrare in empatia, abbandonando la posa di freddi e indifferenti spettatori.

Nel Santuario della Spogliazione, in Piazza del Vescovado, dove Francesco rinunciò all’eredità paterna, denudandosi, c’è un chiostro con un pozzo: lì sono state collocate altre icone. Simbolo del luogo sono due angeli che sembrano duellare e danzare. In seguito, si recano presso le Suore Alcantarine dove lasciano alcune formelle di ulivo su cui disegnare angeli del naufragio. Infatti, a ogni tappa, la mostra si arricchisce di icone realizzate in laboratori ad hoc, dove ognuno può disegnare un angelo del naufragio, una creatura che salvi gli altri e lo stesso creatore.

Nicola Cesareo con Jacopo Fo e Mario Pirovano

Il giorno dopo, il gruppo si reca a La Verna, dove Francesco ricevette le Stimmate, e all’Eremo delle Celle, presso Cortona. A La Verna, dove le icone sono poste nella cappellina adiacente a quella delle Stimmate, l’angelo simbolo è un piccolo serafino che dorme tra le fiamme. All’Eremo delle Celle, illuminato con lanterne e lumi dai Cappuccini che lo custodiscono, l’angelo icona è un uccello che stringe, tra le zampe, un tronco spezzato d’albero. Esso vola su un prato fiorito.

Un volo di rondini segna la Porziuncola o Basilica di Santa Maria degli Angeli, mentre l’icona di Frate Sole che illumina un uomo-angelo incarcerato adorna il Santuario di San Damiano. La sera, il gruppo si reca nella Chiesa Nuova-Casa paterna di Francesco, dove saranno collocate altre icone. Accanto alla Casa, nella viuzza dedicata al padre di Francesco, Pietro Bernardone, si trova un presepe. Una candela con fiammelle che seguono i disegni del legno di ulivo è l’icona simbolo del posto. Essa è stata realizzata da una ragazza ghanese che, a Natale, ha dato alla luce una bimba.

Sotto il porticato della Basilica Inferiore di San Francesco, accanto all’albero di Natale, è collocato un gruppo di icone. Per quel luogo è stata scelta la strofa iniziale del Cantico e simbolo sarà un angelo con le mani poggiate sugli occhi e i colori dell’ arcobaleno sullo sfondo. «I colori vorrebbero suggerire le tante laudi che sono del Signore, mentre il significato dell’immagine, di quelle mani sugli occhi sarà espressione del gioco delle emozioni di quegli ”spettatori” che, mentre corrono scivolosi e veloci come anguille tra negozi di souvenir, piazze e basiliche, vorranno soffermarsi e provare, lì, per qualche attimo, a ”inabissarsi”».

A mezzogiorno, il gruppo colloca nel chiostro della Pace del Convento di San Francesco a Gubbio, un altro gruppo di icone. La formella simbolo è un bambino salvato dalle acque, mentre un angelo vola su di lui: un naufrago divenuto angelo che aiuta un’altra creatura? Poco più in là, si trova la chiesetta della Vittorina, che sorge nel punto dove Francesco ammansì la lupa. E’ chiusa, così legano un’icona riacese ai rami di un ulivo lì vicino.

La sera di Capodanno del 2018, le icone sono allestite nel Centro di Accoglienza Caritas ”Casa Papa Francesco” di Santa Maria degli Angeli, dove, nel 2013, papa Francesco condivise il pasto con diseredati, migranti, senza tetto, disadattati. L’icona simbolo è un «angelo color rosso che, su un legno di ulivo bucato si muove, come dai confini di un cratere, per il mondo. E il mondo, nei suoi sconfinamenti e terre di margini, nei suoi naufragi ed esodi, nelle sue periferie senza terra e senza Senso, senza figura e senza volto, sarà quello del TAU. Un angelo chiederà a Francesco: «Francesco, nel tuo canto per noi abissale, quale parola potrò ancora dire…?».

Dopo Capodanno, Nicola, Vincenzo e Rosanna sono raggiunti da altri amici ruvesi tra cui Mariella M., Vincenzo I., Franco A. e Flora D., Francesco L.C., Rosaria P. e suo marito Angelo. Il gruppo percorre i sentieri di Francesco, seguendo il Cantico e gli angeli. Avvolti in una temperatura primaverile, i pellegrini percorrono Assisi, abbandonandosi alla sua bellezza sobria e antica e a confronti polemici con Ruvo di Puglia «dove, senza scandalo alcuno, si saccheggiano la storia e il paesaggio urbano, si sbiancano le cattedrali e si distruggono le piazze per far posto alla insensatezza dei non-luoghi e all’orrore del puro vuoto». Non manca una stilettata a Luci d’Artista.

Il vagabondaggio tocca i punti della mostra itinerante. Alla Cittadella, Anna Nabot li accoglie parlando delle mostre che ospita, del fotografo friulano Elio Ciol e del pittore americano William Congdon. Qui, sono esposti anche disegni realizzati da bambini, verso la fine degli anni Sessanta, sul tema della fratellanza e delle conquiste spaziali: tra essi c’è quello di una bimba ruvese, alunna della Maestra Celeste Mastropirro.

Non può mancare la visita agli affreschi di Cimabue, Giotto: guida d’eccezione lo storico dell’arte Enrico Sciamanna. Il pellegrinaggio prosegue nei luoghi francescani dove li attendono gli angeli del naufragio: diventa, quindi, un viaggio, immortalato anche nelle foto di Francesco e Vincenzo, alla riscoperta della natura, di sé stessi e del messaggio di mitezza lasciato da Francesco.

Il giorno dopo, il gruppo si reca in Toscana, nei pressi di Cortona, per visitare l’Eremo delle Celle, uno dei luoghi di meditazione di Francesco: lì si tiene una conversazione con Padre Antonio, che svela anche la sua storia, i suoi tormenti prima della “chiamata”. Una visita al centro storico di Cortona con la guida dell’organista Massimiliano Rossi conclude la giornata.

Arriva il giorno dell’Epifania e arriva il momento dei saluti. All’albergo che li ha ospitati è donato un piatto su cui è stata disegnata una barca con le ali e la vela a forma di Tau.

A Gubbio, visitano anche l’Ecovillaggio – Libera Università di ”Alcatraz”, diretta da Jacopo Fo. Con il figlio di Dario Fo e Mario Pirovano, attore teatrale e traduttore e interprete dei monologhi del Nobel, parlano di progetti da condividere. Jacopo regala alla Fondazione audiovisivi, libri, lavori teatrali del padre e manifesti.

Dopo i saluti, il gruppo parte alla volta di Ruvo di Puglia. Lo sguardo si sofferma, alla partenza, sul più grande albero di Natale al mondo: quello della collina di Gubbio.

Il diario completo sulla tappa di Assisi e su tutte le tappe precedenti può essere letto sulla pagina Facebook dell’evento.

(Foto © Pagina Facebook Mediterraneo senza spettatori – Naufragi con Angeli)

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