Giornata della Memoria, il sindaco Chieco: “Per Salvatore e Maria”
Il pensiero del sindaco Pasquale Chieco sulla Giornata della Memoria.
L’8 novembre del 1944 bussarono alla porta di casa Di Palo, un appartamento come tanti, in via Duca della Vittoria 5 a Ruvo di Puglia. Una cartolina “notificava” alla signora Maria che suo figlio, Salvatore era morto, tre mesi prima, nel campo di concentramento nazista di Buchenwald.
Non è la scena di un film, la pagina di un romanzo; è un fatto che è accaduto nella nostra città, nemmeno troppi anni fa, in una strada che molti di noi frequentano quotidianamente.
La storia siamo noi.
Personalmente non riesco nemmeno a immaginare cosa può aver provato Maria in quel momento: penso a un dolore gigantesco, improvviso. All’ingiustizia di un genitore che sopravvive a un figlio.
Salvatore Di Palo era un ragazzo Ruvese di 25 anni, contadino e meccanico assegnato all’Aeronautica partito in guerra nel 1940, arrestato dai tedeschi e deportato a Dachau nel 1943. Fino all’agosto del 44 lavorò da prigioniero nel sottocampo di Allach, dove la BMW fabbricava motori per aerei. Morì nell’agosto del 1944 a Buchenwald sfiancato dai lunghi mesi di lavoro forzato.
Salvatore non era ebreo, era uno degli oltre 40.000 (quarantamila!) Italiani deportati dai tedeschi nei campi di concentramento. Non era ebreo, ma come gli ebrei (gli ebrei italiani deportati furono ben 9.000) fu deportato, umiliato come essere umano, ammazzato.
Voglio ringraziare di cuore il dottor Vincenzo Colaprice per avere riportato alla luce la storia di Salvatore e più in generale per il suo meticoloso lavoro di ricerca delle vicende dei nostri concittadini che vissero quel periodo storico drammatico dalla parte giusta, restituendoci così la memoria storica e sociale di quegli anni terribili.
Della vicenda di Salvatore Di Palo si parlerà lunedì 30 gennaio alle 18.30 a Palazzo Caputi durante l’incontro “Percorsi della memoria in Puglia – storie, luoghi e accoglienza”, organizzato per la nostra amministrazione dall’assessorato alla Cultura di Monica Filograno.
La memoria è un problema di chi rimane.
Allenarsi a ricordare resta un esercizio fondamentale per una comunità sana in grado di costruire il proprio futuro evitando gli errori del passato.
Nella #GiornatadellaMemoria ricordiamoci dei crimini fascisti e nazisti contro l’umanità, dei molti, troppi che girarono la testa per non vedere, delle centinaia di vite (i neonati, i vecchi, …) umiliate e distrutte, dell’orrore della guerra, della negazione delle libertà fondamentali. E ricordiamoci soprattutto dei Giusti, della bellezza della Pace, della grandezza e della fragilità della Democrazia.
Sono davvero contento nel leggere le tante azioni in programma in città nei prossimi giorni: tutti passi che vanno in questa direzione.
Chissà come è stata da quel giorno in poi la vita della signora Maria, chissà come trovò la forza d’animo per andare avanti. Sicuramente tenne sempre viva, negli anni a seguire, la memoria di suo figlio.
La giornata di oggi sia anche l’occasione per onorare anche lei.
Buon 27 gennaio a tutte e tutti noi.