Attualità

DEBITI FUORI BILANCIO – L’EX ASSESSORE AL BILANCIO SALVATORE DI RELLA: “ADOTTARE IL NUOVO REGOLAMENTO DI CONTABILITA'”

L’ex Assessore al Bilancio del Comune di Ruvo di Puglia, dott. Salvatore Di Rella, interviene sulla questione dei debiti bilanci e divulga una nota nella quale chieda che nel nostro Comune venga adottato il nuovo regolamento di contabilità, riservando una specifica sezione ai debiti fuori bilancio.

Negli enti locali spesso accade che a fronte di particolari esigenze di spesa, non procrastinabili, non vi sia l’adeguata disponibilità di risorse in bilancio. Per tale ragione, ed anche per evitare maggiori danni all’amministrazione, gli uffici ordinano comunque la fornitura o la prestazione a terzi, trascurando di perfezionare il relativo impegno di spesa. Una omissione, questa, che storicamente ha visto i dirigenti ed i responsabili degli uffici esposti a responsabilità per danno erariale. La nuova versione dell’art. 194 del TUEL ha invece previsto la lettera e), ossia la possibilità di riconoscere i Debiti assunti dall’ente in difformità alle regole giuscontabili di spesa, a condizione che siano dimostrati due elementi: che la spesa abbia comportato un arricchimento per l’ente e che i debiti siano stati contratti per il perseguimento delle finalità istituzionali (utilità). Lo sforzo maggiore, a partire dal mio insediamento è stato quello di fare riemergere e rivalutare una serie di situazioni giacenti da anni e soprattutto calmierare i fornitori sui tempi di pagamento. La mole di debiti fuori bilancio a novembre 2014 si aggirava intorno a € 700.000,00. Importo questo già depurato di quanto i fornitori avrebbero concesso a titolo di “riduzione”, ove il pagamento fosse stato eseguito entro il 2014. E diversi incontri con i Consiglieri hanno portato alla condivisione di un percorso che avrebbe dovuto portare alla eliminazione dell’intera partita debitoria, con vantaggi per l’amministrazione e soprattutto per le ditte fornitrici. Nel frattempo furono individuate anche le risorse per finanziare l’intero debito. Il provvedimento di riconoscimento fu predisposto e accompagnato dalla relazione tecnica che gli uffici predisposero dopo aver valutato – per ogni singola spesa – l’esistenza dei presupposti di legge. Ma il provvedimento non piacque ai revisori che, eccedendo nelle motivazioni del parere, avrebbero voluto una relazione più dettagliata, ulteriori argomentazioni a dimostrazione dell’intervento, dell’utilità della spesa e dell’arricchimento da parte dell’ente. Il parere negativo dei revisori costrinse infatti i Consiglieri a ritirare – dall’ordine del giorno – il provvedimento di riconoscimento. Si iniziò da subito a lavorare per completare e perfezionare il lavoro precedente. Personalmente ho dedicato diverse giornate per recuperare le attestazioni di esecuzione dei lavori, per classificare le singole spese (d’investimento o ordinarie), per concordare gli importi a saldo con i fornitori e per far quadrare le risorse necessarie a saldare le singole posizioni. Una relazione tecnica “aggiuntiva”, rispetto a quella “bocciata” dai revisori, e una corposa documentazione probatoria a corredo, corroborò l’intera attività: ad ogni fattura furono allegate le attestazioni di intervento con esplicitazione della sua natura. In diverse occasioni, ai revisori dell’epoca, fu preannunciata la sottoposizione, per il parere, del nuovo provvedimento oggetto di revisione ed approfondimento. Ma si sa, in certi casi, si fa prima a cambiare gli interlocutori piuttosto che convincerli che hanno esagerato. Per dovere di trasparenza, l’amministrazione decise comunque di portare in Consiglio comunale il lavoro sino ad allora svolto sul debito, affinchè i consiglieri prendessero atto della sua consistenza, della sua composizione e delle future possibilità di riconoscimento. Il Consiglio deliberò la presa d’atto acquisendo consapevolezza sul futuro provvedimento che avrebbe definitivamente chiuso la vicenda. La cosa più complicata fu calmierare i fornitori che già da tempo avevano paventato di ricorrere in sede giudiziaria. Ed infatti, alcune posizioni divennero ben presto titolo esecutivo, rispetto al quale l’amministrazione dovette saldare il conto con somme ben più elevate rispetto a quanto inizialmente preventivate. L’insediamento del nuovo organo di revisione, a febbraio 2016, ed il loro immediato coinvolgimento nella questione, rinvigorì gli iniziali propositi. Al nuovo Consiglio spetterà, ora, il compito di portare a termine il lavoro con la serena contezza ed il merito di riconoscere a tante ditte, chiamate negli ultimi 8 anni ad operare per il bene della collettività, il corrispettivo per le forniture di opere e servizi indispensabili al funzionamento dei servizi comunali in momenti di severe difficoltà finanziarie. Difficoltà ben note a livello nazionale. La Corte dei conti, nell’ultima relazione con la quale ha riferito al Parlamento sulla gestione finanziaria degli Enti locali per l’esercizio 2014 ha evidenziato che per i Comuni e le Province, l’ammontare dei debiti fuori bilancio riconosciuti è passato da 834,9 milioni di euro del 2013 a 909,6 milioni del 2014, con un incremento per i Comuni del 21,4%.Un trend che dimostra le enormi ristrettezze finanziarie nelle quali i comuni italiani versano e che “costringe” molto spesso gli enti a “eludere” l’iter di spesa. Il costante monitoraggio delle procedure di spesa e l’immediata emersione di ciò che è “sfuggito” è un imperativo al quale l’attuale amministrazione non potrà sottrarsi. Da subito andrebbe adottato il nuovo regolamento di contabilità, riservando una specifica sezione ai debiti fuori bilancio, fissando termini annuali per il contestuale riconoscimento e controlli più rigidi sulla spesa che, qualora indifferibile, potrà essere assunta anche attraverso la procedura prevista dal TUEL per i casi di assoluta necessità ed urgenza.

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