Cronaca

Condannato a sei anni per stalking e tentata estorsione un 26enne di Ruvo di Puglia

Il Tribunale di Trani, in composizione monocratica nella persona del Giudice Rossella Volpe, ha condannato a sei anni di reclusione un uomo di 26 anni di Ruvo di Puglia, ha ritenuto responsabile di una serie di gravi reati nei confronti della compagna, tra cui atti persecutori, tentata estorsione e molestie aggravate dall’uso di strumenti telematici, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso. La sentenza ha accolto integralmente la linea difensiva dell’Avv. Mariatiziana Rutigliani, legale di fiducia della vittima, che ha ricostruito un quadro drammatico di vessazioni psicologiche, minacce gravi e condotte manipolatorie perpetrate nel tempo ai danni della donna.

“Adesso vengo là e accendo la macchina di tuo padre, ti tolgo la bambina”, tra le frasi incriminate rivolte alla ventiduenne terlizzese.
Secondo quanto emerso in giudizio, l’uomo avrebbe sottoposto la compagna a una vita segnata da umiliazioni continue, isolamento sociale e controllo ossessivo, impedendole persino di uscire di casa da sola o di avere una normale vita relazionale. I comportamenti violenti, spesso esercitati anche attraverso messaggi WhatsApp, erano accompagnati da richieste di denaro– poi dissipato a causa della sua ludopatia – e da minacce di morte in caso di ribellione o eventuali nuovi legami affettivi.
Oltre ai sei anni di carcere, è stata disposta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, nonché l’interdizione legale per tutta la durata della pena.L’uomo è stato inoltre condannato al risarcimento del danno in separata sede e al pagamento delle spese legali in favore della parte civile.
«Si tratta di una sentenza importante – ha dichiarato l’Avvocato e Criminologa Mariatiziana Rutigliani – che riconosce la sofferenza e il coraggio della persona offesa, e riafferma il dovere delle istituzioni di proteggere chi è vittima di relazioni abusanti e oppressive.»
La decisione del Tribunale di Trani segna un punto fermo nella tutela delle vittime di violenza psicologica e domestica, confermando che nessuna forma di controllo o sopraffazione può essere tollerata in un contesto affettivo o familiare.

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