Attualità

ARRIVANO I VIGILI, DIRETTA SUL BALCONE SOSPESA

Arrivano i vigili, chiamati da un residente della zona, e la diretta “live” sui balconi viene sospesa. “Disturbo della quiete pubblica”, la denuncia. Assieme ad Angelo e Gina Ficco, Vito Di Vittorio è uno dei promotori del “Live”.

Ecco il suo sfogo:  

“L’altro ieri applaudivamo l’uomo ragno, ma oggi qualcuno ha deciso di renderlo inoffensivo.
In fondo siamo avvezzi a queste vigliaccate. Come se commettessimo chissà quale cattiva azione, come fossimo ubriachi frequentatori di bettole dei bassifondi. Insomma questa è una nostra opera di volontariato disinteressato, come tante che ci hanno da sempre contraddistinto, atta anch’essa al ristoro sociale, di sostegno a coloro che rinchiusi in casa da oltre quaranta giorni, per non morire di ansia e di depressione, trovavano in questa mezz’oretta in po’ di serenità. E non solo, persino intere famiglie, separate dalle distanze e dal covid, si ritrovano in un brano che si auto dedicano, oppure in un semplice tramonto durante la preghiera serale.
Ancora, in tutto il Paese, ma anche in tanti nostri quartieri cittadini questi live si alternano da tempo e hanno il giusto riscontro psicologico e sociale. E in tanti ringraziano per il volontariato disinteressato degli autori.  Ma a noi no, a noi non vuole essere più concesso, siamo considerati dei disturbatori della quiete pubblica, insomma delle persone da “mettere a tacere”. E che dire di questa tempestività nel recepire una segnalazione per disturbo alla quiete pubblica, manco fosse una chiamata al 118 per un grave incidente. I miei complimenti alla Polizia locale per il celere intervento. Peccato che ad orecchio non puoi misurare i decibel che ti consentono di esercitare il diritto al silenzio, come anche l’intervallo di tempo in cui questo gran fracasso si tiene e che và in onda dalle 18,30 alle 19,00 ogni santo giorno.
Peccato che l’inno di Mameli è considerato un rumore fastidioso, così come la preghiera di San Pio.
Chissà cosa avrebbero pensato tutti quei soldati morti per la libertà e per la liberazione dell’Italia. Il 25 Aprile qualcuno dovrà pure onorare il loro eroismo. Magari anche in quel momento i nostri attenti vigili interverranno per ammutolire la fanfara o una semplice tromba.
Con rammarico chiudo questa lettera. Col rammarico di un Padre e cittadino che ogni santo giorno combatte per una Italia migliore, ma anche con la triste consapevolezza di ritrovarsi avversari quegli stessi che dovrebbero essere suoi compagni d’arme”.

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