Cultura

Angelo Tedone ripercorre la Disfida di Barletta

 

    La ‘Guerra d’Italia’ combattuta tra il 1499 e il 1504 vide contrapposti Luigi XII di Francia e Ferdinando I di Spagna interessati alla divisione delle terre conquistate. Quest’ultimo volle essere riconosciuto re di Napoli e di Sicilia a seguito delle vittorie sui francesi nelle battaglie di Cerignola, Ruvo e Garigliano ottenute nel 1503 costringendo Luigi XII ad abbandonare Napoli. Durante le prime fasi di questa guerra i francesi cominciarono ad occupare gran parte del territorio degli spagnoli costretti a stabilire il loro quartier generale a Barletta mentre i transalpini erano di stanza a Ruvo.

    Gli scontri tra i due eserciti erano frequenti e nel corso di uno di questi le truppe di Diego Mendoza catturarono un manipolo di soldati francesi portandoli a Barletta: tra questi anche Charles de Togues denominato mons. Guy de La Motte. Il 15 gennaio 1503 questi prigionieri furono invitati ad un convivio da Consalvo de Cordova nel corso del quale La Motte accusò di codardia i soldati italiani che combattevano al soldo dell’esercito spagnolo con una risposta immediata di Inigo Lopez che riteneva gli italiani ‘uomini uguali come valore ai francesi’.

    Si decise di risolvere tale disputa con un duello al quale dovevano partecipare italiani e francesi da tenersi in una zona neutrale definendo il premio dei vincitori consistente nei cavalli e nelle armi degli sconfitti, in un premio di 100 corone per ogni prigioniero e fissando una data approssimativa per metà febbraio. La squadra italiana fu predisposta da Prospero e Fabrizio Colonna che contattarono i più validi combattenti del tempo nominando loro capitano Ettore Fieramosca che cominciò a scambiare missive con La Motte.

    In una di queste inviata il 29 gennaio affermava che ‘io ed altri huomini d’armi italiani semo per difendere dette 100 corone, armi e cavalli’ mentre La Motte rispondeva ‘ gli italiani amano la conservazione del loro onore quindi credo che undici huomini d’armelo difenderanno bene, lo luogo sarà tra Andria e Corato (appartenente alla signorìa di Venezia) e la data è fissata per l’11 febbraio’. Con una successiva replica la data fu spostata al 13 febbraio dal momento che l’11 era sabato quindi giorno di devozione, con la domenica, di alcuni francesi. Vi fu quindi lo scambio delle liste dei duellanti.

    Il 13 febbraio gli Italiani partirono da Andria trovando ai bordi del campo quattro giudici italiani e altrettanti francesi che avevano segnato il luogo del combattimento mentre i francesi giunsero da Ruvo entrando per primi nel campo e dividendosi in due sezioni. Ebbe inizio uno scontro duro che vide i francesi in difficoltà che aumentavano col passare del tempo fino alla loro resa. I prigionieri, quindi, furono messi a cavallo e condotti a Barletta seguiti da Fieramosca che, incontrando Fabrizio Colonna e Diego de Mendoza, esclamò: ‘in questa giornata è stata recuperata e confermata la reputazione italiana’.

                                                                                                           Angelo Tedone

I 13 francesi: Guy La Motte, Marco de France, Gerani de Forzes, Grand Jian d’Aste, Martellin de Sambria, Pierre de Ligie, Jacopo de Fuontiena, Eliot de Baraut, Giovan de Landez, Saccet de Saccet, Francisco de Pisa, Jacopo de Giugne,  Nant de la France.

I 13 italiani: Ettore Fieramosca, Guglielmo d’Albamonte, Mariano d’Abignenti, Francesco Salomone, Giovanni Capoccia, Marco de Napoli, Giovan de Roma, Ludovico d’Abenevole, Ettore Romano, Bartolomeo Fanfulla, Romanello da Forlì, Riccio da Parma, Moele di Paliano.    

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