50 anni del Rubastino: i direttori nel tempo

Storie da Ruvo di Puglia, intrise di arte, di cultura, di tradizione e di infiniti episodi di quotidianità. Fu con questi obiettivi che nacque “Il Rubastino”, la rivista periodica della Pro Loco di Ruvo di Puglia che quest’anno compie i suoi cinquant’anni.

A costruire il percorso editoriale sono stati quattro direttori che, negli anni, hanno rilanciato l’azione di salvaguardia del territorio e hanno custodito l’importanza della carta stampata.

A dare inizio a questa avventura fu, nel 1969, don Vincenzo Amenduni, uomo di cultura, con uno spiccato interesse per la vita pubblica e socio fondatore della Pro Loco locale. Come annunciava lo stesso Amenduni nel primo editoriale, “Il Rubastino si fermerà in particolar modo alla trattazione dei problemi di storia locale vista nel quadro più ampio di una storia nazionale […], si tratteranno tutti quegli aspetti pratici che contribuiscono a far conoscere la Città altrove”. I contenuti del primo numero del periodico riprendevano, quindi, i temi cari al sacerdote, impegnato nelle ricerche patrie e nella promozione della città e della Pro Loco. Nel 1965, ad esempio, nel suo ruolo di presidente, Amenduni invitò l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Aldo Moro a far parte del Comitato d’Onore per le celebrazioni per Domenico Cantatore. Invito accettato dall’onorevole democristiano.

Nello stesso anno, però, lo stesso don Vincenzo, dopo alcune verifiche burocratiche con il Tribunale, comunicò di non poter più tenere la direzione della rivista in ossequio alla legge sulla stampa. Già dal secondo numero il sacerdote passò il testimone al professor Antonio Amendolagine di Bitonto che, con “un saluto ed un augurio” si presentò alla comunità ruvese. Nel suo primo editoriale, una lettera a don Vincenzo, Amendolagine enumerò gli aspetti di vicinanza tra la sua comunità bitontina e quella rubastina auspicando “una serie di manifestazioni destinate a ricordare e celebrare il gemellaggio di queste due città”.

Don Vincenzo Amenduni continuò a tenere la vicedirezione e a curare, da vicino, la pubblicazione del giornale in anni travagliati in cui più volte fu sospesa l’edizione del periodico.

Nel febbraio 1971 divenne direttore responsabile del Rubastino Beppe Cavallaro, giornalista affermato, che nel suo primo pezzo sottolineò l’importanza della rivista quale “ideale di progresso cui non possono rimanere estranei tutti i ruvesi che vivono ed operano dentro e fuori dalle mura cittadine”. Il compito di Cavallaro, secondo quanto egli stesso scriveva, era di curare la “preparazione professionale di un giovane che possa sostituirmi” perché “i giovani hanno il diritto di costruirsi l’avvenire sulla misura delle loro coscienze”.

Dieci anni dopo, in seguito alla scomparsa di Cavallaro, si affacciò alla direzione del giornale Angelo Tedone, giornalista ed autore di saggi di storia locale. Affiancato dal sempre presente don Vincenzo Amenduni, Tedone diede nuova linfa al giornale “interprete dell’animo popolare della nostra città, al servizio di chi vuole conoscere il tessuto sociale del nostro ambiente e contribuire a potenziarlo”.

Da quell’oggi lontano 1982, Angelo Tedone è Direttore Responsabile della rivista: ne cura i contenuti, coordinando la redazione del più longevo periodico ruvese.

Il Rubastino, in cinquant’anni di vita, ha raccontato virtù e vizi dei ruvesi, pagine luminose e cupe della storia cittadina rendendo un costante servizio al progresso culturale e sociale di Ruvo di Puglia.