Amministrative

L’Avv. Ippedico: “Dietro Luciano ci sono le campane dell’unità e la forza dell’avanguardia verso una nuova idea di Ruvo”

In un sabato sera di fine estate la coalizione di centrodestra, a sostegno del candidato sindaco Luciano Lorusso, si è presentata in Piazza Dante per illustrare ai cittadini alcuni temi del programma elettorale.

Ad aprire la serata Vito Angelo Ippedico, esponente di Fratelli d’Italia, il quale ha recitato a gran voce la sua vicinanza a questo progetto politico. Un discorso sentito e fatto con il cuore, a detta del ruvese.

IL DISCORSO DI VITO ANGELO IPPEDICO

Sono passati quindi anni – ha dichiarato Ippedico – nei quali questa città invece che crescere, costruire, attrarre finanziamenti, lavoro, opportunità e sviluppo per i nostri giovani, è giunta ad un punto morto. Non fatevi prendere in giro da quattro inaugurazioni, da qualche prima pietra e da qualche immagine di facciata. Chiedete a chi sta governando qual è il dovere di un’amministrazione in tutto il mondo e anche a Ruvo, ovvero fare l’ordinaria amministrazione. Quello che si è fatto in questi ultimi mesi è solo ordinaria amministrazione.

Pietre, cemento, immagine e soprattutto vernice ed apparenza. Questa è la civiltà dell’apparenza. Basta apparire, tanto sostanza non ve ne è. Noi riteniamo che i ruvesi dopo quindici anni di oscurantismo e accentramento, salvo alcune parentesi anche intelligenti di 6-7 anni fa, non possano vivere in questo stato.

Voi girate per la città, affrontate il centro storico, vedete la sera che cosa accade.  Ruvo non è il centro dell’universo ma non è neanche l’ultimo dei paesi. Dovete fare un serio esame di quello che sta accadendo, perché non è possibile continuare a dare altri cinque anni alla sinistra retrograda che ha portato Ruvo sempre più indietro. Riflettete. Si stava meglio quindici anni fa“.

Ha continuato il ruvese: “Qualcuno di voi si è chiesto perché mentre nelle città limitrofe rimane uno standard elevato, anche sotto il profilo delle spese, delle produzioni, delle imprese, delle aperture, qui questo non succede?

Voi avete sempre amato ripetere un vecchio detto “a Ruvo ci sono i soldi”, ma ora non ci sono neanche più le banche perché abbiamo perso cinque sportelli bancari in pochi mesi. E non mi si dica che non c’entra nulla con l’amministrazione. Chi lo dice non conosce.

Se la gente chiude uno sportello qui, e non lo fa a Terlizzi o a Corato, è perché sa, comprende e vede. Non ci sono investimenti, non c’è ricchezza che circola. La gente o ha paura e tiene quei pochi denari in altri luoghi, oppure non ha il rapporto con l’imprenditoria perché non sa cosa fare.

Non c’è fiducia, non si può andare avanti con quattro ‘zinnannà’ delle luci dell’artista. Ma di chi artista? Questi sono pittori della domenica, non sono artisti. L’artista è quello che suda, si sacrifica, lavora, va per strada, conosce le sofferenze. Questi ci hanno messo dieci ‘cha cha cha’  e quattro cose. Ma che città è questa? Ma che Ruvo voi volete? Volete il progresso, il futuro, un’altra idea di città? O volete l’oscurantismo accentratore del centrosinistra?

Sono quindi anni e questa è la città. Il buio. E’ il regime questo? Noi vogliamo luci, vita, investimenti. I nostri giovani qui non rimangono. Ci sono pochissime eccezioni e nulla più. Vanno altrove anche la sera. E questo ve lo chiedete perché? Vi chiedete che tipo di futuro volete? Che tipo di città volete?

Io rifiuto di pensare che l’intelligenza, la storia, la cultura e la passione dei ruvesi potrà riconsegnare una città alla sinistra che la sta distruggendo. Io rifiuto di pensare che questa che era la città di Orazio Tedone, di insigni soggetti degli Jatta, possa ritrovarsi in una spelonca di ladri senza alcun segno di progresso e investimento. L’investimento non è solo la pietra. E’ il progetto, il circuito, l’idea di città, l’idea di centralità“.

E poi – ha aggiunto ancora – noi giriamo in un contesto in cui chi investe è visto come soggetto che preoccupa. Mentalità che a Ruvo in quindici anni ha bloccato qualsiasi idea di sviluppo. Questo è quello a cui voi dovete porre fine. Luciano Lorusso non è solo una persona che vive nella società, che ci ha messo la faccia e che ha dato disponibilità a tenere unito un mondo che in passato ha sofferto, ma che oggi è compatto.

Dietro Luciano ci sono le campane dell’unità e la forza dell’avanguardia verso una nuova idea di Ruvo. Dietro Luciano c’è la consapevolezza dell’essere persone nella società. Luciano è una persona che viene da noi, dal mondo cittadino e comunitario di ognuno di voi e che in prima fila ha difeso il cittadino nelle stanze più difficili, quelle della sanità e del contatto per la vita.

A questa sinistra che sembra più affaristica e faccendona, soprattutto negli ultimi mesi, noi diciamo che esiste un’altra idea, un altro modello di sviluppo per Ruvo. Esiste un’altra volontà di esserci. Noi abbiamo le nostre idee chiare. Riteniamo che il patto per il futuro non possa non passare attraverso il fatto di guardarci negli occhi, di porci in ascolto, di dire a tutti che noi vogliamo scrivere un progetto che non veda padrini, padroni, arroganze e condizionamenti. E’ un progetto nel quale tutti avranno un ruolo.

Non faremo serie A, serie B, amici e amichetti. Noi vogliamo che questa città cresca in maniera chiara.

Hanno fatto l’ordinaria amministrazione e oggi suonano tromboni dicendo che è stato fatto chissà cosa. Si sono limitati a fare tante piccole cose di venti anni fa. Hanno dimenticato di assegnare le case dell’edilizia residenziale pubblica, dopo che da maggio è stata fatta la graduatoria provvisoria. E perché? Perché non ci sono gli amici degli amici? Perché non hanno vinto gli amichetti degli amici degli amici? Chiediamolo! La gente aspetta 28 soluzioni abitative. A maggio ci sono state le conclusioni con le graduatorie. Oggi mentre si inaugurano pietre e pietroni, mentre si applicano soluzioni sulle velostazioni, non si dice chi in quella graduatoria ha un ruolo. Chiedetevi perché.

Così come dovete chiedervi per quale motivo la città reclama alcuni termini dimenticati dal centrosinistra, ovvero la sicurezza. Si deve parlare di rispetto, di decoro, di valorizzazione di centro storico“.

Ha concluso: “Tutti a livello nazionale dicono che le ‘comunità si meritano i governi che hanno’. Io credo, invece, che questa città si meriti un governo che sia diverso da questo dell’oscurantismo accentratore degli ultimi anni, nei quali il senso del cittadino si è sempre più diluito.

Vogliamo recuperare questo centro di importanza partendo dai giovani, troppo trascurati, messi al margine e solo utili per riempire qualche comitato elettorale.  Noi chiediamo un gesto di coraggio. Vogliamo che questa campagna elettorale consacri la Ruvo delle tradizioni, delle realtà religiose. Chiediamo una Ruvo che lavora, produce e investe.

Faccio un appello a quelli che hanno paura, che non si espongono. A queste persone io dico di credere in un progetto, in un’altra dimensione di Ruvo, in una persona che rappresenta una diversità. Dopo quindici anni di centrosinistra Ruvo merita di meglio, un futuro. Noi vogliamo costruirlo con voi. Vogliamo che buttiate il cuore oltre l’ostacolo perché chi osa vince“.

Ad esporre alcuni temi del programma elettorale è stato il candidato sindaco Luciano Lorusso: sicurezza, agricoltura, macchina amministrativa e cura degli spazi pubblici.

IL DISCORSO DI LUCIANO LORUSSO

Meschino – ha dichiarato in conclusione di serata Lorusso – il tentativo di delegittimarmi attraverso attacchi  sui social da parte degli ultras. Questo accade dall’inizio della campagna elettorale quindi non mi ha intimorito più di tanto, sono abituato a situazioni ben più complesse. Ciò che mi ha lasciato con l’amaro in bocca è stato l’intervento del primo cittadino che pensando di fare il simpatico ha fatto un post in cui pensava di farmi fare la figura del ‘rimbambito’. Questo mi ha fatto male perché in una competizione elettorale l’intervento del Primo Cittadino, di un candidato è devastante all’interno dei suoi candidati, supporters e simpatizzanti“.

Si è scesi – ha aggiunto – a un modello veramente infimo di commenti, entrando in ambiti personali e familiari tanto da farmi chiamare da mia figlia nel cuore della notte. ‘Papà che cosa hai fatto e perché ti fanno questo?’, mi ha chiesto. Io ho risposto dicendo che a volte essere buoni comporta un pagamento di un prezzo atroce. Ho ritenuto quindi che un po’ di visibilità mediatica potesse essere un po’ sacrificato sull’altare della dignità e del rispetto. Non si può, in nome della politica, maciullare gli avversari da un punto di vista umano“.

Infine, il candidato sindaco Luciano Lorusso, ha concluso la serata leggendo un editoriale del “Corriere della sera” sulla violenza verbale nella politica.

Io l’altra sera mi aspettavo due parole, non di scuse ma almeno poteva giustificarsi. Mi è dispiaciuto per gli altri quattro candidati, mi sono giustificato con loro. Lui ha dimostrato quello che tutti pensano di lui aggredendo Mimmo Berardi, una persona più grande di lui, un galantuomo. 

Chiudo rivolgendo un appello ai fratelli, candidati consiglieri che hanno avuto il coraggio di mettere la faccia con me in questa campagna elettorale. Seguitemi sulla strada intrapresa, del rapporto con i cittadini, del dialogo, del confronto, del rispetto e dell’educazione. Non cadiamo nella trappola delle provocazioni“, ha concluso.

 

Articolo di Ruvesi.it
Foto di Ruvesi.it

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