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UN ITINERARIO TRA I FORNI SULLE TRACCE DELLA STORIA DEL PANE

Pone de sedaure ove amaure” oppure “Pone e mire tavue de cavallire“. Questi e tanti altri proverbi dialettali che si potrebbero citare, sono importanti tasselli di una saggezza popolare che ci parla del pane a Ruvo come di un elemento imprescindibile della storia di tutti.

Dopo la visita guidata al museo Jatta “Dal pane alla tavola nella Magna Grecia“, nel secondo dei tre appuntamenti in agenda per l’interessante progetto della Onlus NoixVoi dal titolo “Le vie del pane a Ruvo di Puglia“, percorsi lungo le strade della storia, della tradizione e del sociale, il prof. Cleto Bucci (console onorario Touring Club Italiano e membro della Pro loco), sabato scorso 17 marzo, ha ripercorso, insieme ad un nutrito gruppo di curiosi, la storia del nostro paese legata al pane.

Forni, farine e gabelle“, un vero e proprio itinerario odoroso di tradizioni che si è snodato da un capo all’altro della città, per un paio d’ore circa di sana camminata, alla scoperta delle tracce del pane, tracce più o meno evidenti, disseminate qua e là sul territorio.

Quali sono queste tracce?
I siti di vecchi forni sono chiaramente il primo e più tangibile segno storico rinvenibile. Quel passato che ci parla di un mondo povero, laborioso e genuino. Genuino come quel tozzo di pane, gioiello in tavola, che la regina della casa aveva impastato e poi affidato per essere cotto al trasporta pane di quartiere.

All’appello ben 23 i forni di paese sparpagliati un po’ ovunque. Il forno di Masino, punto di partenza dell’itinerario, rimasto inalterato così come il patriarca l’aveva lasciato anni fa, è decisamente una chicca preziosa da preservare. Il nero delle pareti, il maestoso forno che troneggia in pochi metri quadrati, i cimeli del passato, le foto in bianco e nero,… tutto, proprio tutto racconta con nostalgia di una vita difficile ma bella. Proseguendo per le vie del pane, si è raggiunto il sito del forno di Pomponio e poi quello di Montaruli, di cui non rimane null’altro che una canna fumaria in disuso.

Via Forno“, “Via Fornello“, “Via della Strignatora” e diverse altre denominazioni stradali, talora purtroppo modificate in “Già…”, sono un secondo segnale tangibile della storia del pane a Ruvo.
Sicuramente più difficoltose da rinvenire, ma esistenti, sono le tracce cartacee. Le attente e scrupolose ricerche del prof. Bucci nell’archivio storico non solo ruvese ma anche in quello dei Paesi limitrofi, hanno portano alla luce importanti documenti del 1500 addirittura che ci parlano di gabelle, di tasse, cioè, sul pane o sulle farine che i cittadini erano tenuti ad erogare e che, come spesso succede, fonte di malcontento popolare perché eccessivamente onerose.

Terzo ed ultimo appuntamento col “Le vie del pane” è in programma per il 24 marzo prossimo dal titolo “Il pane e i Santi”, per un viaggio che condurrà i visitatori nelle chiese ruvesi.

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