Cultura

Un bilancio dell’edizione appena conclusa, il Comune di Ruvo di Puglia e Bass Culture guardano già al futuro

Bilancio molto positivo per l’edizione 2022 del Talos Festival, che si è svolto a Ruvo di Puglia fra l’1 e l’8 settembre.
Il pubblico esigente e colto del Talos ha apprezzato e promosso il programma nato dalla coprogettazione tra Comune di Ruvo di Puglia e Bass Culture, facendo registrare il tutto esaurito a tutti gli spettacoli, accolti con entusiasmo anche da un nuovo pubblico che ancora non conosceva questo festival.

Il progetto è stato costruito a seguito dell’avviso pubblico emanato dal Comune di Ruvo di Puglia che detiene il marchio del festival e che Bass Culture si è aggiudicato, partendo dal rispetto per l’identità della storica manifestazione quasi trentennale, cresciuta e consolidata negli ultimi anni grazie anche al sostegno della Regione Puglia nel triennio 2017-19 e anche nell’edizione straordinaria 2020/21 e grazie alla collaborazione fra Comune e Teatro Pubblico Pugliese.

Lo stretto legame del festival con la sua città ha rivelato quest’anno importanti elementi di rinnovamento: il jazz, le musiche dal mondo, la banda, la danza contemporanea sono rimasti i punti di forza del progetto, ma tante sono state le novità portate dalla programmazione di Bass Culture con la direzione di Gianni Buttiglione.

L’apertura alla nuova scena jazz contemporanea europea con le straordinarie perfomance di Neue Grafic ensemble sul sagrato della Cattedrale e di Binker and Moses sul main stage, la serata tutta afro che ha visto in successione il progetto locale Afro Mood di Bembè diretto da Tommaso Scarimbolo e le travolgenti Les Amazones d’Afrique dal Mali, la raffinata ricerca del cantautore siciliano Marco Castello, l’apertura con il fotografo Guido Harari il primo settembre, ed il bellissimo concerto d’apertura posticipato al 2 settembre con un ispirato Vinicio Capassela in quartetto, hanno segnato il passaggio ad un linguaggio artistico che ha visto nuovi pubblici partecipare al festival e animare la città in tutte le fasce orarie.

Particolarmente importante per questa edizione, l’esordio di una nuova banda cittadina a prevalenza giovanile che nasce con uno spirito laboratoriale: una sorta di vivaio musicale in cui 50 musicisti ruvesi fra 15 e 50 anni, alcuni ancora studenti di conservatorio o di licei musicali, altri all’inizio della carriera professionale, hanno avuto la possibilità di lavorare con due maestri di composizione e di direzione d’orchestra come Vincenzo Anselmi e Rino Campanale, cui va il merito di aver raccolto l’invito dell’Assessora con delega alla Cultura Monica Filograno ad avviare un percorso che non entra in competizione con nessuna realtà esistente, ma offre a professionisti in erba e non una nuova possibilità di crescere nelle relazioni e nell’esperienza e di partecipare nel futuro a produzioni internazionali con il marchio Talos Festival.

La danza della Compagnia Menhir diretta da Giulio De Leo con l’assistenza di Erika Guastamacchia e Gabriella Catalano, si è confermata anche per questa edizione come un elemento focale nel coinvolgimento di comunità di amatori che, insieme a danzatori professionisti e grazie all’incontro dal vivo con musicisti ospiti del festival, hanno regalato alla città emozioni straordinarie sia in piazza Dante che nella sala del Museo del Libro, trasformata ancora una volta in una vera sala danza.

Altre novità di quest’anno sono stati i dj set dopo i concerti che hanno hanno tenuto viva la città anche a tarda sera coinvolgendo alcuni locali cittadini, ed offrendo al pubblico dei concerti anche una dimensione di clubbing affine al percorso musicale del Talos 2022. Oltre alle coinvolgenti e ricercate session di dj locali di profilo come Tuppi, Adriano Cantatore, Mr Faso e Superbass, particolarmente significativa è stata la partecipazione di Raffaele Costantino per il party conclusivo di domenica 4 settembre: il dj noto per la sua trasmissione Musical Box su Rai 2 ha fatto ballare centinaia di persone nel piazzale della Cattedrale di Ruvo, confermandosi un’autentica garanzia per la musica di qualità in Italia con un approccio non convenzionale e contemporaneo alla black music ed al jazz.

Nella seconda parte del festival poi i laboratori musicali non in città ma nel territorio ruvese del Parco dell’Alta Murgia dove, grazie alla connessione con il progetto comunale già in corso Una Murgia di idee (vincitore nel 2021 del bando ANCI Politiche Giovanili Fermenti in Comune), un nutrito gruppo di giovani musicisti provenienti da tutta la provincia ha potuto lavorare sotto la guida di Francesco D’Aniello e Giorgio Vendola sino alla restituzione finale nel live dello scorso 8 settembre in uno scenario incantevole come quello del teatro nel bosco alla Torre dei Guardiani di Lama Pagliara.

Perfettamente riuscite e molto partecipate sono state le visite guidateorganizzate dalla locale Pro Loco alla mostra Collezionauta del Museo Nazionale Jatta nel grottone del palazzo e agli altri attrattori culturali cittadini, perfetto connubio per l’arricchimento di un progetto come Talos che vuole essere volano di sviluppo turistico ed economico per Ruvo città d’arte.

“Talos Festival – ha detto il Sindaco Pasquale Chieco – è ripartito ancora una volta, come è nella storia e nella natura di questa manifestazione. È ripartito nel solco del lavoro fatto per decenni e poi negli anni passati con la nostra Amministrazione, che si è presa cura fin dal primo momento del suo sviluppo e della sua crescita, guardando allo stesso tempo al futuro. E soprattutto è ripartito dalla città in cui è nato e in cui vive, vecchia e nuova, orgogliosa di se stessa e curiosa degli altri. In quale altra città potrebbe tenersi un festival con questo nome, se non nella città del gigante Talos?
Questa edizione 2022 ci dà forza ed entusiasmo per proseguire con la nuova organizzazione e il nuovo progetto per i prossimi anni”.

“Ho più volte sottolineato in queste settimane l’importanza delle professioni dello spettacolo – dichiara Monica Filograno, Assessora alle Politiche di Comunità del Comune – che non sono solo quelle artistiche, ovviamente centrali nelle produzioni culturali, ma anche quelle organizzative, che restano dietro le quinte ma senza le quali sarebbe tutto impossibile. Questa prima edizione del nuovo corso di Talos ha anche questo valore: puntare sulla strategia generale, mettere insieme enti pubblici e partner privati intorno a un progetto che unisce musica, danza, patrimonio culturale locale, rete economica cittadina, professionisti di settori andati tutti in sofferenza con la pandemia e che nel nostro piccolo abbiamo cercato di sostenere sempre in questi anni. Ringrazio lo staff tutto di Bass Culture che ha saputo ereditare un testimone non certo facile e declinarlo con il proprio stile, incontrando parti di città coinvolte direttamente sia nel lavoro artistico che organizzativo per dare vita ad una edizione davvero riuscita, che ci fa vedere con chiarezza quale può essere la strada da seguire”.

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