Cultura

“Ruvo, Carafa e la leggenda” 2018, dai sogni ai pistoni

E’ iniziata coi sogni per concludersi nel fragore dei pistoni  la tre giorni di “Ruvo, Carafa e la leggenda”, giunta alla sesta edizione e organizzata dal Centro Studi e Ricerca Onlus “Cultura et Memoria”.

Affidato alla direzione artistica di  Raffaella Lorusso di “Evo”, per il triennio 2017-2019 , l’evento tra crinoline e parrucche, si è svolto  dal 25 al 27 maggio quale introduzione alla festa patronale più sentita dai ruvesi, l’Ottavario.

“Ruvo, Carafa e la leggenda” evoca, infatti,  la nascita della Festa, istituita, secondo la leggenda,  nel XVIII secolo dal conte di Ruvo e duca d’Andria Antonio Carafa ad ammenda per il sacrilegio commesso durante la processione del Corpus Domini e sulla spinta di un moto d’orgoglio che non ammette che un destriero abbia la consapevolezza di trovarsi al cospetto del Divino, inchinandosi. Un evento che alla narrazione “fantastica” coniuga anche la ricerca storica, ricordando i Carafa che dominarono sui ruvesi per tre secoli, dal Cinquecento all’Ottocento.

«Non è esaltazione di una famiglia di despoti questa rievocazione – spiega Vincenza Tedone, presidentessa del “Centro Cultura et Memoria” – ma è consapevolezza delle nostre radici storiche». E questo avviene anche attraverso la riproposizione di una leggenda che poggia su piccole fondamenta di verità.

L’evento ha goduto dei patrocini del Comune di Ruvo di Puglia, del Consiglio Regionale della Puglia,  del Parco dell’Alta Murgia, del Consorzio Europeo delle Rievocazioni Storiche e della collaborazione Ascom Confcommercio di Ruvo di Puglia e Confcommerico Bari/Bat e si è sviluppato grazie alla rete di cittadini, scuole,  comunità tra cui Cas Perla Felice e associazioni, anche esterne come l’Accademia della Battaglia di Bitonto.

L’evento si è aperto, venerdì 25 maggio,  con “I Sogni Raccontano”, teatro d’ombre a cura di Gianni Todisco per la consulenza storica della professoressa Anna Carnicella. Dirigendo un gruppo di giovanissimi, Todisco, insegnante  presso la scuola elementare “Giovanni Bovio”, severo e imponente scenario allo stesso spettacolo, ha condensato tre secoli di dominazione dei Carafa a Ruvo di Puglia affidandosi alla sola forza comunicativa dei gesti e delle luci. Formatosi in una compagnia francese di teatro delle ombre, alla scuola di mimo con Jacques Tati e con la Compagnia “La lanterna magica”, Todisco ha trasmesso il proprio sapere ai piccoli mimi e attori narranti, vestiti di abiti di semplice fattura ma abilmente drappeggiati, che dietro tre opalescenti riquadri, hanno dato vita alla storia di Ruvo sullo sfondo della Torre del Pilota, di Castel del Monte e della Cattedrale. Sfondi che mutavano man mano che trascorrevano i secoli evocando battaglie, preghiere in conventi, il miracolo del cavallo che si inginocchia dinanzi al Santissimo per concludersi, poi, col sacrificio di Ettore Carafa, morto per difendere gli ideali di libertà nei primi anni dell’Ottocento.

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«La storia – spiega Tedone – non è altro che realizzazione di sogni in fondo. E coi sogni si progredisce». Storicamente ben si concilia la proposizione del teatro delle ombre nell’ambito di”Ruvo, Carafa e la leggenda”. Furono missionari francesi a portare questa forma di spettacolo a Parigi nella seconda metà del Settecento,  suscitando meraviglia e curiosità tanto che si diffuse rapidamente nel regno per giungere, infine, alla corte di  Versailles.

Sabato 26 maggio, in Piazza Matteotti, dove piccoli e adulti si avvicendavano intorno agli affascinanti giochi dei bambini del XVIII secolo ed erano allestiti banchetti degustativi, preceduta dalle esibizioni dei musici e sbandieratori di Grumo Appula e dall’arte della manipolazione del fuoco del  “Drago Bianco”, al secolo Antonio Bonura, si è svolta la partita a scacchi viventi tra la famiglia Fenicia, interpretata dalla scuola di ballo “Revolution Dance”, condotta da Piero Sorice, e la famiglia Ciani Passari, interpretata dall’Accademia dei Talenti, guidata da Marco Minafra. La partita ha riproposto “The Opera Game” che ebbe luogo, nel 1858 a Parigi, in un teatro d’opera, tra il maestro di scacchi americano Paul Morphy  e gli aristocratici duca di Brunswick e Conte Isuard. Narratore un incipriato Alessandro Martello.

Domenica 27 maggio, dalla scuola Bovio è partito il corteo di nobili in abiti sontuosi, di borghesi e popolani  vestiti a festa al seguito del Vescovo recante  con sé il “Santissimo”. Tutti diretti alla volta di Piazza Bovio, dove avrebbe avuto luogo  la drammatizzazione del fatidico incontro tra il Conte Carafa, di ritorno dalla battuta di caccia, e il “Santissimo”.

Rappresentazione evocativa introdotta dal forte boato delle armi dei Pistonieri di Madonna del Rovo da Cava de’ Tirreni. L’intento era quello di simulare gli schioppi delle partite di caccia, ma si è sottovalutato che il pistone, evoluzione dello scoppietto e dell’archibugio dei mercenari Lanzichenecchi, è un’arma da guerra.

Spettacolo roboante, preceduto dai giochi flamboyant del Drago Bianco,  che si è rinnovato, poi, in Piazza Matteotti, al cospetto dei nobili, prelati, borghesi e popolani.

Archiviata con soddisfazione e qualche “polemica” questa edizione, gli operatori e volontari di “Cultura et Memoria” stanno già lavorando alla prossima.

(Foto © Ruvesi.it)

 

 

 

 

 

 

 

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