Attualità

Rete dei Sindaci del Recovery Sud, iniziativa a Napoli. Sinistra Ruvese: “Invito alla partecipazione del Sindaco Chieco”

Nota del Collettivo di Sinistra Ruvese.

Si chiama Recovery Plan, si legge Divario Nord-Sud.

Succede ancora, e in verità succede da sempre, che il Sud Italia venga trattato come un territorio da depredare. Dalle risorse, dalla possibilità di un serio e integrato sviluppo, dalla dignità e dall’attenzione che merita.

Eppure, l’Unione Europea è stata chiara sin da subito, chiedendo all’Italia di destinare al Mezzogiorno, al nostro Sud, almeno il 60 percento delle risorse del Next Generation EU; le risorse devono servire per migliorare e potenziare le infrastrutture, le ferrovie, gli ospedali, l’efficienza amministrativa, le scuole, le università, i servizi sociali. Risorse da investire lì dove proprio servono, per il superamento delle condizioni storiche di svantaggio.

“Recovery”, vuol dire appunto recupero, ristabilimento, ripresa, risalita, guarigione.

Noi di Sinistra Ruvese, insieme a molti altri, abbiamo inteso il Recovery Plan come un’opportunità per affrontare e superare una volta per tutte la questione storica del divario Nord-Sud, centrale per il Mezzogiorno ma soprattutto per la nazione intera, perché un’Italia con il Sud arretrato non è competitiva e, ancora peggio, disattende colpevolmente le sfide che la pandemia da coronavirus ci ha messo nelle mani.

Al contrario, invece, ci risulta che il fulcro della ripartizione dei fondi che l’UE destinerà all’Italia sia rivolto alla cura degli interessi del Nord, lasciando alle Regioni del Sud solo il 37-40 percento; per quanto ad oggi ci è dato di conoscere, rischiamo di passare da “un’occasione per colmare le differenze tra Nord e Sud ad un’occasione persa”, per dirla con le parole del Sindaco di Acquaviva Michele Carlucci, che ha stimolato una riflessione sul tema facendo rete con i Sindaci del Sud. L’ennesima miopia, nel solco dello scellerato progetto di Autonomia differenziata, che segnerebbe ulteriori differenze di passo tra le due grandi aree del Paese che invece dovrebbero marciare alla stessa velocità, perché la proiezione nel futuro sia efficace.

Senza dimenticare che anche per i fondi del Recovery Plan vale la Legge di conservazione della massa di Lavoisier e, quindi, se nulla si crea (le risorse) e nulla si distrugge (i debiti) ma tutto si trasforma, allora sia beninteso che il carico della restituzione di quelle risorse toccherà a tutto il Paese, e magari anche a proporzioni invertite rispetto alla ripartizione dei fondi.

È in questo scenario di cattive intenzioni che chiediamo al nostro Sindaco Pasquale Chieco di rappresentare, nelle modalità che riterrà più opportune, la città di Ruvo di Puglia all’incontro che avrà luogo a Napoli domenica prossima 25 aprile, nell’iniziativa a cui parteciperà anche il Sindaco Luigi De Magistris e che accoglierà una delegazione di circa 500 Sindaci, dove si chiederà al Governo di rivedere la proposta di ripartizione dei fondi orientando il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) verso una più equa, solidale e strategica assegnazione delle risorse.

Lo chiediamo consci dell’impegno già profuso dal Sindaco Chieco nella Rete Recovery Sud, contribuendo alla redazione del documento trasmesso al Presidente del Consiglio Mario Draghi e al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e del sostegno unanime all’azione intrapresa, espresso dal nostro Consiglio comunale nella seduta del 31 marzo scorso.

Un sostegno che ci aspetteremmo, in tutta franchezza, anche da parte di quei gruppi politici locali che storicamente si ispirano a idee secessioniste e che, pur non presenti in Consiglio comunale, potrebbero far pressione sui loro riferimenti nazionali, attesa la loro recente vocazione di investimento politico al Sud.

Ci costa molto invitare il Sindaco a prendere parte all’iniziativa di Napoli proprio nel giorno della Festa di Liberazione, una giornata molto cara a tutti e tutte noi, perché le commemorazioni della Resistenza sono un patrimonio comune di tutta la città, di tutta l’Italia, ma riteniamo che la rivendicazione autorevole di ciò che spetta al Mezzogiorno assume, in questo momento storico, una forma altissima e attuale di partigiana Resistenza.

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