Cultura

RET: LE CONSIDERAZIONI TECNICHE DELL’ASSOCIAZIONE “RUVO 2.0 – ING. SALVATORE BARILE”

L’associazione sociale e culturale “Ruvo 2.0 – Ing. Salvatore Barile”, con sede a Ruvo di Puglia in Corso Gramsci n. 26, considerate le recenti attività istituzionali e il conseguente dibattito cittadino determinatosi in materia di Regolamento Edilizio Tipo (RET), tema peraltro all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale, ritiene doveroso offrire alla comunità il proprio contributo attraverso il presente documento, indirizzato trasversalmente all’intero consiglio comunale a prescindere dagli schieramenti, nell’ottica appunto di evitare ogni strumentalizzazione di parte e nell’interesse dunque di offrire considerazioni tecniche ritenute di rilievo per salvaguardare cittadini e operatori del settore edile.

Il regolamento edilizio tipo ha il fine principale di uniformare sull’intero territorio nazionale gli strumenti tecnici a disposizione di cittadini, professionisti, imprese e amministrazioni: a tal riguardo è stato più volte precisato che le definizioni uniformi e le disposizioni sovraordinate in materia di edilizia contenute nello schema di regolamento regionale trovano diretta applicazione prevalendo sulle disposizioni comunali con esse incompatibili.

Al contempo, con D.G.R. n. 2250/2017 la Regione Puglia ha disposto che “i Comuni, con deliberazione di consiglio comunale, devono adeguare i propri regolamenti edilizi comunali allo schema di regolamento edilizio tipo allegato alla presente deliberazione entro il termine del 31 Dicembre 2017”, decorso infruttuosamente il quale i regolamenti preesistenti cessano di avere effetto nelle parti incompatibili con lo schema di regolamento tipo.

Diversamente opinando, il consiglio comunale più che svolgere la funzione adeguativa delegata dalla detta delibera, si appropria di una funzione derogativa che non spetta per legge.

D’altra parte ai comuni si demandava il compito di verificare che le previsioni dimensionali degli strumenti urbanistici vigenti rimanessero invariate: ne consegue che la deliberazione di consiglio comunale per l’adeguamento allo schema di regolamento tipo regionale non costituisce variante urbanistica, così da evitare procedure più articolate che diversamente si renderebbero necessarie.

Premesso quanto sopra, si sottolinea che la procedura di adeguamento comunale è un passaggio obbligato, necessario, ma limitato nelle funzioni: si sottolinea che ulteriori “specificazioni comunali” possono determinare variazioni sostanziali che incidono significativamente sui parametri urbanistici fondamentali come il calcolo dei volumi, la quantificazione delle superfici coperte, il novero delle superfici accessorie, le altezze, etc.

Si evidenzia l’opportunità pertanto di evitare tali “specificazioni comunali” in quanto, così come concepite, si configurano come modifiche di norme tecniche di esecuzione e non come definizioni da regolamento edilizio. Come tali diversamente producono una variante allo strumento urbanistico.

Inoltre si dice che:

si ritiene inopportuno stravolgere il corpo normativo del regolamento edilizio vigente;
vadano evitate formulazioni articolate tramite richiami e integrazioni con testi di norme sovraordinate nazionali e regionali, dal momento che le stesse sono già elencate nello schema di regolamento edilizio tipo e in ogni caso, ai fini del loro rispetto, non risulta necessaria nè la ripetizione né tanto meno l’integrazione negli articoli di regolamento. In particolare si auspica che siano evitate formulazioni di procedure aggiuntive che al contrario determinerebbero conflittualità interpretative;
di escludere disposizioni che possano incidere significativamente sulla disciplina edificatoria all’interno di comparti già in corso di trasformazione, determinando così una disarticolazione urbanistica e una iniqua sperequazione tra le singole proprietà immobiliari.
Nella consapevolezza di aver fornito un significativo contributo nel percorso partecipativo al servizio della comunità, l’associazione “Ruvo 2.0 – Ing. Salvatore Barile” auspica che il Consiglio in indirizzo non voglia mandar deluse le aspettative dell’intera comunità.

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