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Regione Puglia, ASL Bari, Policlinico di Bari ed Ente ecclesiastico “Miulli” insieme per celebrare i “Volti del dono”: storie di altruismo e impegno che salvano vite

Uno, cento, volti del dono: tutti con un tratto comune, fatto di altruismo e generosità. Un applauso lungo e sentito ha accompagnato i 139 donatori e donatrici di sangue e midollo osseo premiati oggi nell’Auditorium Arcobaleno, durante la cerimonia di consegna del Premio “Il volto del dono”, istituito dalla Regione Puglia in collaborazione con ASL Bari, Policlinico di Bari ed Ente Ecclesiastico “Miulli”.
Un riconoscimento simbolico ma profondo per dire grazie a chi, con costanza e generosità, contribuisce ogni giorno alla salute e alla speranza di migliaia di pazienti in caso di emergenze, interventi chirurgici, trapianti e cure mediche.
«La Puglia è tra le prime regioni d’Europa nei trapianti cardiaci, segno di grande efficienza del sistema. Ma senza le donazioni, di organi, di sangue, di midollo osseo e senza tutta una serie di atti di solidarietà e di generosità sarebbe impossibile la gestione di moltissime patologie gravi e gravissime. Oggi l’Asl Bari, assieme al Policlinico di Bari, procede alla consegna dei riconoscimenti nei confronti delle associazioni e dei singoli che si sono resi protagonisti di questi atti di donazione così importanti», ha dichiarato il presidente della Regione Puglia ringraziando donatori, associazioni e operatori sanitari che rendono possibile la rete della donazione.
Alla cerimonia sono intervenuti, assieme al presidente della Regione, il direttore generale della ASL Bari, Luigi Fruscio, il direttore generale del Policlinico di Bari, Antonio Sanguedolce,  Luigi de Stefano in rappresentanza dell’Ospedale “Miulli”, oltre ai referenti regionali Angelo Ostuni (Sistema Trasfusionale) e Antonella Caroli (Donazione di Midollo Osseo), e i responsabili dei servizi trasfusionali del territorio. Presenti inoltre il Coordinamento dei Thalassemici Regione Puglia, i volontari delle Associazioni di donatori e i rappresentanti e presidenti Raffaello Romeo (Avis), Maria Stea (Admo Puglia), Francesco Basilico (per il comitato regionale Croce Rossa Italiana), Corrado Camporeale (Fidas Puglia) e Roberto Nacci (Fratres), protagonisti quotidiani della cultura del dono.
«Dietro ogni sacca di sangue – ha sottolineato il direttore generale della ASL BariLuigi Fruscio – c’è una persona che ha scelto di donare parte di sé per gli altri. È un gesto di straordinaria umanità che, ogni volta, costruisce fiducia e solidarietà e ci restituisce il senso profondo di una comunità vitale, i cui protagonisti vanno ringraziati uno per uno, e di un’organizzazione che funziona. Agli uomini e alle donne della Sanità va poi il compito quotidiano non solo di essere sempre pronti a ricevere le donazioni, nei centri raccolta e con le nostre autoemoteche, ma anche di trasformare questo dono prezioso, quanto insostituibile, in atti di cura, dagli interventi più delicati alle terapie più complesse, che generano salute e molto spesso salvano vite».
«Il Policlinico di Bari è il cuore pulsante del sistema sanitario regionale – ha ricordato il dg del Policlinico, Antonio Sanguedolce – con una rete che integra attività chirurgica, trapiantologica e l’attività di emergenza-urgenza, dove ogni giorno il sangue donato diventa vita per i pazienti. Penso ai trapianti di cuore, di fegato, di rene, alle chirurgie complesse che si svolgono ogni giorno nei nostri reparti: dietro ogni intervento c’è la sicurezza di avere a disposizione sangue e plasma grazie alla generosità dei donatori e al lavoro instancabile del Centro trasfusionale. Ci sono i pazienti talassemici che eseguono le trasfusioni periodiche nei nostri ambulatori e anche l’attività ematologica. Solo nell’ultimo anno, presso l’Azienda ospedaliero-universitaria, sono state eseguite 15 donazioni da parte di volontari iscritti al registro nazionale: 14 da sangue periferico e 1 da midollo osseo per altrettanti pazienti in attesa. Un ringraziamento va all’ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo), a tutte le associazioni e ai volontari che ogni giorno ci permettono di garantire sicurezza, tempestività e speranza ai nostri pazienti. Il dono non è solo un gesto di solidarietà, ma una vera alleanza tra cittadini e sistema sanitario. Ed è anche il simbolo più bello di una sanità che funziona quando istituzioni, operatori e volontari lavorano insieme».
Le storie premiate
La premiazione ha dato voce a esperienze intense e autentiche. Ecco alcuni donatori simbolo della generosità e dell’impegno civico che caratterizzano la rete trasfusionale della Puglia.
  • Enrico De Lillo (AVIS Bari) – Con 326 donazioni, è tra i donatori più assidui e costanti. La sua testimonianza incarna la dedizione silenziosa di chi, con regolarità, salva vite umane.
  • Maria Vita Rosa Stea (FIDAS Gioia del Colle) – Con 284 donazioni tra sangue intero, plasma e piastrine, è una figura di riferimento nel volontariato pugliese. Fondatrice della sezione FIDAS di Gioia del Colle e presidente della Fondazione ADMO Puglia ETS, è stata insignita del titolo di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana per il suo instancabile impegno nella promozione della cultura del dono.
  • Don Mimmo Natale (FRATRES Acquaviva delle Fonti) – Parroco e donatore esemplare, ha effettuato 127 donazioni di sangue e plasma. Il suo gesto, costante dal 1986, unisce fede e solidarietà concreta, ispirando la comunità con un “esemplare spirito di gratuità”.
  • Francesco Fiorenza (FRATRES Bitetto) – 18 anni, rappresenta la giovane promessa del dono. Ha iniziato a donare a scuola e oggi continua con costanza, dimostrando come la cultura del dono possa nascere tra i banchi.
  • Simone Ranieri (FRATRES Bari) – 22 anni e 22 donazioni. Cresciuto in una famiglia di donatori, continua la tradizione con convinzione, ricordando che la solidarietà può essere un’eredità di valori.
  • Lello Dilillo (ADMO Bari) – Ha donato midollo osseo per un bambino inglese di un anno, offrendo una seconda possibilità di vita oltre ogni confine. È oggi un prezioso collaboratore ADMO.
  • Giuseppe Ripa (ADMO Gioia del Colle) – A soli 20 anni, ha donato cellule staminali emopoietiche dopo essere stato reclutato in un’attività di sensibilizzazione scolastica. Tra i donatori più giovani, rappresenta la forza della nuova generazione solidale.

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