Religione

Papa Francesco nella Puglia di Don Tonino: l’omaggio a un eroe del nostro tempo

Erano poco più delle 13.30 quando l’elicottero con a bordo Papa Francesco ha decollato da Cala S. Andrea, a Molfetta, alla volta di Città del Vaticano, in un cielo terso e tra i saluti commossi e gioiosi dei fedeli che hanno cercato sino all’ultimo di cogliere gli istanti di questa giornata con smartphone e macchine fotografiche.

Si è conclusa così la visita di Papa Bergoglio sui passi di don Tonino Bello, compianto e amatissimo Vescovo della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, di cui oggi ricorre il 25° anniversario del dies natalis.

Il Papa è andato via, non ha pronunciato l’annuncio che tutti speravano di ascoltare ossia quello relativo al riconoscimento da parte della Congregazione delle “virtù eroiche” che  farà diventare Don Tonino “Venerabile”, un passo in più nel lungo processo di canonizzazione che conduce alla proclamazione di santità. Ma non importa. Perché per tutti il  Don Tonino “Servo di Dio” è già un santo, un uomo che ha incarnato nella sua interezza il Vangelo con semplicità ed efficacia, che ammoniva, con dolce fermezza, a essere costruttori di pace, a non essere tiepidi cristiani, ad accogliere gli ultimi, come il “fratello marocchino” a cui indirizzò una lettera intensa e che andrebbe riletta oggi e per sempre; a non essere fagocitatori del tempo e dei sentimenti nella “Lettera a San Giuseppe”, scritte in uno stile coinvolgente ed incisivo.

Di questa giornata rimarrà il ricordo di Papa Francesco che, al mattino, prega, a capo scoperto, davanti alla semplice tomba di don Tonino ad Alessano, “seminato per terra”, pianta sempre viva che dà i suoi frutti di speranza. Di questa giornata rimarrà il ricordo del ragazzino che, sempre ad Alessano, ha superato il cordone della security ed è corso verso Papa Francesco abbracciandolo e il Papa lo ha ricambiato, sorridente e rassicurante. Ha salutato e abbracciato con affetto i diversamente abili in prima fila, gli anziani, i bambini da cui ha graziosamente ricevuto disegni.

In seguito, il Papa ha decollato dalla terra natia del Servo di Dio, la terra «finestra sul mondo», alla volta di Molfetta. Qui, a cala Sant’Andrea, ha trovato ad accoglierlo Monsignor Domenico Cornacchia, Vescovo della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e Tommaso Minervini, sindaco di Molfetta. Abbracci e saluti affettuosi prima di salire sulla Papamobile che lo ha condotto in direzione dell’altare collocato nel punto esatto in cui furono celebrati, venticinque anni fa, i funerali di Don Bello, tra la banchina del Seminario, Via San Domenico e Corso Dante.

Durante il percorso, il Papa ha salutato la folla festosa tra cui c’erano molti ruvesi, giunti dalle primissime ore del giorno, per essere in prima fila. Intanto, nell’aria vibravano le note e le parole dell’Orchestra e del Coro diretti dalla Maestra Lucia De Bari: dell’orchestra facevano parte due musicisti ruvesi, i Maestri Vincenzo Anselmi alla viola e Giuseppe Barile all’organo. Presenti anche alcuni rappresentanti dell’Amministrazione che hanno accompagnato il sindaco Pasquale Chieco e la vicesindaca Domenica Montaruli. E molti ruvesi facevano parte dei seicento volontari della Protezione Civile Regionale che ha garantito, con le Forze dell’Ordine e il Ser di Molfetta, il sereno svolgimento del grande evento.

Dopo aver indossato i paramenti, il Papa è salito sul palco su cui è stato predisposto l’altare e ha celebrato la Santa Messa dove ha ricordato la figura di Don Tonino con un’intensa omelia che ha evocato la vis pacifica del Servo di Dio, invitando i cristiani e tutti a rischiare, ad agire, donando sé stessi ed esprimendo, quindi, autentico Amore.

Il Vescovo Cornacchia, poi  ha voluto ringraziare il Santo Padre per la sua venuta a Molfetta, ricordando come la Puglia sia regione ricca di vocazioni e che proprio Molfetta è sede del Pontificio Seminario. Una terra ricca di talenti ma piegata dalla mancanza di lavoro che spinge molti giovani e non giovani a partire per cercare nuove opportunità. Come le cercavano, più di venti anni fa, gli albanesi che raggiunsero le nostre coste e che Don Tonino raggiunse non appena ebbe notizia degli sbarchi. Lo stesso Don Tonino che fu a fianco dei lavoratori delle acciaierie di Giovinazzo, minacciati di licenziamento, i quali avevano bloccato il traffico ferroviario. Don Tonino era questo.

Dopo la Messa,  una rosa d’oro, forgiata con l’oro fuso di ex voto, è stata consegnata dalla Città di Molfetta, per mano del Vescovo, al Papa il quale l’ha riposta, delicatamente, tra le mani della Madonna dei Martiri, patrona della Città di Molfetta e compatrona della Diocesi. Un gesto simbolico perché quegli ex voto provengono soprattutto dai pescatori e da tutti coloro che lavorano sul mare, che a bordo di pescherecci, oggi adornati a festa, cercano sostentamento per sé e per i propri cari, rischiando spesso la vita.

Dopo la Messa e la Benedizione, il Papa ha fatto un breve tragitto in Papamobile tra la folla adorante, mentre nell’aria la voce di Felice Spaccavento tesseva la canzone “Un’ala di riserva” scritta da don Tonino. Il notevole ritardo, purtroppo, non ha consentito il rispetto integrale del cerimoniale che prevedeva la cerimonia di consegna delle due opere vincitrici del concorso “Un dono per Papa Francesco” e la visita alla Basilica di Santa Maria dei Martiri. Ma non importa perché in tutti, anche non credenti, rimarranno sempre impressi questi momenti in cui Papa Francesco, a suo modo Papa rivoluzionario, ha ricordato Don Tonino, autentico uomo di Dio, “Servo di Dio” col grembiule che ha lavorato alacremente per gli ultimi, è stato un umile, battagliero e coraggioso eroe del nostro tempo.

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