Politica

ORE DI RIFLESSIONE NEL PD. A LIVELLO LOCALE REGNA LA VOLONTA’ DI NON ARRIVARE ALLA SCISSIONE

Sono ore frenetiche quelle che i tesserati del Partito Democratico stanno vivendo. Un clima di incertezza alimentato dalla volontà di qualcuno di promuovere una scissione che spaccherebbe il partito più suffragato alle ultime votazioni politiche.

Nel day after dell’assemblea Pd che ha sancito la (quasi) scissione della minoranza arriva un ultimo tentativo di mediazione. E’ quello del ministro Andrea Orlando che non esclude una propria candidatura al congresso. Anzi all’Ansa ha dichiarato: “Qualunque problema abbia il partito – sottolinea – l’idea che lo si possa risolvere con la scissione è sbagliata: apre un fronte che consente alla destra di rafforzarsi. La responsabilità è di tutti: non si è sedimentata una politica comune“. Quanto alla sua candidatura alla segreteria del partito, Orlando risponde così: “Non mi pare serva mettere altri candidati alla segreteria in lizza. Se la mia candidatura impedisse la scissione, sarei già candidato. Non ho capito quale sia il problema in questo passaggio…“. Intanto, a quanto si apprende, una riunione, ieri sera, tra Orlando, Gianni Cuperlo e Cesare Damiano ha sancito la nascita di una nuova area dentro il Pd alla luce della quasi certa scissione con la minoranza. I tre esponenti ex ds, che ieri in assemblea hanno caratterizzato i loro interventi all’insegna dell’unità del partito e dell’equidistanza, si sono trovati d’accordo, nella riunione, sulla necessità di un’area larga che avanzi una proposta politica nuova per rifondare il Pd.

La minoranza, dopo l’assemblea, si sarebbe data 48 ore per riflettere per appurare se Matteo Renzi è disposto a fare “una mossa politica vera” per scongiurare la scissione.

Da Michele Emiliano, Roberto Speranza ed Enrico Rossi, nella serata del 19 febbraio, era emersa la volontà di scindere il partito e prendere le distanze da Matteo Renzi: «[…]nei nostri interventi in assemblea c’è stato un ennesimo generoso tentativo unitario. E’ purtroppo caduto nel nulla. Abbiamo atteso invano un’assunzione delle questioni politiche che erano state poste, non solo da noi, ma anche in altri interventi di esponenti della maggioranza del partito. La replica finale non è neanche stata fatta. È ormai chiaro che è Renzi ad aver scelto la strada della scissione assumendosi così una responsabilità gravissima».

Pier Luigi Bersani cerca di trovare unità di intenti ma: «Non possiamo affrontare a cuor leggero un tema come la divisione o altre scelte. Anche se ho sempre detto che da casa mia non mi butta fuori nessuno, se mi accorgo che non è più casa mia ma il partito di Renzi non saprei come fare». Piero Fassino è deciso a mantenere l’unità: una scissione sarebbe deleteria e avrebbe ripercussioni pesanti in tutto il Paese.

Ma come si sta vivendo questa crisi nelle sezioni PD locali? Come stanno vivendo questi momenti i “piddini” ruvesi? Abbiamo intervistato alcuni esponenti a riguardo.

Francesco Summo, capogruppo PD dei consiglieri comunali, è deluso: «Siamo nel Partito Democratico ed è lì che vogliamo rimanere, senza fare scelte. Non vogliamo scegliere tra chi andare, ma vogliamo restare tutti insieme nel nostro partito. Questo è quello che vogliamo. Si é creato un meccanismo pericoloso, distruttivo. Scissioni su scissioni creano solo disorientamento. Fatto sta che è una situazione che non stiamo vivendo con serenità e che crea confusione».

Vito Ottombrini, già sindaco di Ruvo di Puglia, da sempre nel PD di Ruvo di Puglia, si esprime con riserva sulla situazione che si è creata: «Oggi pomeriggio faremo una riunione di partito per parlare della situazione che il PD sta vivendo a livello nazionale. C’è molta confusione e dobbiamo mantenere il sangue freddo, dobbiamo rimanere lucidi. Io ho sempre lavorato per l’unità del partito, appoggiando iter seguiti nei congressi unitari, partecipando al coordinamento cittadino».

Cleto Campanale, Coordinatore Cittadino dei “Giovani Democratici”, è cautamente ottimista, ritiene che non al momento nulla sia stato deciso: «Non si sa ancora nulla con certezza e sicuramente saranno ore frenetiche per tutti. Nessuno vuole la scissione e sono fermamente convinto che queste ore di riflessione aiuteranno tutti a sciogliere il dilemma».

Dello stesso avviso è Leonardo Eden, un punto di riferimento nel PD di Ruvo di Puglia e “bersaniano” convinto: «Ammiro la politica bersaniana ma devo ammettere che, questa volta, Bersani sta sbagliando: deve combattere affinché il PD, primo partito nazionale, non si scinda. Non sono ammesse esitazioni. Voglio fare un appello al gruppo dirigente nazionale affinché rifletta con calma e prenda decisioni oculate, visto che stiamo attraversando momenti di grandi difficoltà. Non ci sono alternative a questa forza di governo. Per questo bisogna impedire la scissione: si corre il rischio di tornare indietro, si rischia un’involuzione a tutti i livelli».

E’ chiaro che i tesserati del PD, a livello locale, si auspicano una retromarcia netta rispetto allo stato attuale delle cose e un ritorno all’unità, alla compattezza. Le incertezze esistono, confondono e bisogna assumere decisioni definitive, anche drastiche. “Crisi”, in fondo, deriva dal greco “krino” che significa distinguere, separare e anche scegliere. E la politica ha bisogno di scelte decise. Per il bene degli Italiani.

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