Religione

Menzione speciale per Antonio Visicchio e ruvesi.it al Premio “Don Tonino Bello”

Menzione speciale per Antonio Visicchio e ruvesi.it per l’articolo sull’iniziativa di Suor Maria Mazzone in Zambia.

Ecco il ringraziamento e il saluto dell’autore.

Innanzitutto voglio ringraziare l’organizzazione, la commissione e S.E. il Vescovo per avermi concesso questa menzione a cui tengo particolarmente perché dedicata ad un grande scrittore e ad un sublime poeta quale è stato il nostro compianto don Tonino.
Ringrazio anche Ruvesi.it e il direttore Paolo Pinto perché le testate locali, sono la vera cassa di risonanza del giornalismo di prossimità, raccontano di storie, di cultura e di tradizioni che diversamente sarebbero condannate all’oblio.
La vicenda narrata nell’articolo è quella di Suor Maria Mazzone, una missionaria, una religiosa, ma prima di tutto una concittadina ruvese. Mi fu presentata, circa una quindicina d’anni fa, dal Nunzio apostolico, S.E. mons. Nicola Girasoli che ricopriva tale ruolo proprio in Zambia, laddove Suor Maria continua a svolgere la sua intensa attività missionaria.
Fino ad allora le gesta di questa intrepida suora salesiana, così fervente nella fede e assai protesa nell’aiuto verso gli altri, erano quasi misconosciute in ambito locale. Da giornalista, mi sono sin da subito prodigato per supportare tutte le sue iniziative benefiche che non potevano più passare in sordina. Suor Maria è una persona che porta impresso il sorriso sul suo volto come tangibile sigillo di vivida speranza, una donna dall’entusiasmo contagioso, dall’umanità travolgente, che non si lascia abbattere dalle avversità ma le affronta senza mai perdersi d’animo e con l’aiuto del Signore. Nell’articolo si pone l’accento sul prolifico “trait d’union” che suor Maria ha saputo creare tra lo Zambia e la sua Ruvo dove, in breve tempo, è riuscita a coinvolgere persone, scuole e istituzioni, con progetti che si sono distinti anche in ambito nazionale. Grazie all’aiuto di tanti ha realizzato ben due strutture, “City of Hope” a Lusaka e “City of Joy” a Mazabuka con l’intento di offrire una seconda chance a emarginati, ammalati, ma soprattutto a donne vittima di violenza, garantendo loro un tetto sicuro e una solida istruzione. Non mera commiserazione del “povero”, ma reale emancipazione per un fattivo reinserimento nella Società civile.
Penso che sia fra gli esempi più belli e concreti di quella “Chiesa col grembiule”, tanto auspicata da don Tonino, che si dona totalmente e spassionatamente agli altri con l’unica certezza della fede in Dio. Grazie a tutti!

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