L’UNPLI RUVO PRESENTA LE QUARANTANE
Vestita di nero, con il capo coperto, porta con sè un ombrello, un’arancia con sette penne di gallina e impugna un fuso.
In alcuni punti di Ruvo troverete la Quarantana, ma chi è questa figura?
Biose è passato a miglior vita e la vedova Quarantana veste di nero. Dunque la leggenda vuole sia identificata come la moglie del defunto Carnevale, veglia per tutto il periodo quaresimale fino al giorno di Pasqua quando, al passaggio della processione della statua del Cristo Risorto, tra l’esultanza cittadina, avviene il rito-spettacolo dello “Scoppio della Quarantana” ponendo fine al periodo di privazione. Tornando agli oggetti che ha con se possiamo raccontarvi che: la veste nera simboleggia la penitenza; il fuso per rappresentare il lavoro femminile; l’arancia con le sette penne di gallina è il “calendario” per controllare le settimane che mancano alla quaresima (ogni piuma infatti rappresenta una settimana), infine c’è un’aringa che rappresenta l’astinenza tipica del periodo quaresimale nel quale non si consumano carne, latticini e altri alimenti.
Riscoprire questa antica tradizione popolare ha il significato di riappropriarsi di un passato non troppo lontano e di farlo rivivere non solo nella memoria dei nostri padri, ma anche per rivitalizzare le vie del centro della città come luoghi privilegiati di rappresentazione della memoria storica.
