Palazzo Avitaja

Lettera aperta del sindaco Ottombrini

Lettera aperta ai cittadini di Vito Ottombrini pubblicata sul suo profilo facebook!

Carissimi concittadini,

sento il bisogno di scriverviper spiegare ancora meglio la decisione che io e la mia squadra abbiamo preso,di comune accordo e non certo a cuor leggero, e da me annunciata lunedì 14 settembre in Consiglio Comunale dopo l’approvazione del bilancio.

Le cose che ho da dirvi sono molte, per questo ho suddiviso il testo in piccoli paragrafi.

I nostri nemici “invisibili”

Quattro anni e quattro mesi fa ci avete scelto per guidare il paese preferendo il nostro progetto a quellodei nostri concorrenti. In tutto questo tempo abbiamo cercato di onorare lavostra fiducia lavorando sodo per il bene del paese, per il cambiamento e nell’interesse esclusivo della comunità.

Sono stati anni difficili, è inutile nasconderlo: soggetti ostili al nostro progetto hanno commesso ogni scorrettezza possibile per bloccarci; slealtà, tranelli, boicottaggi e sabotaggi, quasi ogni mezzo è stato usato per farci cadere, per spingere il paese al dissesto, evento che avrebbe causato danni seri alla collettività.

Per esempio c’è chi ha suggerito (e continua a suggerire) ai soci delle cooperative di non pagare il proprio debito nei confronti della cittadinanza; per esempio c’è chi si diverte a inondare ogni giorno i nostri uffici di denunce surreali: esposti che i magistrati hanno l’obbligo di prendere in considerazione in quanto atti dovuti, ma che non hanno alcun fondamento e né la minima possibilità di portare a una condanna. Falli di frustrazione compiuti da chi ha compreso che qui non si tollerano più privilegi e soprusi, che hanno però l’effetto di rallentare enormemente il lavoro degli uffici e in qualche caso di inibire l’attività amministrativa. Il nostro auspicio sarebbe che ci fosse un magistrato in servizio permanente in Comune che si occupasse solo di noi, sicuri come siamo di non avere nulla da nascondere né da temere. Certo possiamo sbagliare, perché solo chi non fa non sbaglia, ma nessuno può dire in buona fede che in Comune si commettono illegalità.

Il mostro, il fantasma e la prova dei fatti

E poi c’è la questione del mega debito e dello spettro del default: ricorderete come sin dal nostro primo bilancio, le voci su un possibile dissesto dell’ente venivano provocate ad artee con malizia sui giornali e sui portali.

Voci che sono ritornate ogni anno in occasione di ogni bilancio, come un brusio di fondo, come un fantasma che aleggiava. Un rischio concreto, non lo nego.

I fatti però hanno detto altro.

I fatti hanno detto che questa maggioranza è riuscita ad approvare quattro bilanci difficilissimi,scongiurando il commissariamento e garantendo la continuità democratica in paese.

I fatti hanno detto che Ruvo è ancora governata da ruvesi scelti da ruvesi.

I fatti dicono che le regole e la legalità sono rispettati e presidiati, che la trasparenza e garantita, che favori particolari non se ne fanno.

Un gruppo di persone perbene, senza interessi e senza scheletri nell’armadio, non si è arreso ed è andato avanti a testa alta lavorando per il paese.

Abbiamo fronteggiato il “mostro”(i debiti accumulati in passato) combattendo a mani nude, metro per metro,riuscendo ogni anno a non farci divorare.

Abbiamo fatto in modo chel’ente onorasse i debiti con i suoi creditori ricorrendo anche a procedure innovative, come quella che abbiamo attivato con la Cassa depositi eprestiti (primo caso in Italia), che ha portato a una notevole riduzione del debito complessivo. Abbiamo chiuso transazioni complesse che, grazie anche alla ragionevolezza dei nostri interlocutori, si sono rivelate vantaggiose per il nostro ente e per i soci (vedi quelle già chiuse per i comparti “C”, “M” e “i”, e quelle in dirittura d’arrivo per i comparti”A” e “X”) e altre ne verranno in futuro.

Insomma: lungi dall’essere sconfitto definitivamente, il mostro si è però di molto rimpicciolito.

Certo, dobbiamo centellinare i pagamenti quotidiani per tenere sotto controllo i conti, abbiamo qualcheritardo con qualche impresa, ma gli interventi di cui sopra hanno portatoserenità nell’ente e nel paese e hanno consentito di diluire gli effetti dell’emergenza.

Infine, in un ennesimo gesto distensivo verso i soci delle cooperative, abbiamo definito una procedura di restituzione molto conveniente, con ampie dilazioni per chi intende estinguere il proprio debito nei confronti della collettività. Un ulteriore segnale di disponibilità che solo alcuni hanno ritenuto di cogliere.

E nonostante tutti questi problemi,abbiamo anche trovato i soldi per attivare politiche di sostegno economico a cittadini in difficoltà, come “Cantieri di cittadinanza” e buoni lavoro.

Il miracolo e il possibile

L’ultimo bilancio approvato,in particolare, è una specie di miracolo, viste le durissime condizioni imposte da Roma. Voglio ringraziare gli assessori, gli uffici comunali per la professionalità,i revisori dei conti per avere compreso il nostro lavoro e promosso il nostro documento finale, e soprattutto i consiglieri di maggioranza per essersi presi la responsabilità politica, di votare compatti un provvedimento così impegnativo.

Già, perché il problema è esattamente questo: quello che abbiamo approvato non è il bilancio che avremmo voluto.

Anzi: non è il nostro bilancio.

Avevamo in mente ben altro,avevamo risparmiato risorse per potere fare altro, mai avremmo voluto compiere tagli così drastici e penalizzanti. Ma le nuove norme hanno di fatto ridotto di molto gli spazi per agire.

Un esempio per tutti quello della cultura, che noi avevamo individuato nel nostro programma come principale volano per lo sviluppo civile, economico e turistico del paese, con investimenti sul nostro patrimonio artistico e storico-architettonico. Molto siamo riusciti a fare in questi anni, cose che resteranno, come i due nuovi musei cittadini: la pinacoteca comunale, la casa delle culture – museo del libro. Per non dire dell’investimento che abbiamo fatto per il rilancio del Talos festival, che con grandi sacrifici, siamo riusciti a confermare anche quest’anno.

E tuttavia quello della cultura è il primo dei punti del nostro programma che, per cause indipendenti da noi, siamo costretti a rivedere.

Che fare domani

Questo non è il nostro bilancio.

Era però forse l’unico bilancio possibile.

Un sacrificio necessario per guardare avanti, per la continuità democratica di cui dicevo e per ristrutturare la situazione economica dell’ente per il futuro.

Questi sacrifici consentiranno agibilità politica alla prossima amministrazione. Si è trattato,lasciatemelo dire, di un atto di responsabilità morale e istituzionale, di cui,come capo della maggioranza, non posso che andare fiero.

E il futuro è esattamente il motivo da cui è partita la riflessione che attualmente è in atto.

Fino ad oggi siamo stati occupati a governare il presente e a tenere a bada il passato; impegnati a realizzare un programma di cambiamento, evitando che le pesanti ipoteche ereditate dal passato non paralizzino il paese.

Ora che siamo arrivati alla fine della consiliatura, abbiamo il dovere di riflettere su come costruire le condizioni per dare al paese una prospettiva di serenità. Continuando a operare per l’oggi abbiamo la responsabilità di lavorare per il domani.

Che ore sono

Mancano pochissimi mesi alla conclusione di questo lustro di governo cittadino (cinque effettivi, con dentro anche il periodo natalizio): dobbiamo usarli nel modo più proficuo.

È importante ripartire condeterminazione da un programma di fine mandato; un elenco realizzabile dipriorità, per completare il completabile e correggere le imperfezioni dove saràpossibile.

Per tutto questo abbiamoritenuto necessario avviare una riflessione aperta a tutti coloro che siriconoscono nel nostro progetto: sindaco, assessori, consiglieri, partiti dimaggioranza, elettori.

Cose da poco (le luci e le ombre)

L’ultimo bilancio approvato,e la necessità di raccogliere le idee per lo sprint finale, ci offronol’occasione di fare anche il punto su quanto fatto fino ad ora.

Attraversando la savana di ostacoli che dicevo, destreggiandoci tra patti di stabilità e vincoli di legge,abbiamo trovato i soldi per opere pubbliche importanti.

Con le casse del Comune praticamente vuote e con i soldi delle tasse dei ruvesi quasi tutti vincolati dal debito, questa Amministrazione è riuscita a portare a Ruvo oltre 5.000.000(cinque milioni) di euro di finanziamenti esterni, e almeno altrettanti, arrivati negli anni scorsi, sono stati impegnati e spesi.

Soldi destinati a diventare opere pubbliche, ma anche puste paga e fatture per lavoratori e maestranze soprattutto ruvesi.

L’elenco delle cose fatte è lungo: siamo riusciti a riqualificare piazza Dante e Palazzo Caputi, a ristrutturare molte scuole, ad attivare una Pinacoteca comunale, a riaprire,dopo dieci anni, l’asilo nido comunale (opera di straordinaria importanza e sollievo per tante famiglie ruvesi). Sono praticamente finiti Parco Pietro Mennea, in via Peucezia, presso la scuola Cotugno e il centro immigrati; sono a buon punto i cantieri per la ripavimentazione di Piazza Matteotti e Piazza Cavallotti, per la rinnovata e ampliata casa di riposo Maria Maddalena Spada, per l’ampliamento (atteso da 17 anni!) del cimitero con 1.200 nuovi loculi, per il centro polivalente per diversamente abili e annesso giardino terapeutico.

Al via nei prossimi giorni altri importanti cantieri, come le realizzazioni del contratto di Quartiere 2(una scuola materna e venti alloggi comunali), la fogna a Calendano, il nuovo parco di via Terlizzi e la zona mercatale nel comparto “L” su via Pertini angolo via dei floricultori.

Non sono cose da poco: le opere pubbliche che abbiamo fatto e stiamo facendo hanno aggiornato il volto di Ruvo, ne hanno cambiato per sempre l’aspetto per gli anni a venire. Pochi altri sindaci possono dire altrettanto.

Sul fronte dell’edilizia privata i risultati non sono mancati: numerose e significative sono state e sono le ristrutturazioni (anche oggi, passeggiando per Ruvo, è possibile vedere diverse impalcature e altrettanti palazzi in rifacimento), e in diverse zone del paese si è costruito e nuove realizzazioni sono alle porte, per esempio nei comparti A, i, K, G.

Ma non vogliamo certo nascondere la realtà: rispetto agli anni passati gli oneri di urbanizzazione raccolti non sono stati all’altezza delle aspettative.

In particolare nei comparti C,D, F, non sono partite nuove costruzioni. È l’effetto delle denunce dell’ex funzionario comunale, ingegner Stasi che da due anni ormai bloccano ogni autorizzazione in quelle zone.

Sicuri della nostra correttezza e deferenti nei confronti del lavoro dei giudici, in considerazione delle prescrizioni che ci derivano dai procedimenti e dalla legge, siamo al lavoro per capire come fare per dare risposte certe a quei cittadini che chiedono il rispetto del loro diritto alla casa.

La macchina

Anche sull’organizzazione del personale dell’ente, spesso oggetto di accuse e attacchi, rivendico la nostra impostazione: un po’ per necessità, un po’ per scelta.

Al mio arrivo ho trovato una pianta organica che prevedeva la presenza di cinque dirigenti di settore: e tuttavia in quel momento, non solo quegli incarichi erano vacanti, ma l’ente non avrebbe avuto nemmeno la possibilità economica di assumerli. In questa situazione abbiamo deciso di fare di necessità virtù preferendo ai dirigenti l’individuazione dei capi d’area,valorizzando così le professionalità interne e producendo un sostanziale risparmio per le casse del Comune.

Dopo un primo momento di assestamento,le cose sono andate a regime, mi pare di poter dire con buoni risultati.

Da ora in poi

Fino qui la mia versione della situazione in cui siamo e dei ragionamenti che adesso ci aspettano.

Molti gli interrogativi:quali le modalità migliori per raggiungere i risultati che ci proponiamo? Quali criteri usare per individuare le priorità? E così via.

Pochi i punti fermi:rivendicare il tanto fatto fino ad ora da questo gruppo, rispettare glielettori, aggiornare il programma di fine mandato con punti realizzabili, una condivisione di progetti e di responsabilità ancor più ampia di come è stato sino ad ora.

Uno solo l’interesse: il bene di Ruvo.

Questa l’unica rotta che riconosciamo, la sola che abbiamo sempre seguito e che continueremo a seguire.

Vito Ottombrini

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