L’ESPERIENZA DELL’ITET: “LEGGERE LA STORIA PASSEGGIANDO PER LA CITTA'”

28 Gennaio 202028 Gennaio 2020 Paolo M. Pinto

Leggere la storia passeggiando per la città: storie di deportazioni, di responsabilità personali e collettive per combattere ieri come oggi ogni forma di discriminazione e pregiudizi vecchi e nuovi.

Tra curiosità e stupore dei cittadini ruvesi gli studenti dell’ITET Tannoia , sede di Ruvo, hanno voluto celebrare Giornata della Memoria aderendo alla Maratona di lettura promossa dall’Assesorato alla Cultura del Comune di Ruvo di Puglia. Attraverso un sorta di staffetta in alcuni punti strategici della città, Museo Jatta, INFOPOIT della Proloco, Torre dell’orologio e Piazza F. Cavallotti, piccoli gruppi di studenti guidati dai docenti di lettere, hanno animato con le loro voci, con una lettura appassionata e coinvolta, racconti dei testimoni della Shoah: dal Mare nero dell’indifferenza di Liliana Segre a Se questo è un uomo Primo Levi, dai Racconti di Resistenza di G. Pedullà ai Cari fanatici di Amos Oz. Non sono mancate le riflessioni tratte da testi sul negazionismo imperante e sul rischio che l’imminente scomparsa dei testimoni diretti possa oscurare l’atrocità degli eventi o piuttosto spingerla verso una dimensione puramente cerimoniale.

Su questo rischio gli studenti hanno riflettuto in classe interiorizzando e attualizzando attraverso laboratori creativi che hanno portato alla realizzazione dell’albero della memoria, di cartelloni e di strappi di poesia di caviardage. Oggi hanno voluto condividere con la cittadinanza la loro consapevolezza fondata su una conoscenza storica dei fatti come unica possibilità per evitare che quanto accaduto si ripeta. Una responsabilità che i giovani studenti sentono viva e che da cittadini d’Europa hanno saputo misurare anche nel recente viaggio con il Treno della memoria tra Praga, Cracovia, e i campi di concentramento di Auschwivitz – Birkenau. La Shoah è un segmento incancellabile della storia europea, anzi è il suo “Cuore di tenebra”. Senza continuare a interrogarla e a interrogarci sul suo significato non comprenderemo neppure il senso del nostro appartenere all’Europa.