Cultura

La Memoria di Clitorosso e De Feo in Pinacoteca

“Il silenzio dei vivi” è il nome della collettiva di arte contemporanea organizzata dalla Clitorosso Art Gallery in occasione della “Giornata della Memoria” e ospitata nella Pinacoteca Comunale di Arte Contemporanea (via Madonna delle Grazie, 2) a Ruvo di Puglia fino a sabato 10 febbraio, nel “Giorno del Ricordo”, dedicato alla vittime delle foibe e agli esuli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.

La mostra è stata inaugurata ieri, in concomitanza con il recital “Vivi in un mondo di morti” del Coro della Rubis Canto, diretto dal Maestro Nicola Bucci. Una struggente colonna sonora che accompagnava la visita alla mostra.

Il nome della collettiva è tratto dall’omonimo testo autobiografico di Elisa Springer, sopravvissuta agli orrori dei campi di sterminio, la quale ha affidato alla penna il ricordo di quei giorni, sospesi tra la vita e la morte. Un libro che Daniela Raffaele Clitorosso ha letto e ha interiorizzato tanto da farle generare le sette tele della collezione “Se questo è un uomo”, dal titolo di un’altra pietra miliare della letteratura concentrazionistica per la penna di Primo Levi.

Con Daniela Raffaele, espone Riccardo De Feo, docente al Liceo Artistico “Federico II Stupor Mundi”, a Corato. La sua installazione “Lettere per la memoria” comprende undici immagini tra stampe su metalcart e fotografie digitali in negativo.

I colori della collezione di Daniela Raffaele, tele in tecnica mista, con smalto, resina, mordente e metallo, esposte già nel 2007, variano dal bruno intenso dei binari e del fango al rosso scarlatto del sangue e del fuoco che esce dai camini. Non il grigio plumbeo del fumo, ma il rosso vibrante di vite spezzate. Raffaele ha collocato le tele, tattili – con fili spinati lievemente sporgenti – secondo un ordine cronologico, descrivendo l’arrivo di Elisa ad Auschwitz anche attraverso le didascalie. Tutto inizia dallo smarrimento nei due occhi cerulei e immensi di un perseguitato che, nei treni piombati, percorrerà il viaggio verso la morte, rappresentata da una grande tela a campitura rossa su cui si staglia la sagoma scura di un uomo i cui sogni furono bruciati.

Eppure l’odore di morte che Elisa sente l’avvicina sempre più alla vita. Una vita vissuta, dal 1946, in Puglia, a Manduria dove riposano le sue spoglie. “Il silenzio dei vivi” fu pubblicato da Marsilio Editore nel 1997 dopo che Elisa decise di raccontare, dopo cinquant’anni di silenzio, quanto aveva vissuto: il libro fu per lei catartico. E non si stancava mai di insegnare ai giovani a desiderare e a essere creatori di pace.

«Uno dei miei più grandi desideri – confida Raffaele – è che la collezione “Se questo è un uomo”, con cui ho omaggiato le persone di fede ebraica vittime dell’odio nazista, possa essere ospitata perennemente presso una struttura, dove tutti possano recarsi per ricordare che tali orrori non devono avvenire mai più. Ecco, vorrei fosse un dono che onori le vittime dell’Olocausto e dei tanti massacri della storia, anche quella attuale, ed esorti a essere costruttori di pace. Perché credo che anche l’arte spinga l’uomo a essere migliore».

“Imorema – Memoria” – opera di Roberto De Feo

Toni freddi, dal blu cupo al viola sino al grigio perla caratterizzano le immagini di “Lettere per la memoria”. Ogni singola lettera di questa parola è sparsa, senza un ordine logico, tra le immagini. Spetta allo spettatore ricostruirla. Ed ecco che la Shoah diventa simbolo universale di tutti gli stermini consumati in ogni epoca. Quegli stermini che taciuti o sussurrati, per convenienza politica, per reticenza, per scarsa conoscenza: il Porrajmos dei rom, l’uccisione degli omosessuali, dei Testimoni di Geova, dei diversamente abili; ma il pensiero corre anche ai massacri odierni. De Feo rappresenta la memoria come il tentativo di pescare da un grande buco nero pezzi di storia; le dà voce in frasi che invitano a tessere la grande Storia da piccoli frammenti di narrazione; le dà sostanza nella carezza a una piantina nascente, simbolo di speranza nella infinita bontà dell’uomo a cui anche Anna Frank credeva, nonostante tutto. Una foto briosa, ironica, “apotropaica” del nostro, per augurare che nulla di tutto cio’ accada più, dissacra la mostra ma non la svuota di senso. Anzi, al sonno della Ragione si deve opporre la risata di chi è sempre in dubbio su tutto tranne che sul rispetto della vita e dignità umana.

La collettiva è inserita nella rassegna “Il Mese della Memoria”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Ruvo di Puglia.

La mostra è visitabile tutti i giorni fino a sabato 10 febbraio.

Orari

Lunedì dalle 18.00 alle 20.00; martedì – venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 18.00 alle 20.00; sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00; dalle 18.00 alle 20.00.

Ingresso gratuito.

(Nella foto in evidenza, “Se questo è un uomo” di Daniela Raffaele Clitorosso)

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