Attualità

LA FORZA DELLE DONNE…

Il dire “no” con forza alle violenze di genere, significa anche rivolgere la propria l’attenzione nei confronti di tutte quelle donne intrappolate da un amore folle e mentale. Come uscire da questo labirinto apparentemente senza uscita? Come è possibile dire basta e liberarsi da questo vortice di violenza?

Chi ha voce deve e può gridare anche per gli altri. Chi ha tenacia e carattere devo metterlo a favore di tutti coloro che, per colpe altrui, hanno dimenticato il significato del vivere con dignità.

Concretamente il nostro impegno in questa tre giorni che l’amministrazione ha dedicato alla promozione del “no” contro le violenze di genere, l’abbiamo voluto indirizzare verso donne del territorio che non sanno come uscire da questa trappola mortale. La dottoressa Sinisi, referente del Centro Antiviolenza “RiscoprirSì”, ha spiegato ai nostri microfoni quello che è il loro impegno attivo, invitando con estrema convinzione tutte le donne in difficoltà ad affacciarsi allo sportello per avviare un percorso insieme.

Adesso, invece, condividiamo con voi lettori una storia vera. L’avevamo tenuta in serbo nel nostro cassetto per questo momento, perché queste giornate di sensibilizzazione aprono le menti all’ascolto e sappiamo che questa condivisione non sarà vana.

Al centro della vicenda vi deve essere un messaggio chiaro, quello della forza delle donne, degli effetti positivi e l’energia che un’immagine del genere può trasmettere.

Piazza Matteotti. E’ una di quelle serate nelle quali si fa propaganda in vista delle comunali di giugno. Mariatiziana Rutigliani parla a gran voce per incitare a un cambiamento. E’ circondata di donne: la sua forza, l’unione e la compattezza che ne vengono fuori sono esemplari.

E qualcosa nella mente di una nostra concittadina cambia. Torna la voglia di vivere, di divertirsi, di condividere emozioni. E’ la vittoria più grande per la Rutigliani in campagna elettorale. La politica centra ben poco: qui si parla del suo essere donna capace di ascoltare e trasmettere forza. Si parla di quello che serve alle donne in difficoltà: fidarsi del prossimo, nutrire speranze per una vita lontana da quei momenti drammatici vissuti. E qui di seguito condividiamo la storia di una donna tornata a sorridere grazie alla predisposizione leale e sincera di Mariatiziana che è servita a superare un ostacolo così grande.

Da quel 12 dicembre, non ho avuto tregua, ogni momento vissuto sia bello che brutto, mi è sfuggito. Ben venga per quelli brutti, mentre per tutti quelli belli ho dei rimpianti per non essermeli goduti. Non è vero che la vita scorre velocemente compiuti i 18 anni. Il tempo per me, ha cominciato a correre un pò prima, da quando ne avevo 14. Non so chi e se qualcuno mi ha dato la forza. Sono andata avanti, era l’unica via d’uscita, ho stretto la mano al tempo e ho cominciato a correre insieme a lui.

Il tempo, mi ha fatto conoscere tanta gente, mi ha dato la possibilità di vivere nuove esperienze, di provare nuove emozioni, di sperimentare, di toccare altri dolori e la felicità. Avevo messo in conto che prima o poi sarei caduta nuovamente, nessun essere umano può correre all’infinito, nessun essere umano può sostenere tanta fatica. Nessuno cade o è sempre felice. Quindi ho dovuto fermarmi… Fermandomi, ho deciso di correre ancora, non posso arrendermi, ma di prendermi una pausa di tanto in tanto, per cercare di recuperare quel che lascio durante la corsa, ma senza tornare in dietro. Ho sempre pensato che i primi passi dopo quella terribile esperienza, li ho fatti a Piazza Matteotti. Qui ho rincominciato a vedere i miei amici e ne ho conosciuti altri. Qui ho passato il mio tempo a scrivere tutto ciò che mi passava per la testa. Tante volte mi sono fermata sulle scale della piazza, in compagnia di me stessa, anche solo per vedere la gente passeggiare. Le ho dato un altro nome, la chiamo la piazza della rinascita, ogni mia decisione è nata qui, ogni mia vittoria e o sconfitta l’ho portata e vissuta qui. E’ una piazza che ho molto a cuore, mi ha sempre regalato qualcosa di buono… qualcosa da cui ripartire o iniziare. Era da molto che calpestavo quel suolo, ma non accadeva nulla, fino a qualche settimana fa….

 Andavo di fretta, ma era impossibile non vedere quel palco, non sentire quelle urla. Delle donne unite per lo stesso obbiettivo, hanno catturato la mia attenzione e mi sono fermata ad ascoltarle. Donne che lottano per un motivo diverso dal mio, tutt’altro contesto. Quel giorno mi son detta: Caspita noi donne abbiamo la stoffa per dimostrare di poter competere alla pari dell’uomo in qualsiasi campo, non esistono mestieri o ambizioni per uomini o donne, ho conosciuto donne dotate di forza fisica e morale capaci di smuovere il modo.

Ancora una volta, in quella stessa piazza ho trovato la forza, la forza di ammettere che qualcosa nella mia vita mi aveva messa KO, ho trovato la forza di raccontare tutto a qualcuno di cui potevo fidarmi. Quel qualcuno l’ho trovato su quel palco, mi ha colpita la sua tenacia.

Mariatiziana, mi ha ascoltata… Mi ha chiesto in maniera pulita, senza essere invadente: quel giorno cos’è successo esattamente????

Quella domanda mi  ha lasciata senza parole, positivamente. Le avevo chiesto io di parlare… inizialmente raccontavo in generale l’accaduto, ma volevo andare in fondo alla questione e l’ha capito senza che lo domandassi.

Ho iniziato a vivere meglio le relazioni, il contatto con gli altri.

E’ stato strano parlarle, non sapevo nulla di lei, eppure è stata l’unica che in tutti questi anni mi ha aiutata. La mia mente era un puzzle da 1000 pezzi, adesso la metà di quei pezzi sono al loro posto, ho le idee più chiare, so da dove ripartire.

Non mi viene parola migliore di un grazie, un grazie che urla il cuore. Non è poco ciò che hai fatto, non è mai poco il tempo che si dedica all’altro.

 Ti ho chiesto di entrare nella vita, non solo hai accettato, l’hai fatto camminando in punta di piedi, compiendo piccoli passi, l’hai fatto senza farmi male, mi hai ridato la libertà e la leggerezza che ogni ragazza merita. Non esagero, questo ho sentito e per tutto questo GRAZIE”.

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