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“LA DONNA SENZA VOLTO”, UN DOCUMENTARIO E UN CONVEGNO PER RICORDARE IL CENTENARIO DALLA NASCITA DI BIAGIA MARNITI

Il Laboratorio di Cultura Visuale DIMMICOSAVEDILAB – DRIVE – IN, già da tempo attivo nel territorio cittadino con finalità di promozione sociale della cultura cinematografica, in collaborazione con le produzioni ASSEDIO FILM e BEAGLE MEDIA, è impegnato nella produzione di un documentario che ripercorra la vita della poetessa ruvese Biagia Marniti, voce fra le più alte della poesia italiana del Novecento, in occasione del primo centenario della nascita (Ruvo di Puglia 1921- Roma 2006). La sua vita è la storia particolarmente emblematica di una ragazza ruvese, di una donna del sud, che alla camicetta bianca e alla gonna azzurra delle parate fasciste oppone il fremito di una emancipazione da conquistare emigrando verso la “Sapienza” romana, simbolo non solo di prestigio culturale da conquistare negli studi, ma anche terreno di coltura di un’emancipazione femminile che consenta alla donna di competere con l’egemonia maschile nella scalata agli impervi e insidiosi crinali del potere culturale della Capitale. È insomma la storia di una donna ruvese che fra Fascismo, guerra, dopoguerra e boom economico, cerca con l’audace, incruento, delicato strumento della poesii e con una ritrosia e fierezza tutte ‘pugliesi’, la strada di una emancipazione femminile ‘gentile ’in una società che aspira ad essere società di donne e di uomini liberi.

La donna senza volto è il titolo che si intende dare al documentario, traendolo da una plaquette che contiene una raccolta dei suoi versi: una definizione a lei particolarmente cara in quanto capace di identificare l’intero suo itinerario poetico e persino la sua personalità, tanto inerisce alla sua scrittura e al suo carattere, e al modo stesso con cui ha inteso vivere i suoi rapporti col Parnaso contemporaneo, emarginandosi dalle mode letterarie correnti e dai potentati editoriali: una qualità più che un limite del suo carattere, non a caso lodata da chi, come Giuseppe Ungaretti e Vincenzo Cardarelli, avevano intuito di quella qualità la profonda corrispondenza con l’indole umana della scrittrice e con l’autenticità del suo messaggio poetico.

Darle un volto recuperando per immagini, suoni e registrazioni quel vissuto (attingendolo dal suo imponente archivio privato frattanto acquisito dalla Biblioteca Nazionale di Roma come patrimonio di alto interesse storico-culturale), significa tradurre in un racconto visivo quell’amarcord che la stessa Marniti tesseva di sé con l’amabile disincanto di chi rievoca la fantasiosa fanciullezza rubastina, l’inquieta giovinezza barese, la trepida ricerca della legittimazione artistica in una nuova terra, il sogno proibito di essere accolta, donna del sud, nei santuari dell’industria editoriale, e ammessa alle liturgie, spesso ferocemente maschiliste, del mercato delle lettere senza mai abdicare all’agnitio identitaria di pugliese, anzi affermandola con forza nella scelta stessa del suo nom de plume: quel ‘Marniti’, forte senhal identitario costruito su un litonomo murgiano, la marna, tutta argilla e calcare, irradiata dai chiaroscuri abbaglianti del sole meridiano.

Il documentario sarà un racconto intimo e in prima persona della poetessa, nel quale il suo vissuto e gli eventi storici si uniranno in una narrazione che avrà l’andamento dei ricordi e dei sogni: scenari storici che registrano l’assassinio di Giuseppe di Vagno e la fondazione del Partito Comunista Italiano, contemporanei alla sua nascita, saranno lo sfondo degli intensissimi ricordi dell’infanzia e della giovinezza a Ruvo, della famiglia radicata nel paese da generazioni, dei suoi nonni, dei suoi primi viaggi sul “lento trenino Bari-Ruvo sul quale ogni volta che viaggiavo credevo di andare incontro a chissà quale avventura”, a cui seguono i non meno intensi ricordi della vita a Bari dominata dal Fascismo ‘sontuoso’ del ministro Araldo Di Crollalanza, e della vita in una Roma di parate alla vigilia della guerra, e poi città distrutta e ferita, e dopo ancora trepidante, “creatura viva” (come Biagia la definisce in una sua raccolta di liriche ad essa dedicate), che tenta di ricostruire la sua identità e quella di un’intera nazione, dove la voce dei giovani poeti cerca di dare vita al futuro, nell’aria cospiratrice dei cenacoli letterari e sulle riviste clandestine delle avanguardie poetiche.

Di questa intensa storia di emancipazione femminile attraverso l’arte il documentario metterà particolarmente a fuoco il ruolo svolto da due personalità carismatiche della cultura letteraria nazionale del Novecento: da Giuseppe Ungaretti, adorato maestro della Marniti; da Alba De Céspedes, sua amica ed estimatrice, nobilitata da epiche gesta partigiane e già toccata dalla fortuna di una meritata visibilità letteraria. Entrambi scendono al suo fianco per scortarla nella dura ascesa alla vetta della grande editoria. Ungaretti con una convinta stima della poesia della Marniti (lui raramente generoso verso i nuovi poeti); la De Céspedes in nome di consonanza affettiva prima che letteraria nutrita di un’ideale affinità ‘etnica’, essendo stata, la De Céspedes, protagonista, col nome epico di Clorinda, della prima radio libera italiana dopo l’armistizio: quella Radio Bari che dalla città della giovinezza di Biagia irraggiò nell’etere di un’Italia distrutta dalla guerra e dal nazifascismo i primi vagiti della rinascita libera e democratica. Questo triangolo virtuoso fece sì che la poesia di Biagia Marniti, vincendo ogni sorta di resistenza del mondo maschile delle lettere, fosse accolta nella prestigiosa collana dei Poeti dello Specchio edita da Mondadori, con una ‘forte’ prefazione di Ungaretti, fra le pochissime da lui scritte, che chiama “memorabili” i suoi versi e “autentico” il suo canto, e ne benedice la pubblicazione consacrandone il successo.

Il documentario sarà diretto dal regista ruvese Dario Iurilli, che ha stretto un’affettuosa e duratura amicizia con la poetessa sin da tenerissima età, frequentando la sua bella casa e immergendosi con stupore infantile nei ricordi della vita della poetessa. La sua feconda collaborazione con ASSEDIO film è stata già in passato riconosciuta attraverso il conseguimento di numerosissimi premi e riconoscimenti nei maggiori festival di cinema di tutto il mondo.

Il documentario verrà presentato alla comunità cittadina in coincidenza con un convegno internazionale sulla Marniti che lo stesso DIMMICOSAVEDI LAB – DRIVE IN ha in animo di organizzare e svolgere a Ruvo nel prossimo anno..

Il Laboratorio di Cultura Visuale DIMMI COSA VED LAD – DRIVE-IN rivolge un appello alle istituzioni pubbliche, culturali, scolastiche della città, e a tutte e tutti i cittadini della nostra comunità affinché sostengano e sponsorizzino, partecipando alla raccolta fondi per la realizzazione del documentario, questa iniziativa che vuole ridare un volto e una voce ad una straordinaria poetessa nostra concittadina, già apprezzata ma non più sufficientemente nota, a cui il tempo ha sottratto lo spazio e la memoria che merita. Il DIMMICOSAVEDILAB-DRIVE-IN insieme alle produzioni ASSEDIO FILM e BEAGLE MEDIA, nel realizzare il progetto, vuole inoltre offrire ricadute occupazionali sul territorio ruvese, valorizzando al meglio l’apporto che la comunità professionale del territorio sarà in grado di offrire.

Per contattare i promotori dell’inziativa e partecipare alla raccolti fondi e alla produzione del documentario potete scrivere a: dimmicosavedi@gmail.com , +393519797904

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