Cultura

Il concerto di Natale del Tedone? E’ rock

Se Dio avesse la voce sarebbe musica, una potente, delicatissima e suggestiva alchimia come quella vissuta sul palcoscenico del Liceo Tedone per il tradizionale ed atteso concerto di Natale 2019. Un concerto rock, adrenalico, denso di energia e vitalità. Un concerto che ha scardinato le consuete atmosfere natalizie per lasciare spazio al messaggio prepotente e autentico dei giovani studenti del Liceo Tedone, un messaggio di rivoluzione, di speranza, di purezza. Una liberazione di adrenalina e sentimenti, giocata sulla condivisione e sull’improvvisazione.

Ad aprire il concerto un classico del jazz, Take five, interpretato magistralmente da Daria, capace di donare un’atmosfera onirica che trasporta la platea nelle atmosfere visionarie dei films di Woody Allen. Sabrina e Martina danno voce alla disperata canzone d’amore di Gotye  di Somebody That I Used to Know. C’è spazio anche per la poesia pura e nostalgica di Lucio Dalla con la sua commovente Caruso interpretata da Annachiara.

E tutto è già rock, il Natale è rock, perché rock è energia anche quando si fanno dolci sogni come cantavano gli Eurythmics negli anni ottanta con Sweet Dreams. Giada e Dalila fanno cantare una platea commossa e partecipe, docenti, studenti e genitori, che quegli anni li hanno vissuti, cantano dalla platea dando vita ad una complicità generazionale che abbatte ogni distanza.  Ancora rock, quello più sensuale contaminato dal blues di Joe Cocker con la sua Unchain My Heart.

Atmosfere romantiche con Someone Like You di Adele, perfetta colonna sonora del Natale. I giovani liceali si abbracciano e condividono le loro emozioni in un concerto di Natale molto al femminile, i ragazzi sono alle prese con gli strumenti ed a cantare sono le ragazze che donano una versione alla Jhon Lennon di Stand by me.

Chi si aspetta Bianco Natale viene ripagato subito con El diablo, una delle canzoni storiche del rock italiano, scritta da un ispirato Piero Pelù con i suoi mitici Litfiba. Alessia e Martina liberano il corpo facendo cantare l’anima, una canzone civile che, scavando nei versi, rivela una spietata allegoria di sentimenti e valori quali la libertà e la forza della musica. Cantare il Natale con El diablo non è una provocazione ma un modo, per i giovani “Tedoniani”, di essere nudi, vivi e veri. E giocano i ragazzi sul palco, si divertono. La musica ha regalato il coraggio delle parole, senza vergognarsi delle proprie fragilità. Anzi quelle fragilità si sono sublimate in arte grazie alla musica, grazie all’empatico coinvolgimento dei docenti coordinatori del progetto, prof. Aldo De Palma e prof.ssa Cristina Di Terlizzi, e al “forte sentire” del dirigente scolastico, prof.ssa Domenica Loiudice, che ha sempre creduto nel potere aggregante, terapeutico e rivoluzionario delle musica tra i banchi di scuola.

A chiudere il concerto una potente iniezione di vitalità degli studenti del Liceo Tedone: Another brick in the wall dei Pink Floyd, canzone-manifesto di una generazione che va, per dirla con le parole di De Andrè, in direzione ostinata e contraria. Ed è proprio qui, in questa canzone apparentemente lontana dal Natale che si ritrova quel grande messaggio laico di fratellanza, di solidarietà, abbracciato anche dal Papa, dettato dall’urgenza e dall’esigenza di abbattere i muri e tenersi la mano.

“Non abbiamo bisogno di controllo sul pensiero, di sinistro sarcasmo in classe … dopo tutto è solo un altro mattone nel muro. Another brick in the wall.”

Prof.ssa Rosanna Pellegrini

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