Religione

FRANCESCO DI PALO RACCONTA: “VENERDI’ DI PASSIONE E DI GUERRA”

Nota di Francesco Di Palo sulla “Desolata” di Ruvo di Puglia.

Ogni anno, per mia speciale devozione e in memoria di mio padre Salvatore, “portatore” della Desolata di Ruvo, pubblico una significativa immagine dell’Addolorata, una delle tante incontrate nel mio vagabondare alla ricerca della Bellezza. Quest’anno una Madonna di guerra… Si perché l’Addolorata di Sant’Agrippino a Forcella ha finalmente trovato un po’ di pace e un riparo, dopo le ferite inferte ai napoletani e a Napoli nel secondo conflitto mondiale. Credo sia opera, intensa e commovente, di Francesco Saverio Citarelli (1790-1870), cantore della bellezza senza tempo, sui sentieri del grande Raffaello. La chiesa, appunto a Forcella, popoloso e popolare quartiere di Napoli, sorse dove nacque e visse Agrippino (II-III secolo), vescovo e primo patrono della città. Chiesa monumentale e antichissima la cui storia si intreccia intimamente con le più autentiche tradizioni di Partenope. Paleocristiana, gotica, rinascimentale, barocca, rococò e poi ancora neoclassica. Nel 1615 fu concessa ai monaci di San Basilio che la resero ancora più bella e aprirono, a sostegno dei frati e degli abitanti, alcune botteghe…le famose botteghe di Forcella. Poi altre vicende, le trasformazioni urbane, il colera, gli sventramenti …e Sant’Agrippino…in silenzio…a guardare tutto. Poi la distruzione insensata è toccata alla chiesa di Sant’Agrippino: non è stata risparmiata dalla barbarie della seconda guerra (1940-1945). Fu bombardata, devastata, incendiata… Senza più coperture è rimasta per decenni alla mercé degli agenti atmosferici, dei vandali, dei ladri. In un cantuccio quasi nessuno si era accorto di Lei, dell’Addolorata di Forcella, sempre lì, inconsolata e inconsolabile… miracolosamente scampata alla distruzione e ai furti per giungere a noi, lacera nelle gramaglie del lutto, e mostrarsi in tutto il suo acerbo dolore, lo sguardo straniato, le pupille rivoltate, la smorfia del pianto, le mani irrigidite dagli spasmi. Le donne di Forcella, però, non l’hanno mai abbandonata e un lumino, sia pure a distanza, ardeva sempre sui ruderi e tra le erbacce. Forse perché si immedesimavano nella Dolente, che impietrita nel dolore, di lì non si è mai mossa, ha condiviso con il suo popolo i disastri della guerra. Ѐ immagine emblematica del dolore dei nostri giorni… attraversati da crudeltà e scempio di vite innocenti. E credo che quell’angelo abbia fallito la sua missione.

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