Ruvesi

DISTANTI MA UNITI: IN DIRETTA SU RUVESI.IT PER VIVERE I CORTEI PROCESSIONALI AI TEMPI DEL COVID-19

La Piazza vuota di San Pietro con il papa solo a pregare in rigoroso silenzio è l’immagine che si ripeterà anche nei giorni della Settimana Santa 2020. Gli storici gruppi statuari immobilizzati al centro di chiese vuote, i padri spirituali e i priori inginocchiati a pregare. L’uomo è nudo! Dinnanzi al mistero della fede, dopo tanto peregrinare si ritrova spogliato delle sue vesti superflue, dei suoi vizi, delle sue abitudini. Si ritrova inginocchiato a mani giunte a pregare qualcuno nell’alto dei cieli, affinchè arrivi la nuova Pasqua. Un tempo nuovo che sarà certamente diverso da quello vissuto fino al 2019 ma ricco di tradizioni e di fiducia nel prossimo. Il “Calvario” nel senso più concreto del termine si sta riproponendo in questi giorni, con la Via Crucis che si ripete negli ospedali dove infermieri e medici hanno le sembianze di pie donne e cirenei.

Fermi immobili in questo tempo sospeso che blocca tutto e tutti, tranne che la forza del pensiero e della coscienza. Settimana Santa 2020 fatta di silenzio, di introspezione, di rito collettivo che si ripeterà idealmente e sarà quanto mai intimo. Proprio in questo grande silenzio che ognuno si nutrirà di fede se crede, di ricordi se vede nei cortei processionali la forza delle tradizioni.

Non ho dentro di me l’immagine di Piazza Matteotti alle 8.30 del Giovedì Santo vuota. Mai avuta. Sarà un’istantanea che non solo consegneremo agli archivi, ma la faremo nostra. Sono giorni nei quali la mente non riesce a stare ferma intrappolata tra la voglia di dominare il mondo e le restrizioni alla nostra libertà individuale.

Sono estremamente legato a questi giorni di Passione e Tradizione, alla sua musica, alla sua cultura, alla sua devozione che ogni volta che percorro il sentiero della Settimana Santa, incontro spunti e riflessioni diverse. Porto dentro di me l’immagine di ogni singola processione che bloccava il tempo a Piazza Castello. “A che ora passa la processione?” e tutti pronti ad accendere la luce al Cristo e a preparare balconi e attività commerciali. Il passaggio portava con sè l’avvolgente odore dell’incenso, ma anche il pensiero che si deconcentra dal momento raffigurato dalle statue e si lasciava andare a futili commenti. Stavolta ciò non accadrà: l’immagine che vedremo, seppur riscaldata dalle marce, sarà inequivocabile. Siamo soli dinnanzi alla nostra reale essenza.

Poi la folla gremiva i negozi, a caccia di giornali, riviste, pensieri pasquali, spese ordinarie. Era il momento dell’accoglienza e non lo sapevamo.

La ripetizione di riti decennali bloccata come accaduto solo durante la Seconda Guerra Mondiale. Eppure alle 2.30 del Mercoledì Santo saremo tutti con gli occhi puntati sul portone di San Rocco, così come nei restanti giorni lo sarà su quello della Chiesa del Carmine, del Purgatorio, di San Domenico.

Abbiamo sentito come testata giornalistica il bisogno di esserci comunque e di invogliare gli utenti a esserci con noi. Saremo ognuno nella sua stanza, ma con la mente proiettata in quella Piazza gremita di gente con la fiaccola in mano, le lacrime agli occhi o lo smartphone per globalizzare l’evento stesso. Ma saremo in diretta e non solo a ricordare, ma a vivere questo momento che passerà alla storia. Seguite il nostro palinsesto e vi aspettiamo a cominciare dalle ore 1.00 del Giovedì Santo.

E questa esigenza di esserci l’abbiamo sempre avuta: dal lontano 2008 quando avevamo intuito che le distanze si accorciavano grazie alla diffusione online delle dirette dei Riti della Settimana Santa. Serviva ad accrescere il nostro senso di responsabilità e il rapporto con chi seguiva da lontano e non poteva essere fisicamente a Ruvo oppure si era immobilizzati in casa.

Distanti ma uniti, per cui ribadiamo di adornare balconi con bianchi lini e lumini.

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