Cultura

"Dimmi a che serve restare" di Maria Pia Romano: quando il coraggioso "silenzio stellato" dà musica alla Vita

Livio, Paolo e Giovanni, tre uomini legati dal sangue e dall’amore per i libri, perchè “i libri sono uomini”, li rispecchiano.

Tre uomini legati al mare, il mare del Salento che è una condizione della mente, una filosofia. Chi va in Salento, rinasce una seconda volta perché entra nuovamente in contatto con l’acqua, la culla della vita.

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Nel mare, poi,  nasce il bisso, la “seta del mare”, dal quale si ricava un tessuto finissimo e prezioso. Proprio come la vita, preziosa tela con ricami e strappi, presenze e assenze, che la scrittrice e giornalista Maria Pia Romano canta in “Dimmi a che serve restare”, pubblicato per i tipi de Il Grillo Editore, del quale sono stati letti, con intensità, alcuni passi da Annabella Tedone del Gruppo Teatrale Kuziba, ieri sera, a Palazzo Caputi, nell’ambito della Rassegna “Evoluzioni Libri”.

E le vite di Livio, Paolo, Giovanni e Tiziana sono fili che si intrecciano, si separano, si reintrecciano grazie al ricordo, al racconto che colma un vuoto, uno strappo. E non è un caso che la presentazione del libro sia stata affidata a Maria Stragapede, restauratrice di manufatti tessili preziosi, “un lavoro che richiede la massima concentrazione, grande coraggio e il massimo silenzio” perché in quel momento si ridà nuova vita a quello che è stato pazientemente tessuto con dedizione, pazienza tempo.

dscf0040 E il silenzio è la musica che accompagna Maria Pia quando scrive, quando fa immersioni; il silenzio è quello che si crea quando, a teatro, ci sono solo l’attore e lo spettatore tra cui nasce un legame, come ha sottolineato Annabella. Il silenzio, musica della vita, foriero di promesse, germinativo, “stellato” come quello che vive Tiziana, che condivide con un’altra donna l’amore di Paolo: un silenzio dolce ma anche tagliente.

Tiziana, donna coraggiosa, che ama nonostante la riprovazione sociale, ma è, in fondo, felice perché autentica come autentico è Paolo, che non rinuncia a lei e alla moglie. “Essere liberi significa amare liberamente quello che ci piace” per Maria Pia e in quel “liberamente” c’è il vivere intensamente, senza nascondersi, ogni momento, ogni attimo della vita.

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“Dimmi a che serve restare”, come ha sottolineato l’Assessora alla Cultura Monica Filograno, implica una domanda  e un’affermazione perché alla fine, nonostante la vita conduca lontano, si ritorna alle proprie radici per restare lì dove si è nati, si riannodano i fili del tessuto, creando un legame tra passato, presente e futuro.

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