Politica

COSIMO SCHINAIA: “ADDIO NINNI, C’E’ VITA DOPO CHIECO?”

Nota di Cosimo Schinaia.

Ovvero quando Il potere logora chi ce l’ha e rende peggiore chi non riesce a controllarlo

Caro Ninni, sei arrivato a fare il Sindaco di Ruvo tuo malgrado. Invocato per fare uscire la sinistra da un’impasse organizzativo di una sinistra governante da decenni ma ormai asfittica rispetto alle aspettative sociali di un futuro che rompesse la cultura consociativa di un modo d’amministrare come metodi e finalità tipici del trio Paparella-Montaruli- Caldarola. Sei arrivato e non hai colpa sulla devastante decisione di costruire la spianata della moschea in P.zza Regina Margherita, preludio dell’atto di fine vita del centro storico di Ruvo.

Non avevi nessuna colpa dei passati saccheggi che hanno fatto di Ruvo una lunga periferia. Anzi, ti sei portato alle spalle una cultura giuridica forte e piena di buone amicizie (il tuo è stato lo studio legale più premiato dalla gestione regionale di Vendola) con il potere di Emiliano and Co.

Il primo mandato, occorre darti atto è stato impegnativo e sino ai tempi del Covid (dove è spiccata, nella piena solitudine in cui sei stato gettato da tutti, cittadini e istituzioni, la capacità di leader amministrativo) bisogna darti atto che tanti punti oscuri e di indubbia mala gestione sono stati risanati.

Ma come sempre la sinistra, che è minoritaria nel corpo elettorale, alle successive elezioni non è riuscita a vincere al primo turno. E qui gli scenari sono cambiati. La tua vittoria al ballottaggio è stata frutto di un investimento e da una ripulsa della quale non hai percepito la giusta portata.

Molti non sono più disposti a votare persone figlie di scelte foraggiate dal noto satrapo locale e quindi per non astenersi dal voto ti hanno dato fiducia.

Tantissimi   hanno pensato, e di questo te ne resi partecipe nell’unico caffè preso assieme in 10 anni, che arrivato al secondo e ultimo mandato potevi aspirare a fare qualcosa per Ruvo che non fosse solo retorica autoreferenziale della sinistra.

Parlare agli 8.500 astenuti e ai 7.400 che ti hanno votato contro poteva essere la scommessa per cercare da Sindaco di creare quelle condizioni che maturano una classe dirigente adeguata che oggi a Ruvo manca.

La tigna che ti contraddistingue faceva ben sperare. E qui finisce la cambiale in bianco che ti è stata data.

Non si discute la capacità analitica del giurista, bensì la risposta data al riconoscimento di non essere all’altezza di affrontare, per mancanza di staff qualificato, di visione futura, di conoscenza della storia e del territorio e della mission che Ruvo dovrebbe avere nei contesti reali dell’economia.

Hai affidato a qualche nano politico il compito di gestire e catechizzare un paese ridotto alle luci dell’effimero, senza avere la cultura di un Nicolini o Borgia romani. La mancanza del sapere della storia patria ha permesso che una città che prima di Vienna aveva il suo Ring, le sue strade, i suoi corsi, i suoi sontuosi marciapiedi, opera dell’Ing. Egidio Boccuzzi divenisse cantiere per gli accrocchi urbanistici che hanno violentato l’armonia estetica e funzionale di una citta che serve a piste ciclabili brutte, incompatibili e spesso a discapito della viabilità pedonale. Ma non si criminalizza il green o la svolta ecologica, bensì la sciatteria con cui si interviene in Piazza Bovio, per come viene rifatto il manto stradale, per come il decoro urbano e il verde sia divenuto un pascolo urbano.

Per non dire dell’apoteosi storiche di statue controsenso e di cantieri che coprono con spesa di soldi pubblici il nulla che esprime tutto l’effimero di manifestazioni autoesaltate che vanno da un carnevale continuo e vuoto all’insieme di manifestazioni teatrali o para culturali che poi, come passate dalle sagre paesane, non lasciano nulla di fondativo né identitario.

A ciò si aggiunge la incapacità di dialogare anche con i “Rizzi vacanti” dell’opposizione. Compito di un primo cittadino è anche di rappresentarli e trovare modi per far crescere un consiglio comunale per nulla attrattivo, a dir poco. Vero è che l’opposizione viene meno quando non ha visone alternativa e si rifugia nella cronaca spicciola. Nessun governo ombra, nessuna prospettiva……Ma pensare di essere Napoleone dai begli occhi che guida una giunta che catechizza un paese non se lo sarebbe nemmeno aspettato Antonio Gramsci. Altro che piglio nazionalpopolare!

Ora per la destinazione dello scannatoio comunale la sinistra ti ha dato un alt!  Lia Caldarola, dopo averti salvato dalle accuse per il caso Guastamacchia, ti ha messo la mordacchia. La Coriolano è stata, teoricamente, fatta fuori e tu hai dichiarato che avresti fatto una giunta votata dalla sinistra progressista (facendo capire che esiste una sx conservatrice) per portare a termine i cantieri…….

Tutto questo Massimo Cacciari definirebbe frutto della yubris. La yubris, la tua, anche se ispirata a buona fede.

Manca solo un anno di gestione effettiva e reale alle elezioni, e tu praticamente sei diventato un commissario per i fini lavori! Avresti potuto dimetterti, ma credo non abbia compreso che Ruvo, la sua gente, anche per chi ti ha votato ti vede come un sopravvissuto a te stesso. Terminerai il mandato, e qui viene il brutto.

Si è notato che la crisi comunale/assessorile non ha interessato più di tanto i cittadini. Ruvo non è pronta ad affrontare una crisi politica. Addirittura in Consiglio Comunale l’opposizione sembrava smarrita. A destra qualcuno sogna fatue candidature regionali, altri non hanno prospettive, sono tutti impegnati, dopo la tua dipartita a scommettere che la sinistra, metabolizzato Chieco, magari con un nome alla Curci o un quisque de populo, , possa apparire tronfia per averti votato supportato, deriso e metabolizzato. Storicamente la Sx mangia i suoi figli e tu lo sai. Ma il dramma è che Ruvo in trent’anni ha smarrito e perso la speranza di una classe dirigente all’altezza del suo ruolo. Liste civiche a iosa, che uccidono formazione e prospettive, ritorni di contrapposizioni sx/dx che rappresentano solo il 30% dell’elettorato, mancanza di analisi e risposte su investimenti, giovani, lavoro, denatalità, sfide attrattive, sanità che non sia solo di prossimità.

Tanti sono i problemi, e non dipendono solo da te. Ma è evidente il fallimento di tanti sforzi fatti solo per chiudersi nel ghetto di chi canta bella ciao. Mentre il futuro sembra avere il solito sapore satrapico succitato. E non ci si accorge di perdere l’onore politico.

Hai gestito un potere con un ampio e totale mandato che prefigurava una primavera, la fiducia è stata tanta, ma il potere logora chi ce l’ha e rende peggiore chi non riesce a controllarlo.  In un mondo dove il potere è spesso visto come un male necessario, esiste una via alternativa: un modello di leadership basato non solo sul comando sugli altri, ma soprattutto su un profondo controllo di sé. Un potere per ispirare gli altri e non per distruggerli. Quindi, a cosa “serve” il potere? A “servire” una causa e gli altri.

Tu ci hai provato, tanti ti hanno dato un credito inaspettato. Ma occorre ammettere che hai fallito per on aver compreso lo spirito del tempo.

Spiace dirlo ad un amico che comunque stimo: hai fallito, e quindi Addio Ninni, Ruvo deve respirare.

Rimane uno sgomento interrogativo: C’è vita dopo Chieco?

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